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17 maggio 2014 6 17 /05 /maggio /2014 08:46

Una visita alla Stepney City Farm. La fattoria dello zio Tobia nel cuore dell'East End

 

(Maurizio Crispi) La "Stepney City Farm" è un luogo straordinario, come altri che ho già visitato, come la piccola city farm lillipuziana ai piedi del "grattacielo" di Tarling Street, a due passi da casa nostra, oppure la  Hackney City Farm, un po' più distante, ma sempre in zona o anche la Spitalfield City Farm, dalle parti di Brick Lane.
E' una vera e propria fattoria dello zio Tobia nel cuore della Londra metropolitana.
Vederla in opera ha quasi dell'incredibile.
E non è soltanto una "finta" attrazione ad uso e consumo dei bambini che sono coartati nei loro condomini e privati di un autentico rapporto con il mondo naturale, ma un un luogo vero ed autentico, dove molti che, per lo più prestano la loro opera su base volontario (ma intanto apprendono un mestiere) ci lavorano, un luogo che produce i frutti della terra "organic" come si dice qui - biologici, diremmo noi.
Un luogo di salvation per animali da "produzione" destinati altrimenti a morte certa.
Una visita alla Stepney City Farm. La fattoria dello zio Tobia nel cuore dell'East EndPer esempio in un ampio recinto ci sono ex-galleria da batteria che sono lasciate qui a razzolare liberamente e a riprendersi da una vita grama e asfittica. "Presto recupereranno il loro piumaggio" - si può leggere su di un cartello che racconta la loro storia. Galline in riabilitazione: incredibile!
Ma ci sono anche le pecore con una moltitudine di agnelli e il temibile montone dalle corna ricurve, gli asinelli miti e dolci, le capre. Per non parlare di oche ed anatre e dei maiali, nel loro recinto, sormontato da un piccolo cartello con una scritta gialla su fondo rosso: "Attenzione, i maiali possono mordere"!
Ma poverini! Se capita che lo facciano non è che siano cattivi. In fondo i maiali (intesi come animali) - come ci insegna lo psicoanalista statnitense poi divenuto spiritualista ed animalista, J. M. Masson, in uno dei capitoli di un suo affascinante saggio, Il Maiale che cantava alla luna. La vita emotiva degli animali da fattoria (Il Saggiatore, Milano, 2005) - sono capaci di grandi sentimenti e sanno essere romantici. Forse più umani degli umani.
Ma non solo: c'è anche un recinto con un piccolo stagno e tutt'atttorno un ambientazione lacustre adatta per i volatili alla ricerca di refrigerio.
E poi, un'ampia area destinata agli "allottment": che sono delle piccole aioule rettangoli (sarebbe meglio dire dei "terrari") che chiunque può prendere in affitto per coltivalrli con ciò che preferisce, procedendo attraverso tutte le fase, dalla preparazione alla semina, alla sarchiatura e infine al raccolto: e tanti arrivano giornalmente e fanno i loro lavori nel minuscolo appezzamento di terreno che è stato loro assegnato.
In un altro angolo, ci sono le arnie con le api operose che producono cera e miele
Uova, latte, prodotti dell'orto, miele vengono venduti o direttamente o dietro prenotazione.
E gli acquirenti non mancano mai: i prodotti vanno a ruba. Ogni sabato i prodotti della fattoria vengono messi in vendita e c'è davvero un affollamento di acquirenti che vengono ad acquistarli.
E poi, ci sono anche la bottega del fabbro e quella del falegname, dove vengono anche organizzati corsi per l'apprendimento delle tecniche base di queste due attività. Ed infine, vi è persino un "Centro di Arte Rurale" che immagino possa insegnare i rudimenti della "land art" oppure come combinare il senso dell'estetica con i lavori agricoli.
Una visita alla Stepney City Farm. La fattoria dello zio Tobia nel cuore dell'East EndOggi tutto ciò che è lavoro manuale (e non solo) è disprezzato perchè è considerato l'opposto del tempo libero, dello svago e dell'intrattenimento, mentre un tempo - attraverso il lavoro che rimaneva la realtà primaria - si cercava anche di dare soddisfazione ad altre esigenze fondamentali e si perseguiva il bello: pensate, ad esempio, all'intrinseca bellezza di un muretto a secco ben fatto o di una staccionata realizzata con pali di legno avanzati dal digrossamento del bosco. Anche nel lavoro il perseguimento del bella e della cosa ben fatta.
I lavori fervono in un benefico contatto con la natura.
Sono tantissimi i bambini in visita, accompagnati dai genitori o delle intere scolaresche ciarliere: infatti questa city farm, come le altre dislocate nel territorio metropolitano hanno delle speciali convenzioni con le scuole in modo da poter insegnare ai ragazzini le vie dell'agricoltura, il ciclo delle stagioni, la vita degli animali domestici.
Ma ci sono anche degli adulti da soli o in coppia arrivano in visita, attratti dalla pace e dalla serenità che il luogo inspira e che fa respirare assieme all'aria che entra nei polmoni.
Attraverso questa visita si ha l'opportunità d'un contatto vivificante e benefico con il mondo della fattoria operosa: del resto, la canzoncina della fattoria di zio Tobia è impressa nella mente di tutti i noi e un tempo era il succedaneo immaginario del contatto reale con gli animali che ci vivono (la canzone-filastrocca italiana era " Nella Vecchia fattoria" e fu magistralmente interpretata dal Quartetto cetra, mentre il suo corripsondente inglese si chiama "Old MacDonald Had a Farm").
Qui hanno pensato: "E se invece di cantare ai nostri bambini la canzoncina, gliela facessimo vedere?".
Non manca una simpatica caffetteria, con dei tavoli disposti fuori, ombreggiati da robusti alberi fronzuti: ci si sofferma volentieri a bere un caffè e a mangiare una pasta, mentre in questa precoce primavera, con temperatura quasi estive, è in corso un'ora di intrattenimento musicale per un gruppo affollatissimo di bambini (e di mamme). L'iniziativa si chiama "Frogprince Baby Music" e si svolge ogni venerdì mattina alle 11.00.
Tutto bello, tutto perfetto, quasi troppo, se penso alle nostre realtà imperfette e alla nostra incapacità di organizzare cose come questa, sulla base di un semplice lavoro volontario e della disponibilità dell'Amministrazione comunale di cedere dei suoi terreni e destinarli a questa finalità che assolve contemporaneamente alla finalità dell'intrattenimento e dell'utilitarismo.
Il tutto in uno scenario bucolico che riporta il visitatore indietro nel tempo: impressione accresciuta dal severo campanile dell'antica Chiesa di Stepney che occhieggia tra gli alberi.
Quii se sei davvero fortunato, in un magico istante, una coccinella può posarsi sul tuo braccio e rimanere con te per tutto il tempo della tua visita.

Piccoli miracoli che possono ancora accadere.

 

 

 

 

 


 

 

Una visita alla Stepney City Farm. La fattoria dello zio Tobia nel cuore dell'East End

 

 

 


 

 

 

Una visita alla Stepney City Farm. La fattoria dello zio Tobia nel cuore dell'East End

 

 

 


 

 

Una visita alla Stepney City Farm. La fattoria dello zio Tobia nel cuore dell'East End

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Come sono arrivato qui

DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

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