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18 aprile 2013 4 18 /04 /aprile /2013 15:22

Un grave caso di bullismo a Palermo e l'incerta presa di posizione dell'Istituto scolatico interessatoMio figlio mi ha parlato d'un increscioso episodio di violenza (senz'altro rubricabile in senso lato dentro la categoria del "bullismo") accaduto a Palermo, nel periodo delle vacanze pasquali (dunque a fine marzo), anche se i fatti hanno avuto risonanza nella cronaca cittadina solo alcuni giorni dopo (a metà circa di aprile).
Una squallida storia in cui un ragazzo dell'istituto Don Bosco è stato selvaggiamente picchiata da tre altri compagna di scuola (di cui però due di 21 anni, ripetenti).
Dall'articolo pubblicato nella pagine palermitane de La Repubblica (Don Bosco, studente pestato dai compagni, 13 aprile 2013, repubblica.it), la tragedia si sarebbe consumata in tre tempi.
Prima, la vittima dell'aggressione avrebbe insultato (o detto qualcosa di non gradito) ad un suo compagno di scuola.
Poi, in un secondo tempo, vi sarebbe stato una richiesta di chiarimenti e una prima aggressione da parte dell'"offeso", spalleggiato dai due ragazzi maggiorenni, pure alunni della scuola.
Questo primo scontro si sarebbe risolto per l'intervento di un passante.
Ma in un terza fase, la vittima dell'aggressione, ha incautamente seguito i tre aggressori (o forse è stato costretto a farlo) in un garage poco distante, fuori dalla vista, e qui è stato nuovamente aggredito e picchiato (forse con l'ausilio di tirapugni).
I tre dopo averlo picchiato con loro comodo e vigliaccamente, senza nessuna storia, vista la loro dominanza numerica, si sono allontanato rivolgendogli ulteriori minacce.
Il ragazzo, soccorso dal portiere dello stabile, è stato portato in ospedale e ricoverato per tutte le cure del caso, dal momento che era stato ferito gravemente.
E' stato operato all'occhio (per un probabile distacco della retina), gli è stata applicata una placca in corrispondenza dell'osso zigomatico (probabilmente frantumato dal tirapugni) e sono state suturate delle ferite lacero-contuse pure nella zona dell'occhio offeso.
E' probabile che il ragazzo picchiato a sangue non possa recuperare del tutto l'uso dell'occhio offeso, con una perdita quindi del visus.

MI sembra che l'episodio sia assolutamente increscioso, anche perché a quanto sembra, mentre i due maggiorenni hanno abbandonato la scuola, il terzo ragazzo (ancora minorenne) non è stato espulso dalla scuola, poiché - a dire del direttore dell'Istituto, don Carmelo Umana: «Stiamo seguendo un percorso con il nostro studente e la sua famiglia, abbiamo preferito evitare un'espulsione e intraprendere una strada che potrebbe anche approdare al volontariato»
Certo è che i due maggiorenni rischiano delle conseguenze penali gravi, in considerazione della natura dell'aggressione e delle lesioni che hanno inflitto alla loro vittima designata.
Ma ciò che più colpisce è il fatto che alcuni alunni dell'Istituto si siano schierati palesemente a favore degli aggressori, manifestando un'aperta simpatia verso di loro, quasi che la parte lesa quella violenza "se la fosse meritata".
E questo è davvero un paradosso e un rovesciamento dei termini, ma la dice lunga su quanto siano efficaci gli apparati educativi delle nostre scuole (anche di istituti prestigiosi come il Don Bosco) a fronte della azione continuata di diseducazione e di istigazione alla violenza verbale e non di certe trasmissioni televisive che, a mio avviso, andrebbero censurate: trasmissioni come quella ideata da una nota conduttrice TV, in cui lo scontro transgenerazionale o tra pari viene costantemente incoraggiato come una forma di sana "assertività".
Un grave caso di bullismo a Palermo e l'incerta presa di posizione dell'Istituto scolatico interessatoE allora in questo rovesciamento paradossale delle cose, il ragazzo che è stato picchiato, siccome aveva nomea tra i suoi compagni di scuola, di essere "antipatico", di essere un "rompicoglioni", finisce con l'essere catalogato come un perdente, uno che quello che ha preso - in termini di botte e di lesioni - se lo è andato a cercare
Ritengo che l'unica via da seguire, in questi casi, debba essere da parte delle autorità preposte, e in primis della dirigenza scolastica, di mettere le cose nella giusta prospettiva, anziché perseguire la via caritatevole e salvifica del perdono e della remissione dei peccati. Le prese di posizione nette, inoltre, sono al servizio della "civiltà".

