(Maurizio Crispi) Da qualche tempo erano stati piazzati nei giardini cittadini di Palermo, a cura dell'Ammistrazione comunale, dei parchetti giochi per i più piccini: scivoli, altalene e struttura di legno per arrampicarsi e simulare avventure, come in tutto il mondo.
A dire il vero, tutto èstato realizzato in modi un po' ruspanti, nessuna pavimentazione speciale ma solo nuda a terra che a furia di scalpiccio si è trasformata in finissima e fastiodosa polvere desertica, nessuna recinzione onde evitare pisciate e cacate di cani nell'area riservata ai bambini ed anche per sottolineare l'importanza che i minori vi entrassero accompagnati almeno da un adulto responsabile. Ma quanto meno, per quanto con una sciatteria ordinaria dalle nostre parti erano state almeno realizzate delle aree gioco per i piccini.
Comunque, pur con le sue carenze, la cosa è andata: erano molti i bambini e relativi genitori (o responsabili sostituitivi, tipo nonni e zie) a gravitare attorno ai parchetti, come - ad esempio - a Villa Sperlinga.
Succede di recente che un bambino si fa male venendo giù da una scivolo.
I genitori fanno causa al Comune per negligenza e quant'altro e la vincono, sicché il Comune è ora tenuto a rifondere alla parte lesa una congrua cifra.
Scottata dall'esperienza, cosa fa a questo punto l'Amministrazione comunale?
Ecco arrivare le solite soluzioni che non affrontano mai i problemi, anziché trovare delle vie che consentano di far sempre meglio, facendo tesoro dall'esperienza!
Qual'è la soluzione al problema che, in questo caso, ha adottato il Comune di Palermo?
Quella draconiana di rimuovere in un sol colpo tutti i giochi e gli svaghi dai giardini pubblici!
Le due ville maggiormente colpite dall'iniquo provvedimento sono state Villa Trabia e Villa Sperlinga.
Per i bambini adesso rimangono soltanto aree attrezzate per lo svago a pagamento come - ad esempio - l'orribile parco giochi adiacente al Giardino Inglese.
Quale avrebbe dovuto essere la risposta più corretta? Quella pragmatica...
E cioè?
Semplice! Prendere spunto dall'accaduto per fare dei lavori migliorativi, allocare un tappeto di materiale più morbido al posto della nuda terra o del cemento, costruire delle recinzioni, piazzare dei cartelli, avvisando che l'area giochi è destinata esclusivamente a minori solo se accompagnati da adulti responsabili e così via.
Come riportato nel sito web palermobabyplanner.it, Francesco Maria Raimondo, Assessore comunale al Verde pubblico e ai Giardini storici, qualche delucidazione in merito.
Riporto uno stralcio dall'articolo in questione.
«A seguito di alcuni incidenti avvenuti in ville pubbliche, - dichiara l'Assessore - abbiamo dovuto ritirare le strutture precarie e insicure presenti a Villa Trabia e Villa Sperlinga».
L’Assessore conferma dunque che l’annosa questione della sicurezza nei parco giochi è alla base dell’improvvisa scomparsa di scivoli e altalene dalle due ville palermitane (come accennato precedentemente in questo commento da un nostro lettore).
Come ha dettagliatamente descritto il dirigente del settore Ambiente, Domenico Musacchia, un paio di bambini sono stati vittime delle attrezzature ludiche presenti nei parchi. In particolare, l’assenza di tappeti morbidi è stata la causa di lesioni a un bambino accidentalmente caduto. Inoltre, la sabbia presente in sostituzione degli appropriati tappeti, poteva provocare cattive reazioni se ingerita dai bambini, come pare sia già avvenuto.
Tali esperienze, vissute sulle pelle dei bambini, hanno indotto l’amministrazione comunale a intervenire immediatamente con la rimozione dei giochi al fine di garantire la sicurezza dei minori.
Le motivazioni che fronisce l’Assessore intervistato ("garantire la sicurezza dei bambini") sono espressione, a mio avviso, di un atteggiamento vacuo e scarsamente pragmatico.
Un’atteggiamento rispondente alla definizione/connotazione di "pragmaticità" sarebbe quello di migliorare le misure di sicurezza (recinzioni, tappetti morbidi e quant’altro), senza smantellare le aree giochi.
Quello che ha fatto l’Amministrazione pubblica è stata la classica risposta: “C’è un problema? Lo aboliamo alla radice, sospendendo il servizio erogato!”.
Non è così che si fa!
io suggerirei all’Assessore di venire a farsi un giro a Londra e a dare un’occhiata alle aree attrezzate per bambini e ragazzini più grandicelli che qui sono presenti dovunque e vedrà come le cose possono funzionare egregiamente, abbinando sicurezza, economicità, accessibilità e per il resto confidando nel senso di responsabilità dei cittadini e dei genitori.
Se l'Assessore volesse venire, sarei lieto di accompagnarlo in modo tale che egli possa vedere con i suoi occhi (e toccare con mano) alcuni esempi significativi di come si realizza e si maniteien un'area giochi attrezzata per bambini e ragazzini, con tutte le opportune differenziazioni connesse alle diverse etàdegli utenti.
La soluzione di "mantenere" ciò che c'era, adottando delle misure migliorative, avrebbe avuto il pregio di garantire la continuità di ciò che era stato fatto (e del realtivo servizio erogato) e anche, solo guardando al risvolto pratico, non avrebbe disperso al vento l'investimento già fatto.
In UK si ragiona così e, quindi, nelle aree giochi destinate ai bambini vige il principio che la responsabiltà di quanto accade è solo ed esclusivamente degli adulti che accompagnano i minori, ma nello stesso tempo la manutenzione, il confort, i coefficcenti di sicurezza sono sempre ottimali, badando anche a differenziare tra i giochi destinati ai piccini-piccini da queli adatti a bambini più grandicelli.
E' inteso che il benessere dei piccini è nelle mani degli adulti accompagnatori: e, quindi, non è presente nessun addetto che sia responsabile della sicurezza, mentre tutto viene tenuto in ordine impeccabile e in adeguato stato di manutenzione da da personale "invisibile" (che opera cioè in orari periferici) .
Ma è chiaro che qui a Palermo, benchè il Sindaco Orlando abbia in passato fatto una campagna su "Palermo, Città Europea" non siamo in Europa, e siamo lontani mille miglia dall'avere il senso pragmatico e di appartenenza alla comunità e la responsabilità civile che invece sono la grande caratteristica dei cittadini britannici e di chi li amministra.
In UK, non "a volte", ma sempre si fa affidamento sulla civiltà dei cittadini - e scusate il pleonastico gioco di parole -, ma l'Assessore sembra sconoscere che il cittadino, in quanto "cives" nell'accezione latina, dovrebbe implicitamente essere civile e fare di tutto per contribuire al benessere e al funzionamento della comunità di cui fa parte.