(Elena Cifali) Seduti alla stessa panchina.
Dialoghi semplici ma incisivi i nostri. I figli, i nipoti, il lavoro, la sua pensione e la possibilità di aiutare quel figlio che non trova lavoro.
La voce si fa più sottile e tremolante e tradisce il suo stato d'animo.
Il cartellone sopra di noi mostra i suoi numeri luminosi che giocano a rincorrersi.
A184, B095, A185.
"È il mio turno signora, la saluto" Si alza lentamente.
"Siamo tutti sotto questo cielo, siamo tutti figli suoi", continua a dirmi mentre alza il pollice al cielo ed è già quasi lontano da me.
Mi viene voglia di seguirlo per ribadire.
Per puntualizzare, per ribattere.
Siamo tutti figli ...
Ma figli di chi?
Figli dei calciatori miliardari e dei padri disoccupati.
Figli della generazione "bamboccioni".
Figli delle pensioni minime e di quelle sociali.
Figli della spazzatura differenziata che però non si differenzia.
Figli delle donne forti che la sera si impasticcano.
Figli del "faccio tutto da solo, ma ti prego aiutami".
Figli dello "sport che passione" anche se poi mi dopo.
Figli del lavoro precario, di quello sottopagato e del trasferimento preventivo.
Figli del mobbing e dello stalking, tanto non ci condanna nessuno.
Figli della Chiesa: Una, Santa, cattolica e Apostolica che nasconde i
vescovi pedofili.
Figli dell'effetto serra e dei cibi contaminati che si comprano anche al bio.
Figli di Ebola e dell''HIV, ma che mi importa è un problema africano.
Figli delle missioni spaziali che non curano i tumori.
Figli della televisione con il telecomando in mano.
Figli della diffidenza e della maldicenza alla faccia dell'amicizia.
Figli del "dov'è finita la decenza? ".
Figli del petrolio.
Figli dei call center.
Figli del "il fumo uccide" ma non importa a nessuno.
Figli ... figli ... figli ... ho detto figli, non gigli!
Ok prendo fiato, mi servirà per urlare a gran voce: figli di puta!