(Maurizio Crispi) Ho letto - divorato da un'autentica passione - quasi tutti i romanzi di James Ellroy e, quindi, non ho mancato di acquistare anche una graphic novel tratta da uno dei suoi racconti (o romanzi brevi), che sono quelli in cui il suo stile sincopato si fa ancora più fulminante, a volte quasi al limite dell'illegibilità (a meno che non si riesca ad entrare nel giusto ritmo di lettura, come quando si ascolta il fraseggiare di un musicista jazz).
Si tratta del racconto Torch Song, che è stato trasformato in graphic novel dal disegnatore belga Ptoma (Mondadori, 2009).
L'ho letto in un pomeriggio piovoso di inizio febbraio in meno di un'ora.
Le tavole a fumetti scorrono veloci, perché prima di soffermarsi nei dettagli, si guarda l'insieme.
Il piccolo racconto di Ellroy, la cui prosa spezzata come il fraseggiare d'un riff jazzistico e il cui continuo altalenare tra ricordo nostalgico di un inafferrabile passato e squallido presente, si è adattato perfettamente alla sua traduzione nelle tavole di una breve graphic novel.
"Spade Hearns è un ex-poliziotto che ha abbandonato il suo lavoro perché non sopportava più la consuetudine all'orrore che richiedeva quotidianamente. Si è riciclato come investigatore privato, più che altro per non leggere troppa delusione negli occhi del rigido padre; e poi, almeno, così 'avrebbe scelto da solo i suoi incubi'. Ma quando si trova ad indagare su di una rapina in banca finita in strage in circostanze poco chiare, alcune coincidenze lo costringono a sprofondare di nuovo nell'incubo che, da quattro anni, cerca di mantenere confinato in un recesso dell'anima irrimediabilmente graffiata. È un incubo abitato dal fantasma d'un amore perduto senza spiegazioni, senza un preavviso, senza un perché. Hearns sa bene che non può scampare a questo scomodo passato; allora meglio affrontarlo a muso duro per tentare di chiudere definitivamente una ferita che da troppo tempo ormai sanguina goccia a goccia, e lo sta consumando..." (da "Il Mangialibro.it")
E' una tipica storia "alla Ellroy", che - come si sa dalla sua biografia, per chi avesse letto il suo "I miei luoghi oscuri" - è stato per sempre segnato nella sua infanzia dalla misteriosa uccisione - rimasta impunita - della propria madre, avvenuta quando lui aveva ancora meno di dieci anni e che - dopo avere attraversato un periodo di abbandono all'alcool e di vita trascorsa alla deriva - ha sviluppato la sua carriera letteraria, cercando di scandagliare "i suoi luoghi oscuri" e di venire a capo, al tempo stesso, del mistero irrisolto della morte della madre.
E il racconto si conclude, cinico, con il sapore amaro della sconfitta.
L'amore perduto non potrà più risorgere e rimarrà per sempre relegato al passato.
Ptoma, sceneggiatore e disegnatore di Bandes dessinnées, vive a Bruxelles.
Sinossi. Ex poliziotto, il detective privato Spade Hearns si trova a indagare su una carneficina avvenuta in circostanze poco chiare e soprattutto a proteggere Maggie Cordova, cantante di cabaret.
La vicinanza con la donna però riapre in lui, vecchie ferite di cuore e sembra far vacillare l'obiettività e la freddezza del professionista.
Una breve postilla da Wikipedia per spiegare il titolo.Nella tradizione americana viene definita torch song (letteralmente canzone torcia, canzone fiamma) una canzone d’amore nella quale il cantante canta di un amore non ricambiato o perduto, o di un amore nel quale uno dei due amanti è ignaro dell’esistenza dell’altro, oppure uno dei due amanti è partito, o ancora una relazione rovinata da un intrigo romantico.
Il termine deriva dal modo di dire "reggere il moccolo a qualcuno" (in inglese appunto to carry a torch for someone), o da "alimentare la fiamma di un amore non corrisposto".
Le torch song sono più una nicchia che un genere, estrapolata dalla tradizione del canto jazz dal momento che le torch song seguono una struttura melodica blues.
Alcuni esempi di torch songs sono: Can’t help lovin’ dat man(1927), Lili Marlene (1938), One for my baby (1943), The man that got away (1954), Ne me quitte pas (1959), Losing My Mind (1971) e And I am telling you (1982).
Le cantanti donne di musica leggera vengono chiamate torch singer quando il loro repertorio consiste soprattutto in canzoni di questo stile. Tuttavia l’appellativo di torch singer che, all’inizio, veniva quasi esclusivamente associate alle cantanti donne, oggi viene usato anche per cantanti uomini.
A torch song is a sentimental love song, typically one in which the singer laments an unrequited or lost love, either where one party is oblivious to the existence of the other, where one party has moved on, or where a romantic affair has affected the relationship.
The term comes from the saying, "to carry a torch for someone", or to keep aflame the light of an unrequited love.
Tommy Lyman started the use in his praise of My Melancholy Baby. Torch singing is more of a niche than a genre, and can stray from the traditional jazz-influenced style of singing, although the American tradition of the torch song typically relies upon the melodic structure of the blues. Some examples of torch songs are "Can't Help Lovin' Dat Man" (1927), "Lili Marlene" (1938), "One for My Baby" (1943), "The Man That Got Away" (1954), "Ne me quitte pas" and "Here's That Rainy Day" (1959), "By the Time I Get to Phoenix" (1965), "One Less Bell to Answer" (1970), "Losing My Mind" (1971), "And I Am Telling You" (1982), and "I Will Always Love You" (Whitney Houston cover) (1997).