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22 gennaio 2014 3 22 /01 /gennaio /2014 07:11

The Deep. Una storia islandese di sopravvivenza: un bell'esempio di cinematografia indipendente(Maurizio Crispi) The Deep è un incisivo e sobrio film islandese, di Baltasar Kormákur (2012), basato su di una storia vera che parla di una tragedia del mare e di un'incredibile vicenda di sopravvivenza..

Kormákur ha portato sullo schermo ciò che in Islanda è leggenda. Si tratta di uno strano caso realmente accaduto nel 1984, allorquando un peschereccio naufragó nelle gelide acque dell'isola di Vestman. 
Dell'equipaggio si salvò solo un uomo, che riuscì a sopravvivere in condizioni impossibili con temperature disumane: Gulli, un tipo comune che divenne senza volerlo un eroe nazionale e, allo stesso tempo, un fenomeno scientifico da studiare.
E' una storia che apre una breccia sui limiti del corpo umano.

 

 

Un peschereccio al largo delle islandesi isole Vestmann affonda. Cinque dell'equipaggio muoiono. 
Solo uno si salva dopo aver nuotato per oltre sei ore nell'acqua gelida verso la terraferma, attraversando poi a piedi scalzi una distesa di lave taglienti, per presentarsi infine barcollante alla porta d'una casa prima di collassare in preda - finalmente - alla spossatezza e alla ipotermia.
Il sopravvissuto viene guardato con diffidenza, interrogato ed esaminato, perché non ci spiega come abbia potuto sopravvivere tanto a lungo con la temperatura dell'acqua gelida: è una persona comune, fumatore e sovrappeso, senza alcuna qualità straordinaria; e non è nemmeno un provetto nuotatore, specificamente allenato.
L'atteggiamento verso di lui oscilla, un po' viene considerato un eroe nazionale, un po' una foca umana ed uno scherzo di natura verso il quale provare diffidenza, oltre alla pena soggettiva per essere sopravvissuto agli altri.
Alla fine, tutto ritorna alla normalità con la nostalgia dei compagni di pesca morti attorno a lui, ma dei cui ultimi momenti può rendere dolente testimonianza ai familiari in lutto.
Mentre scorrono i titoli di coda del film si possono vedere degli spezzoni di un'intervista rilasciata dal personaggio reale sulla cui vicenda è costruita la storia.

Il film propone una riflessione su una quasi disumana "resilienza" di fronte a condizioni ambientali propibitive.
Ma anche sui meccanismi mentali che si mettono in moto per aiutare l'individuo in condizioni estreme a resistere: per esempio, nel film è straordinariamente bello ed intenso il dialogo con il gabbiano che vola salto su di liui e la rievocazione di ricordi di infanzai e della vita quotidiana che appaiono come nel monitor di un televisore vecchio stampo, con le immagini significative dell'eruzione vulcanica del 1973 che seppellì sotto una pioggia di ceneri quasi per intero la cittadina di Vestmanneyear, il principale villaggio di pescatori delle isola Vestmann: anche lì, in nel dispiegarsi di questi ricordi, traspare una storia di coraggio, determinazione, resistenza.

Alcune delle musiche della colonna sonora riecheggiano gli stilemi dei Sigur Ross e ciò rende il film ancora più apprezzabile.
Un bell'esempio di cinematografia indipendente, fuori dal solco delle major hollywoodiane.
Non mi risulta che in Italia sia stato distribuito nelle sale cinematografiche (e, in effetti, la sua scheda non compare nemmeno sul www.mymovies.it).

 

 

Il trailer

 

 


 

 

Visto in DVD a casa...

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Come sono arrivato qui

DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


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