Vado a trovare Lara e Roberto. dopo la loro Gara dei Tre Rifugi e passo a prenderli da un piccolo villaggio dove si trovano in vacanza.
L'idea è di spostarci di qualche chilometro e di andare a mangiare nella mia casa di campagna.
Arrivo con la mia auto e parcheggio scioltamente: tutto bene, se non fosse che sono sull'orlo di un dirupo.
Quando scendo dall'auto mi accorgo che sia la ruota anteriore sia quella posteriore sono piazzate esattamente sopra un'esile lastra (anzi, poco più di una sfoglia...) di roccia che è già tutta incrinata: quindi, basta un niente perchè si spezzi.
Sono spaventato all'idea di rimettermi in auto.
Si aprono scenari mentali in cui precipito con tutta l'auto e mi sfracello nel dirupo sottostante.
Ma Roberto mi di incoraggia, dicendomi più volte che ce la posso fare e ripetendomi che devo avere fiducia in me.
Dopo quest'iniezione di fiducia, evidentemente ce la faccio a manovrare e rimango incolume. Infatti, poco dopo, siamo tutti assieme in auto e stiamo viaggiando.
In un altro momento del sogno, sono in un posto dove è radunata molta gente.
Sono andato lì per fare delle foto.
C'è un gruppo di donne - non esattamente in forma - intente a far ginnastica sotto la guida di uno sprovveduto istruttore...
Poi ci sono dei podisti sparsi.
Sembrano tutti a riposo, per il momento.
Almeno la maggior parte.
Mi spiegano che altri sono ad allenarsi su di un percorso - di cui mi dicono anche il nome (che non riesco a ricordare).
Aggiungono che, quando si va a fare l'allenamento lì, si parte tutti assieme, ma che poi - ad un certo punto - tutti cominciano a tirare a più non posso e si "scannano" a vicenda.
C'è un'altra donna che tira foto, ma sembra piuttosto inesperta.
Ed io cerco di dispensarle dei consigli, chiedendole tra un cosa e l'altro, cosa sia venuta a fare qui.
Ad un certo punto visto, che le cose ristagnano e mi sto annoiando a morte, decido di andare via.
Ma ero lì per fare le foto o per fare altro?
Legittima domanda!
Perché, prima andare via arrotolo nel suo alloggiamento un tubo da giardinaggio e ne stacco l'estremità fissata con un giunto a vite al rubinetto che è aperto a tutta forza, sicchè una grande quantità d'acqua comincia a fluire dappertutto.
Lasciandomi alle spalle i podisti a riposo e le loro signore che fanno attività ginniche (ma senza grandi risultati), mi avvio per uscire fuori, attraversando una grande folla.
Quando sono già abbastanza lontano, mi accorgo di aver dimenticato la mia attrezzatura fotografica , ma è ormai troppo tardi per ritornare a prenderla.
Penso che qualcuno la custodirà per me sino alla prossima volta.
La folla che sto fendendo è troppo fitta.
C'è gente che sembra aver bivaccato lì per giorni e giorni, ci sono hippie e figli dei fiori come in un grande raduno alla maniera di Woodstock o dell'Isle of White, ci sono saltimbanchi e giocolieri, ma anche brigatisti e black blok.
E poi venditori ambulanti di cibarie e altri ammenicoli.
Il gelataio, il venditore di fette di anguria agghiacciate, il pannellaro con la sua lapa e il venditore di spincione, ma anche il baracchino degli hot dog.
Molti mangiano e bevono, altri si fanno le canne.
Ma nello stesso tempo, una parte della grande folla freme e i diversi gruppi fremono e tendono a mescolarsi assieme.
La folla diventa animata e dotata di una vita propria, un immenso corpo con migliaia di propaggini.
Ho un ultimo colpo d'occhio della folla come se stessi ascendendo su di un aerostato, passando da una visione limitata dei singoli gruppi che mi circondavano alla visione di un campo di corpi e di teste brulicanti che si estende sempre di più man mano che la mia visione si va allargando.
E capisco che sta per ricominciare una rivoluzione.