Quella che si stende davanti ai miei occhi é una città fantastica di minareti e di pinnacoli sottili ideati dal più ardito degli architetti ed eretti a sfidare la forza di gravità
E un aereo enorme si avvicina e manovra malaccortamente, portandosi nella sua planata sempre più in basso proprio sulla città.
Il pilota cerca di riportarlo in quota e l'ala di sinistra comincia a sollevarsi.
Lo schianto, però, sembra inevitabile, anche perchè l'aereo è davvero enorme, tale da occludere del tutto la vista dell'orizzonte con la sua massa: in confronto la città che sembrava così ardita sembra essere stata costruita da Lillipuziani.
E, in proporzione, gli arditi minareti e le torri possenti sembrano meno che miseri stuzzicadenti e spilli lucenti.
Io sono lì tra il mastodontico aereo e la città di Lilliputh, io stesso lillipuziano.
Cerco scampo, ma non ve n'è alcuno.
Che ci faccio lì?
Non lo so.
Vorrei avvisare qualcuno del pericolo imminente, ma sono bloccato da un'inspiegabile paralisi che mi impedisce di muovermi e che sigilla la mia voce, all'infuori di mugolii senza senso.
Mi sento tra il martello di Dio e l'incudine della città onirica.
Poi, il miracolo.C'è sempre qualcosa di prodigioso che accade nei sogni.
Il Tempo si arresta e tutto rimane bloccato in una fantastica composizione.
Il gigantesco aereo argenteo sospeso sulla città, in un'impossibile angolatura.
La città minuscola e fantastica, dove ancora miracolosamente nessuna struttura è ancora crollata, benchè il contatto tra alcuni segmenti dell'aereo e le più ardite archittetture sià già avvenuto.
Tutto rimane sospeso, in un attimo che si fa eternità.
La salvezza rimane nella sospensione del Tempo: e per quanto tempo durerà questo istante fermo, dilatato all'infinito?
Non lo so e non voglio saperlo.
Mi basta sapere che c'è la sospensione prima dell'esecuzione del verdetto.