Alcuni giorni fa mi sono recato ad Agrigento in auto: lungo il tragitto, sono stato colpito - come sempre - dalla vista del paesino di Vicari appostato su di un'altura, al cui apice si trova un alto castello che, diruto sino a qualche anno fa, oggi è stato restaurato. L'avvistamento di Vicariavviene quando si arriva quasi al termine di un vasto tratto pianeggiante, dopo aver percorso circa 50 km della statale Palermo-Agrigento.
Un tempo, prima che costruissero la Scorrimento veloce, dopo la piana, si doveva faticosamente salire sino a Vicari, lungo una strada tortuosa e stretta, per poi scollinare e scendere in direzione di Lercara Friddi.
Immaginate come doveva essere questo viaggio quando non esisteva il motore a scoppio e si viaggiava da una città all'altra con le carrozze!
Ma anche con le auto, il viaggio sino ad Agrigento negli anni Sessanta era lungo e faticoso, quando oggi con la scorrimento veloce in un'ora e mezzo-due ore si è a destinazione.
Un tempo, i briganti appostati sulla montagna scrutavano la pianura sottostante (la Piana di Vicari, appunto) e, quando avvistavano una carrozza, una diligenza oppure un viandante su di un destriero, si preparavano all'agguato e alla ruberia.
Questa è una delle storie che mi raccontava mio padre, ogni volta che passsavamo per di qui, popolando la mia fantasia di immagini che poi ritrovavo nei libri di avventura che instancabilmente mi dava da leggere.
Molte delle storie che mi raccontava, ne sono certo, erano vere e fondate. Altre, invece, facevano parte del corpus di racconti tramandati da una generazione all'altra e da lui raccolti nella sua infanzia (soprattutto da parte di quell'infacatibile intrattenitrice dei molti figli e narratrice di storie che era sua madre Erminia - per me, la nonna Ia).
Come queste storie erano state raccontate a lui, così lui le narrava a me, accendendo la mia fantasia e facendomi rivivere quasi dal vero le storie di cui leggevo.
Quando passavamo di là e mi raccontava della storia dei briganti, io palpitavo attendendo di lì a poco l'assalto dei maramaldi, ma rimanendo in cuor mio intrepido, perchè ci sarebbe stato lui a proteggermi.
Del resto, è questo il modo con cui si tramandano le storie e con cui nascono miti e leggende.