Ricordo sempre cose del passato: alcune sono presenti, altre compaiono all'improvviso sulla base di un minimo stimolo esterno oppure a causa di un 'improvvisa associazione.
Adesso, mi capita sempre più frequentemente di avere a che fare con i miei ricordi.
Poi, vorrei poter raccontare le cose che ricordo, fissarle in qualche modo, preservandole dalla plasticità della memoria in cui i nostri ricordi, nel tempo, si modificano, ogni volta che vengono rievocati.
Ogni ricordo raccontato è diverso: se una tale cosa la racconto oggi, sarà in un certo in un modo; ma raccontandola dieci anni prima - o dopo - il racconto di quest'evento sarebbe venuto fuori diverso, con dettagli differenti oppure del tutto cambiati. Questo è uno degli elementi affascinanti della memoria che, con i suoi meccanismi (rievocazione e reminiscenza), ci offre un testo di noi stessi che si riscrive in continuazione.
Il ricordo non è mai obiettivo, ma è sempre intriso di soggettività.
Ricordo e scrivo dei miei ricordi.
Sembra quasi che io sia ossessionato da questo compito che mi do.
Non sono uno scrittore qualificato (uno Scrittore, con la S maiuscola) certamente, ma molti scrittori - anche se questo non sempre appare chiaramente - scrivono per ricordare e per non dimenticare ciò che hanno ricordato o che si mantiene vivo nella loro memoria (ma sino a quando, se non lo si fissa in qualche modo?).
Sono rimasto affascinato dal modo in cui Tiziano Terzani si è avvicinato alla sua fine: chiese al figlio (con il quale i rapporti non erano esattamente distesi) se fosse disponibile a regalargli un'ora del suo tempo ogni giorno. Un'ora che sarebbe stata dedicata al racconto della sua vita. E in quest'ora il figlio avrebbe potuto chiedergli qualsiasi cosa avesse voluto sul suo passato.
Queste conversazioni andarono avanti sin quasi alla sua morte e furono poi pubblicate in un volume ("La fine è il mio inizio. Un padre racconta al figlio il grande viaggio della vita", Longanesi, 2006, con Folco Terzani).
Mi piacerebbe potere ripercorrere così la mia vita, non per farne un panegirico, ma per prendere in considerazione tutto di essa, anche gli errori e i fallimenti.
Sarebbe più facile farlo con un interlocutore attento e affettivamente interessato.
Non parlo ovviamente di uno/a che occupi la posizione di terapeuta: quel tipo di percorso l'ho sperimentato e serve unicamente a te stesso, per riordinare, per chiarire, per trasformare l'impensabile in elemento pensabile.
Quello a cui penso adesso è potere fare una cosa simile a quella che volle fare Tiziano Terzani (anche se non ho la statura di un Tiziano Terzani, ovviamente): con mio figlio, per esempio.
Ma i tempi non sono maturi per questo.
E allora scrivo, sperando che un giorno, anche se non avremo avuto il tempo per il racconto, lui potrà scoprire qualcosa di me leggendo e, a sua volta, potrà ricordare.
Ogni volta che un piccolo ricordo riemerge lo fisso sulla carta ed anche per questo, quando mio figlio era piccolo, avevo preso l'abitudine di registrare i piccoli eventi significativi (per me) e le conversazioni con lui bambino, apparentemente banali e prive di significato, ma degne di memoria.