La civiltà nelle relazioni interpersonali attiva dei circuiti virtuosi e genera ulteriore civiltà nel senso del rispetto reciproco e dell'uso costruttivo di strumenti dialettici nel confronto con il nostro prossimo (non tanto nel senso melenso delle "buone maniere", anche se l'educazione alla loro pratica ci sta anche nel quadro complessivo), mentre l'inciviltà genere un livello via via crescente di inciviltà se non si trovano dei correttivi e degli antidoti.

A volte è necessario che delle punizioni, se è il caso, vengano dispensate, senza esitazioni e senza alcuna forma di malinteso buonismo o di pericolosi psicologismi.
Altrimenti la scuola ha fallito il suo compito educativo (e formativo) e si potrà giungere alla conclusione che ormai la "vera" educazione è quella che viene impartita dalle trasmissioni televisive, dalle reality, dalle sitcom che valorizzano la prevaricazione e l'aggressione come strumento per primeggiare.
Ai fini della comprensione dell'atteggiamento sostanzialmente tiepido della dirigenza scolastica, sarebbe anche interessante capire quale sia lo status sociale delle rispettive parti implicate.
Non sarei sorpreso di dover constatare che la vittima, cioè lo studente picchiato selvaggiamente, abbia alle spalle una famiglia che, in termini di censo o di influenza, pesa meno di quelle dei suoi aggressori.

