(Maurizio Crispi) Omicidio in biblioteca. Sulle tracce di Sherlock Holmes di Felicia Carparelli, edito da Gargoyle Books, 2012 (traduzione di Elena Cecchini; titolo originale "Murder in the Library. A mystery inspired by Sherlock Holmes and one of his famous cases", in libreria dal 20 settembre 2012), è un romanzo poòiziesco "classico", ispirato alle indagini homesiano, ma forse anche ai plot di Agatha Christie, di gradevole lettura.
Il volume è stato proposto da Gargoyle nel suo programma editoriale di ampliamento dei temi a partire dalla sua mission originaria che era quella di coltivare con proposte inedite o con ripescaggi colti il filone horror.
In qualche misura, vi si rende omaggio a Sherlock Holmes e alla sua arguzie investigativa, con il particolare riferimento ad un personaggio (e ad una trama) di uno dei più famosi plot investigativi che lo vedono come protagonista assiEme al fidato Watson (che qui non menzioniamo per non rovinare al lettore il piacere della scoperta).
Avviene un delitto in una Biblioteca pubblica di Chicago e la vittima è nientemeno che il suo direttore, Hieronymus Wilde, detestato da molti ed idolatrato da altri per la sua cultura e per il suo fascino di tombeur des femmes..
Chi sarà l'assassino? Quali i suoi moventi?
Il mistero s'infittisce ancora di più, quando un secondo bibliotecario viene trovato morto stecchito, per non parlare di altri colpi di scena.
Apprendiamo gli sviluppi della vicenda attraverso la voce narrante di Violetta Aristotle, pure lei bibliotecaria, vedova da cinque anni del compianto Siegfried, vagamente punk (ma ancora veste il lutto), capelli lunghissimi e forme procaci, figlia di un ristoratore greco e di una cantante lirica italiana.
Il poliziesco è morbido, senza effetti sanguinari e truci, tutto centrato sull'effetto morbido delle conversazioni tra i diversi personaggi. alla maniera del giallo investigativo vecchio stampa.
Ed intanto, con piacere e trepidazione del lettore si dipana una timida storia d'amore tra il primo investigatore comparso sulla scena dell'omicidio (Mick McGuire, aitante irlandese dai capelli rossi e penetranti occhi verdi) e la bella e ritrosa Violetta.
Il romanzo si legge indubbiamente con molto piacere, anche perché introduce il lettore nel mondo dei bibliotecari, che viene descritto con competenza ed osservato con disincanta ironia (mettendone in luce anche idiosincrasie e tic), visto che Felicia Carparelli è essa stessa - nella vita vera - una bibliotecaria e che, dunque, scrive di ciò che conosce meglio, mettendolo in scena con arguzia.
(Dal risguardo di copertina) Chi ha ucciso Hieronymus Wilde? Il suo acerrimo nemico, la sua amante o una donna del passato? Quando il suo corpo viene trovato senza vita nella Biblioteca dell'Università del Midwest, si scatena l'inferno. Perché qualcuno avrebbe dovuto uccidere un bibliotecario? Il detective Mick McGuire scopre subito la manomissione delle prove da parte della bibliotecaria Violetta Aristotle e della sua assistente Scarlett Prendergast, e inizia a sospettare di loro. Ma la biblioteca, oltre a essere la scena del crimine, è anche quella del colpo di fulmine tra McGuire e Violetta. Abbigliamento punk, forme procaci, e una certa temerarietà: la giovane donna ha un grande amore per il cibo e per la cucina trasmessole dal padre, un ristoratore di origini greche. In occasione di un ricevimento. Violetta porta in biblioteca i kourabiedes. Negli irresistibili biscotti al burro e chiodi di garofano preparati per la figlia da Sam Aristotle è stato aggiunto, però, un ingrediente imprevisto: l'arsenico, causa della morte di Mr. Wilde. È dunque Violetta l'assassino? E i bibliotecari sono davvero le persone che crediamo? Stralunati tipi con scarpe antiquate e occhiali della nonna? O invece, dietro le loro placide sembianze, si nascondono spietati e viziosi sicari?
L'incipit
«Oh mio Dio! È Hieronymus Wilde!»
Scarlett uscì di corsa dal suo ufficio.
«Che dici?», domandò. «Che succede?»
Indicai il corpo inerte di Wilde steso a terra su un tappeto cinese déco color porpora, donato da un appartenente al bel mondo. Sembrava disposto in modo strano sul disegno del tappeto: i piedi erano adagiati in modo apparentemente casuale su una fantasia floreale, e una farfalla sembrava svolazzargli vicino all’orecchio sinistro. Intorno al corpo c’erano i frammenti di una statuetta di Shakespeare.
«È inciampato e si è messo al tappeto da solo?», mi domandò Scarlett china sul corpo.
«Magari era ubriaco ed è finito contro la parete», le risposi. […]
«Wilde… Hieronymus. È ora di svegliarsi», dissi. Gli diedi un’altra spinta, stavolta con tutto il piede. Era rigido e capii che qualcosa non andava.
Una breve nota bio sull'autrice. Felicia Carparelli (1952) ha collaborato con la Chicago Public Library e attualmente lavora come bibliotecaria e docente di Pedagogia Speciale alla Chicago Public School. Prima ancora che scrittrice, è una lettrice entusiasta – organizza reading e modera un club del libro –, appassionata di Agatha Christie, Dorothy L. Sayers e naturalmente di Arthur Conan Doyle. Oltre a Omicidio in biblioteca. Sulle tracce di Sherlock Holmes (Gargoyle, 2012), è autrice di A Perfect Life in Hell e di The Mysterious Affair at Longbourn.
Vive a Chicago, città che ama e in cui sono ambientati tutti i suoi romanzi.