Dopo la parentesi al Velodromo di Palermo con la performance di Zucchero, preceduta da quella degli Asl 3 (Sicilia) e di Aurelio Martinez (Honduras), Womad in Sicily va in archivio con le puntate del 22 e del 23 luglio nello scenario del Teatro della Verdura.
Nella serata del 22 luglio, come da programma, si sono succeduti sul palco due gruppi siciliani, rispettivamente i Folkage e gli OM, seguiti da due grandi star: il grande Bruce Cockburn, canadese, trent'anni in carriera musicale e un numero enorme di dischi pubblicati, di premi e di riconoscimenti discografici internazionali, che è andato molto avanti nell'esplorazioni delle capacità espressive della chitarra acustica e della voce; e, infine, l'algerino Khaled che ha chiuso la serata, con grande gioia della stragrande degli spettatori che, dopo le ristrettezze patite il giorno d'esordio, hanno avuto la possibilità di lanciarsi nelle danza.
Khaled, all'inizio della sua carriera musicale - iniziata in giovanissima età - grande rappresentante del Rai e del Pop-Rai, grande sincretico di generi musicali, si è lasciato andare negli ultimi anni a qualche ammiccamento a motivi più commerciali e più appetibili per il grande pubblico europeo come Aisha oppure Didi che l'hanno fatto uscire dalla nicchia di genere per farlo diventare apprezzato anche dal grande pubblico, rimanendo pur sempre trascinante nella sua performance che, a tratti, raggiunge livelli quasi da trance.
Dei due gruppi siciliani i Folkage sono stati un'autentica sorpresa,, per la loro capacità di mescolare generi musicali diversi, con un prodotto finale "sincretico"e fortemente contaminato, nelle cui escursioni sonore tuttavia il filo conduttore, unificante e di ispirazione è rappresentato dalla tradizione folk siciliana. Grazie alle intense escursioni canore della vocalist Anna Bonomolo, i Folkage hanno eseguito alcuni pezzi di straordinaria forza (Vitti 'na crozza, E viri u' dannu ca fanno 'i babbaluci, Mi vogghiu maritari, per citare alcuni esempi), in cui alle battute d'inizio apparentemente tradizionali seguiva poi un testo canoro e musicale quasi "pirotecnico", eseguito con numerose variazioni sonore, che - pur lontanissime dalla tessitura musicale originale - in realtà, le conferivano nuovo vigore in un palinsesto ricco, articolato e creativo.
Gli OM che hanno un loro seguito, molto ampio, e non solo in Sicilia, hanno dimostrato di essere dei musicanti, colti e capaci di belle esecuzioni in cui voci e strumenti realizzano degli impasti sonori raffinati e gradevoli. Grande punteggio alle atmosfere musicali, mentre poco interessanti e forse un po' noiosi e ripetitivi - giù sentiti - i testi.
La serata del 23 luglio - quella conclusiva - prevedeva le perfomance di un altro gruppo siciliano i "Cirrone", seguiti da Sarah Jane Morris, grandissima voce blues e molto nota al pubblico siciliano che l'ha vista diverse volte calcare i palcoscenici nostrani in tournée, e dal giamaicano "doctor" Jimmy Cliff che ha trasportato gli spettatori nel cuore di trascinanti atmosfere ska e reggae, che nuovamente - come la sera prima, Khaled - hanno sospinto molti degli spettatori in un turbine di danza.
I Cirrone che hanno eseguito molti pezzi tratti dal loro più recente disco, propongono una musica abile, molto amalgamata, ricca di suggestioni beatlesiane, estremamente apprezzabili indubbiamente, anche se sarebbe auspicabile da parte loro una ricerca verso sonorità più originali, facendo leva sulla loro indubbia capacità tecnica di padroneggiare gli strumenti musicali ed esprimersi con vigore ed incisività.
Trascinante come sempre Sarah Jane Morris che, seguendo la consuetudine che le è cara di stabilire un rapporto anche conversativo con il suo pubblico, ha spiegato i diversi brani che si accingeva ad eseguire, rivelando tuttavia una vena molto più intimista e malinconica del solito, poichè alcuni dei testi erano fortemente connotati in senso autobiografico e gravidi di ricordi ed emozioni. Voce potente, grandi escursioni sonore, accompagnate da una manifestazione di canto globale: Sarah Jane Morris canta con l'intero corpo che si agita e si scuote in modo molto "jerky", a scatti, un po' evocativo della presenza scenica di Joe Cocker, ma ricorda anche tanto alcune delle atmosfere intensamente emozionali di Janis Joplin che è, indubbiamente, una delle "radici" della musicalità di Sarah Jane Morris, come dimostra l'esecuzione - a mo' di tributo - della cover di "Take another little piece of my heart", uno dei pezzi più dolenti e appassionati della grande Janis. E solo Sarah Jane Morris è capace di eseguirlo, facendo in qualche modo rivivere la passione e le emozioni che, con questa canzone, trasmetteva Janis.
A Sarah Jane Morris, vanno tutte le nostre simpatie: non delude mai.
Infine, momento clou della serata, veramente tanto atteso, è stato quello dell'entrata in scena - dopo l'ennesimo cambio palco di "doctor" Jimmy Cliff e della sua band che ha offerto ai fan un caleidoscopio di motivi ska e reggae, con una grandissima presenza scenica ed un effetto trascinante sia sugli impenitenti danzatori che si sono letteralmente scatenati, sia sul resto del pubblico che non ha potuto fare a meno - sul finire - di alzarsi in piedi e seguire i riff a tempo di musica, mettendo in moto qualche parte del corpo, il piede o le spalle o soltanto le braccia o le mani o la testa. La vera musica è così: entra nella testa attraverso le orecchie, ma poi - se è veramente trascinante - finisce con il diventare un'esperienza psicosomatica diffusa che dalla testa scende in tutto il corpo e, per quanto si voglia essere compassati, il corpo viene invaso e sommerso dalle sonorità.
Con i cromatismi musicali e i ritmi di Jimmy Cliff si è chiusa splendidamente questa 14^ edizione del Womad in Sicily, aderente al circuito internazionale del Womad fortemente voluto da Peter Gabriel, e realizzata con la direzione artistica di Fabio Lannino.
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