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commenti

M
Come ho detto anche nel commento precedente, ripudio ogni forma di violenza, come anche la maggior parte dei miei coetanei.<br /> Continuo comunque a sostenere l'inesistenza di un legame tra la scuola e l'atto in sé. Quante volte sentiamo al telegiornale di questi eventi purtroppo? Tante, certamente! Ma non ho mai assistito<br /> ad un accanimento del genere nei confronti di un istituto, ma ciò sicuramente non dipende dal fatto che i ragazzi fanno parte di una scuola qualunque, ma perché fanno parte del don Bosco<br /> Ranchibile, rinomata per il sistema educativo adottato. Mi sembra ridicolo che la vittoria ottenuta a livello nazionale dalla NOSTRA scuola di teatro non sia stata menzionata da NESSUNO, se non un<br /> trafiletto da parte di una testata giornalistica locale, però bisogna fare dai 3 ai 4 articoli nei vari giornali, con tanto di spiegazione dettagliata passo per passo, anche sbagliata. Comunque<br /> ribadisco che in questo momento mi sento di difendere in pieno lo spirito salesiano e la scelta delle istituzioni della mia scuola.<br /> Aggiungo anche il mio dissenso nei confronti della scelta di inserire nell'articolo la questione della differenza di censo, un cliché poco gradevole agli occhi di lettore comune.
Rispondi
D
<br /> <br /> Proprio perchè l'Istituto salesiano è portatore di determinati, acclarati, valori, si rimane sorpresi nel constatare che la maggior parte degli studenti siano rimasti pressocchè indifferenti al<br /> fatto (o che addirittura a detta di alcuni si siano apertamente schierati nel sostenere le ragioni degli aggreessori), reclamando piuttosto che il riprovevole fatto non appartiene alla scuola,<br /> perchè è accaduto al di fuori di essa.<br /> A prescindere dalla ragioni che hanno determinato l'atto di violenza, la violenza agita va comunque condannata e, in questo caso, data la natura del gesto compiutto, è chiaro che, a mettersi<br /> dalla parte del torto, sono stati gli aggressori.<br /> Quin, non si mettono in discussione i valori educativi e pedagogici salesiani, ma l'atteggiamento di indifferenza e la mancanza di una presa di posizione coerente con i valori etici e morali<br /> dell'educazione salesiana.<br /> <br /> <br /> <br />
M
Buonasera,<br /> da giorni, ormai, vengono stampate sui giornali pagine, riguardanti questo argomento, che al leggerle sembrano infinite per il dolore che provocano dentro ognuno di noi.<br /> Essendo uno dei tanti studenti dell'Istituto accusato di aver preso le difese dei ragazzi in questione, mi sento in dovere di ribellarmi contro l'uso dannoso che si fa dei mezzi di comunicazione<br /> per far passare il Don Bosco Ranchibile come la "scuola del perdono" o come la scuola nella quale tutto passa liscio, senza che nessuno prenda dei seri provvedimenti, ma oltre questo, vorrei capire<br /> il motivo per il quale la scuola è stata -per così dire- "tirata in ballo".<br /> Noi studenti siamo stanchi di essere accusati, abbiamo altre a cui pensare, come per esempio gli Esami di Stato, ma siamo sicuramente sconvolti per l'accaduto. Non uso a casa la parola "sconvolti",<br /> perora ci sentiamo come ci si sentirebbe in una famiglia nel momento in cui avverrebbe un fatto così brutto. Infatti, noi siamo abituati a vivere in una Famiglia, in pace e serenità.<br /> Concludo dicendole che sono sicuro che capirà il mio sdegno nei confronti dell'accaduto, ma soprattutto nei confronti dell'uso indiscriminato della Stampa.<br /> Arrivederci
Rispondi
I
<br /> <br /> Apprezzo il suo commento, proprio perchè i mei post - a differenza degli articoli di stampa più specificatamente giornalistico - si propongono di attivare riflessioni e suscitare dei dibattiti<br /> costruttivi.<br /> Su una cosa, tuttavia, mi permetto di dissentire: l'evento anche se tecnicamente si è svolto all'esterno dell'Istituto Don Bosco - lo riguarda direttamente, perchè ad essere coinvolti, da una<br /> parte e dall'altra, sono stati dei suoi allievi.<br /> In ogni caso, è stata compiuta un'azione brutale oltre che vigliacca, in cui uno è stato soverchiato da tre (di cui due maggiorenni, ricordiamocelo bene) e picchiato selvaggiamente.<br /> Qualsiasi cosa sia accaduta prima, qualsiasi siano le ragioni che hanno preceduto l'azione violenta e di prevaricazione, nulla ha più valore di fronte ad un'azione che è solo espressione di<br /> inciviltà e d'incapacità di accettare con altrui un confronto basato semplicemente sulla dialettica e sulla discussione - e,  eventualmente, anche sulla tolleranza.<br /> Se si è incapaci di cogliere questo punto, ciò significa che si è pronti a sposare in pieno la "legge del bastone e della clava" che è propria dei regimi totaltari, in cui il diverso, colui che<br /> non ci paice, colui che dissente dal nostro modo di pensare viene perseguitato e, se è il caso, anche fisicamente eliminato.<br /> Non penso che, al giorno d'oggi, noi vogliamo arrivare a questo, visto che spesso, senza in realtà sapere cosa questa parola implichi esattamente, ci definiamo individui "civilizzati" e<br /> "democratici" e "tolleranti della diversità".<br /> E aggiungo che, in casi come questo, l'indifferenza e l'atteggiamento tiepido, possono diventare una forma di violenza persino peggiore di quella agita; ed anche, infine, di complicità<br /> morale.<br /> Ma ognuno è libero di pensarla a modo proprio. <br /> <br /> <br /> <br />

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Come sono arrivato qui

DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


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