(Maurizio Crispi) L'altro giorno, camminando dalle parti di Shoreditch High Street mi sono imbattuto in un loto morso ed abbandonato... Strano - ho pensato - di solito sono i torsoli di mela sbocconcellati che vengono buttati per strada...
Mi ritrovo a volte ad immaginare la fiaba di Biancaneve (Snowwhite) in cui la vecchina in gramaglie, anziché offrire a Biancaneve la celebre Mela Avvelenata (che rimanda al biblico frutto della conoscenza), le porge con sguardo malizioso e complice un "Kaki".
Già, il loto con la sua dolcezza un po' terrosa e a volte stucchevole, ma meraviglioso perché - se è al punto giusto di maturazione - ti si scioglie letteralmente in bocca, in Sicilia viene chiamato "Kaki" o "Cachi", non so quale sia la grafia corretta e non so, del pari, se al singolare si debba dire Kako (o Caco).
Ma a dirimere questi miei dubbi ci viene in soccorso Wikipedia, con la sua definizione: "Il cachi o kaki (Diospyros kaki L.f., 1782) (in italiano[1] anche diòspiro o diòspero) è un albero da frutto originario dell'Asia orientale appartenente alle Ebenacee, una famiglia di angiosperme dicotiledoni.
È anche noto come loto del Giappone, sebbene con questo nome si debba intendere più correttamente il Diospyros lotus".
Per questo suo "brutto" nome il povero frutto era oggetto di lazzi e scherni, quando eravamo bambini, e causa di interminabili ridarelle che mia madre doveva interrompere bruscamente con un suo intervento severo: un povero frutto, squisito, ma dal nome immeritatamente così tanto "scatologico".
E dunque è oggetto di frizzi e lazzi, senza potersene difendere.
E cosa potremmo dire del Mela Kaki (o Kaki Mela), una variante del Kaki, ma a polpa soda che si mangia a spicchi, sbucciando il frutto come fosse una mela? E che scritto diversamente presenta una palese scurrilità: Me-la-cachi!?
In effetti quel kaki, abbandonato così sul marciapiedi, malinconicamente sbocconcellato, potrebbe far pensare ad un povero stronzo che nessuno vuole più toccare, un paria lasciato a marcire nel canalo di scolo, un paria tra i frutti che qualcuno si potrebbe perfino vergognare di nominare con il suo nome scientifico.
La signora della buona società, infatti, andando a fare la spesa, dice sempre al verdumaio, con affettazione: "Scusi ce li avrebbe i LOTI"? Oppure: "Mi dia, per cortesia, un chilo di Mela-Loti"! Ma per essere davvero raffinata, la signora dell'HighJet Society in questione, potrebbe anche dire per essere davvero raffinata: "Per cortesia, un chilo di Dyospiros kaki"!
E così la questione sarebbe per sempre risolta, senza ombra di poter essere fraintesa. o di scuscitare un risolino di dileggio.