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1 agosto 2014 5 01 /08 /agosto /2014 07:41

Una passeggiata lungo la South Walk, tra scoperte casuali e sorpreseAlcuni giorni fa, con Gabriel - armi e bagagli - in una calda giornata di Luglio, siamo andati a trovare Maureen nel posto in cui lavora nel cuore di Vauxhall.

Quindi ci siamo avventurati con Babacino in una lunga camminata in una zona per me a me ignota: superata la London Bridge Station, si trattava per me di entrare di un territorio pressocché sconosciuto (che peraltro alcuni mesi prima avevamo percorso a piedi con Maureen per raggiungere il punto d'arrivo della London Marathon).
La zona di Vauxhall si trova sul lato sud del Tamigi, lungo il quale è stato compiuto negli anni recenti un grande lavoro di riqualificazione ambientale, rendendo fruibile ilpercorso pedonale lungo il Tamigi che qui è stato designato come "South Walk".
La riqualificazione ha avuto uno dei sui culmini nella costruzione del London Eye che, pur essendo stato concepito come installazione temporaneacon un termine ben preciso, visto l'enorme successo di pubblico è stato mantenuto in vita, e del pedonale ed avveniristico

Millennium Bridge. Il Southwalk, a partire dal Borough Market è sempre incredibilmente affollato, in primo luogo da frotte di turisti, ma l'affollamento si riduce sensibilmente quando si supera il Waterloo Bridge che conduce alla House of Parliament e al "centro politico" e governativo di Londra.
Una passeggiata lungo la South Walk, tra scoperte casuali e sorpreseEppure prima di arrivare alla zona del London Eye non sono manate le sorprese, come il Museo dedicato all'ingegnoso David Kirkaldy, ingegnere scozzese che mise a punto un enorme machinario per sottoporre a test di resistenza e di verifica svariati materiali e manufatti di grandi proprozioni, tutto visitabile (ma solo nella prima domenica di ogni mese) in un apposito museo il Kirkaldy Testing Museum, oppure, avendo imboccato una stradina laterale che poi non ho più seguito, il dickensiano Cross Bones Graveyard, praticamente ai piedi dello Shard: una zona di terreno incolta, chiusa da una recinzione ornata da ogni sorta di oggetti, bambole, pezzi di carta con scritte commemorative, bambole e bambolotti e cuori di plastica. Si tratta d'un antichissimo cimitero, una terra sconsacrata dove, andando indietro sin quasi al Medioevo, venivano seppellite le prostitute; poi semplicemente i poveri e in generale gli "outcast" della Società. In tempi recenti, s'è accesa una discussione tra coloro che volevano sfruttare questo terreno per costruirvi edifici moderni e quanti invece si sono sottoposti fermamente, sostenendo che trattandosi di un antico cimitero - sia pure destinato soltanto a prostitute e a poveri, andasse rispettato. Per il momento, ha prevalso la seconda posizione: e, prendendo degli accordi telefonici, il terreno si puà anche visitare in tour notturni. In speciali occasioni commemorative, all'ingresso e all'interno, vengono accesi ceri e lumini votivi. In generale, è divenuto un luogo di commemorazione di chi non è più e per chi ha avuto la sfortuna di andare incontro ad irreparabili derive esistenziali.
Per non parlare dell'incontro assolutamente imprevisto con gigantesche panchine a forma di divano e poltrona, su cui le persone che vi si accomodavano - come usufruendo degli arredi del salotto buono di una famiglia di giganti - sembravano dei piccoli ed insignnificanti lillipuziani.
Superate le code di turisti che vogliono fare un giro su una delle più grandi giostre panoramiche del mondo e quelli che vagabondano sull'argine abbellito e rinnovato, pieno di accadimenti e di bancarelle, busker e figuranti, il Waterloo Bridge, i turisti scompaiono del tutto, quasi per incanto, e la South Walk diviene appannaggio quasi esclusivamente dei lavoratori e degli impiegati che sciamano a metà giornata dai loro uffici per consumare il lunch che hanno protato da casa sulle panchine o seduti sui prati che si aprono di quando in quando in quando, altri invece a correre la loro oretta salutare.

Una passeggiata lungo la South Walk, tra scoperte casuali e sorpreseOltre il Waterloo Bridge camminado lungo l'argine che è stato abbellito con delle panchine sopraelevate in modo da poter guardare, stando comodamente seduti, il fiume oltre il parapetto piuttosto alto si percorre una zona che pure aveva delle finalità portuali anche se per imbarcazioni di piccolo tonnellaggio che è il White Hart Dock.
In questa zona si addensano numerosi edifici governativi, anche quelli che hanno gestito e gestiscono i servizi segreti britannici. Per esempio, si può scoprire con sorpresa una statua bronzea raffigurante una donna anonima: leggendo la targa commerativa sul plinto di marmo si apprende che la statua è dedicata a tutti gli agenti segreti che hanno operato sotto copertura ("Special Operation Executive") e che hanno dato la vita per il proprio paese. E, ovviamente, non si può non pensare a James Bond, agente con licenza speciale (007) dei romanzi di Ian Fleming e dei film che ne sono scaturiti, ma soprattutto ai romanzi pensosi e tanto "conradiani" di John Le Carré.
Ma la cosa più straordinaria in cui ci imbatte è una serie di panchine ricavate da imbarcazioni a remi di foggie diverse che sembrano essere delle esatte riproduzioni - se non gli originali - di quelle agili barchette a fondo piatto che venivano usate -prima delle costruzione dei Dock - per il carico e lo scarico delle navi mercantili che arrivavano qui a ritmo continuo da tutto il mondo.
Queste panchine, come anche la prua di una grande nave modellata in bronzo che esce fieramente da un edificio di costruzione moderna, sono un omaggio alla tradizione marinara di un paese che deve la sua espansione e la sua forza al suo fiume che ha rappresentato l'origine di mote vie marittime che hanno portato i britannici in tutto il globo terracqueo.
Le panchine a forma di barca, oltre ad una struttura lignea restrostante che ricorda l'ossatura rovesciata di un noviglio, fanno parte del White Hart Dock Memorial che venne inaugurato nel 2009 dalla Municipalità di Lambeth.
Questa è una delle cose più interessanti e apprezzabili dello spirito britannico e londinese in particolare: quello di volere "immortalare", dando un significato ed una storia a ciò che è rimasto,ma nello stesso tempo creando tracce ed indizi per poter fissare nella memoria dei cittadini e dei passanti o flaneur che siano ciò che c'è stato e che adesso non è più visibile e consentendo quindi di vederlo con gli occhi della mente.
Ciò che non è ricordato èdimenticato per sempre. Ciò che viene ricordato anche da una semplice targa bronzea o da un pannello esplicativo affissi su di un muro, viene ricordato e tramandato. Qui c'era questo, qui c'era quell'altro, qui è stato fatto questo e così via.
In questo modo, si moltiplificano le stratificazioni geologiche e di una città che ha quasi 2000 anni di storia alle sue spalle.

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Come sono arrivato qui

DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

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