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5 aprile 2013 5 05 /04 /aprile /2013 15:44

Un giorno devi andare. Un bel film visto per caso, senza averlo sceltoCon mio figlio l'altra sera, volevamo andare al cinema, ma la realizzazione di questo nostro programma è risultata un po' indaginosa. Malgrado tutto, alla fine, siamo riusciti nel nostro intento.
In un primo tempo siamo andati al Fiamma per veder eun film (che adesso non ricordo più).  Ma all'arrivo, avevano chiuso da un mometo all'altro la sala e sospeso la proiezione per un problema tecnico...
E' seguita una veloce e febbrile consultazione attraverso una connessione estemporanea su mymovies per mezzo dell'I-phone di Franci (i mezzi della tecnica!) e abbiamo deciso di andare al Gaudium, facilmente raggiungibile a piedi e soprattutto a piedi.
Ma abbiamo dovuto fare egualmente una bella corsa per arrivare in tempo...
Ci siamo presentati alla biglietteria e qui ci hanno detto che lo spettacolo delle 10.30 non avrebbe avuto luogo per mancanza di pubblico (quando la sfiga ci mette il suo zampino...)...
Ma ci hanno invitato ad entrare nella sala accanto (Gaudium Iulii) dove il fim in programmazione è iniziato da poco più di 5 minuti.
"Andate, andate, visto che il film è appena inziato e questo non lo proiettiamo più, entrate senza pagare il biglietto" - ci hanno esortato (bontà loro).
E ci siamo accomodati dentro, senza nemmeno sapere il titolo del film, non parliamo del contenuto.
La storia è ambientata tra l'Italia e il Brasile con una certa verve documentaristica e didascalica sul contrasto e la differenza tra la vita in Occidente e la vita nelle Favelas brasiliane e lungo i piccoli villaggi sparsi lungo il Rio delle Amazzoni.
E' la storia di una giovane donna alla ricerca di se stessa e di un modo diverso di vivere, in contrasto alla sua famiglia benestante, ma fondalmente sfasciata.
C'è una presa di posizione sulla semplicità della vita nelle Favelas, che secondo i criteri occidentali non offrono comodità e modernità, ma che si fondano sulle relazioni interpersonali, sulla reciproca solidarietà e sul senso forte della comunità e del reciproco aiuto.
Augusta (Jasmine Trinca), allontanandosi dalla sua famiglia in Italia, si accosta ad un gruppo di "volontari" che svolgono attività missionarie e che si pongono, in un certo modo, come "colonizzatori" insensibili però alla cultura e ai valori della gente del posto (e che quindi dietro la maschera della bontà nascondono una forma di violenza).
Augusta finisce con il distaccarsi anche da loro, iniziando una sua peregrinazione autonoma (una forma di erranza, si potrebbe dire) e un suo personale percorso di conoscenza che è felice sino ad un certo punto (perché le offre la scoperta dell'autenticità nei rapporti tra le persone), ma che viene bruscamente interrotto da un evento doloroso che la spinge ad allontanarsi in una sorta di eremitaggio, come se questa scelta, quella di essere un po' fuori da tutti gli schemi, sia l'unica possibile, forte e di chiusura nei confronti del mondo degli altri e, nello stesso tempo, di apertura e permeabilizzazione alla natura maestosa della grande foresta amazzonica e del paesaggio fluviale, con qualche incursione nel mondo dell'infanzia e nella spensieratezza dei giochi.

Il film che offre delle maestose visioni del Rio delle Amazzoni e, prima, delle popolose Favelas di Manaus è un po' lento a tratti: ed io mi sono addormentato, per una decina di minuti, senza tuttavia perdere il controllo e senza perdere scene davvero essenziali...
Ah, il titolo! E' "Un giorno devi andare" di Giorgio Diritti (2012).
Poi, nel bel mezzo della proiezione qualcosa nel proiettore si è inceppato, e il fotogramma bloccato ha cominciato a deteriorarsi rapidamente: sembrava di vedere l'inizio della scena dell'incendio in Nuovo Cinema Paradiso.
Poi, hanno rimediato: comunque, per 10 minuti buoni abbiamo patito una visione a scosse e a balzi.
Comunque, alla fine, la serata è andata...

Scheda film:
Regia: Giorgio Diritti. Interpreti: Jasmine Trinca (Augusta), Anne Alvaro, Pia Engleberth; Sceneggiatura: Giorgio Diritti, Fredo Valla; Fotografia: Roberto Cimatti; Musiche: Marco Biscarini, Daniele Furlati; Montaggio: Esmeralda Calabria; Scenografia: Jean-Louis Leblanc; Costumi: Hellen Crystine; Produzione: Arancia Film, Rai Cinema, Wild Bunch; Distribuzione: Bim. Italia, 2013, 110'.

 

Il trailer

 

 


 
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Come sono arrivato qui

DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


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