(Maurizio Crispi) Perdo uno scaldatesta, non mi ricordo più dove l'abbia messo e poi lo ritrovo, nel momento in cui ne indosso un altro...
L'altro giorno, avevo freddo alla testa e volli indossare per tenere al caldo i miei pensieri uno scaldatesta di tessuto tecnico: rosso come il copricapo di Babbo Natale, perchè mi mette allegria (il mio preferito, insomma).
Oltre al voler sempre tenere al caldo i miei pensieri, c'è il fatto che, se la testa misi raffredda repentinamente, mi vengono delle abnormi crisi di starnuto che spesso non si concludono prima di 10 o anche 15 potenti e sconqassanti "esplosioni" che mi lasciano semplicemente estenuato.
Ma questo scaldatesta che pure avevo usato sino ad un giorno prima non sono riuscito a ritrovarlo. Delle due una: o l'avevo perso irremediabilmente o l'avevo riposto da qualche parte a casa o chissà dove e non ero più in grado di ritrovarmi dove.
In questa seconda eventualità, la momentanea scomparsa era stata frutto sicuramente di una di quelle azioni che compiamo fuori dagli schemi abitudinari.
Il mio scaldatesta rosso da babbo natale non lo trovo più da due giorni!
Un vero mistero.
Dopo lungo cercare, mi sono messo il cuore in pace. Perso definitivamente! - mi sono detto.
Quando - in uno dei giorni successivi alla scomparsa - sono uscito, ne ho indossato un'altro, sempre a scopo preventivo: a maggior ragione perché l'aria era piuttosto pungente.
Ma l'altro che preferisco dfi gran lunga me lo sono portato nel cuore, per così dire.
Ad un certo punto, ho sentito caldo e ho cominciato a sudare e, quindi secondo una tecnica termoregolativa ben collaudata mi sono levato il copricapo: nel far così, uscendo dal buio più totale in cui brancolavo, sono riuscito a pensare (finalmente! Era ora!) a quale fosse stata l'ultima volta che avevo indossato lo scaldatesta rosso.
E ho rivisto come si trattasse di un film le mie azioni di quella mattina, sulle quali era calato l'oblio più totale.
E' stato di sabato mattina, per la precisione: me lo ero levato esattamente nello stesso punto del mio giro per tenermelo in mano sino alla fine.
E poi cos'era successo?
E, improvvisamente, mi sono ricordato dove l'avevo messo: finita la corsa ero andato direttamente in garage a cercare un vecchio giocattolo di Franci che si trovava lì (una specie di fancy truck, detto "trucky") per poterlo fare usare a Gabriel. Lì, per poterlo prendere, mi ero dovuto transitoriamente liberare le mani dagli ingombri.
Ho visualizzato esattamente dove l'avevo messo: proprio sul sellino della moto.
Sono andato in garage e los caldatesta era lì esattamente dove l'avevo visualizzato.
La nostra memoria funziona così: tutto è registrato in qualche maniera, a volte consapevolmente a volte in maniera subliminare.
Spesso si tratta di sciogliere delle preclusioni che impediscono al ricordo corretto di affiorare alla coscienza.
A volte ciò che cerchiamo si trova disposto su di uno sfondo confuso e si mimetizza.
A volte, abbiamo dimenticato un'intera sequenza di gesti che includeva uno specifico momento: e quel momento è memorizzato assieme all'intera sequenza, in uno schema olistico.
Quindi, in alcuni casi, occorre ricordare l'esatta sequenza dei nostri gesti, andando a ritroso rispetto al momento presente.
Ecco quindi uno degli scherzi che ci gioca la nostra mente e i trucchi per venire a capo di transitori vuoti di memoria.