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23 agosto 2014 6 23 /08 /agosto /2014 12:41

Quando la città dorme

(Maurizio Crispi) La notte si é illuminata delle solite luci, quando si sono spente le ultime braci d'un sole sempre più pigro.

Il vento soffia freddo, annunciando l'inverno.

Soffia. E sotto le sue sferzate le foglie del platano s'arricciano e sbiadiscono, preparandosi all'ultima danza. 

Alcune delle luci sono lontane, irragiungibili, come se appartenessero ad un altro pianeta in rotta di collisione o come fossero delle stelle succedanee che brillano pulsanti e ammiccanti.

Quelle vere sono invisibili all'occhio anche se non al cuore..

Vorrei poter osservare Orione e il Grande Carro nel loro viaggio attraverso il drappo nero della notte.

Nel corso del tempo, posso solo vedere la luna che passa e ripassa, seguendo il suo ciclo immutabile.

Altre luci, invece, sono vicine e familiari.

E sono quelle che incorniciano le facciate dei condomini e illuminano la strada.

Qualcuno esce, quando tutto e buio, per una tardiva passeggiata.

Altri rientrano a passo stanco o frettoloso, a seconda dei casi, lasciando l'eco sonoro di uno scalpiccio.

Un'auto passa veloce: con il pulsare dei whoofer che lasciano una scia di vibrazioni profonde.

Frammenti di una musica etnica risuonano e si perdono subito, come frammenti inintellegibili di una trasmissione radio disturbata. 

Strano! Non ci avevo mai fatto caso: mancano del tutto cani e gatti randagi che si aggirano furtivi come ombre alla ricerca di cibo.

E, del pari, non ci sono le gattare che portano loro leccornie. ... Timeo Danaos et dona ferentes...

E nemmeno c'è un cane trovatello da sfamare. 

Le finestre delle case sono tutte al buio, come orbite nere che si aprono alle propaggini del buio solido e pervasivo: ciò significa che, per lo più, sono circondato da un popolo di dormienti.

Io sono vivo e tutti gli altri sono morti, forse.

Io, un sopravissuto. 

Brilla come un'isola nel buio il solito Dockside Hotel che vedo dalla finestra, con le sue tende colorate di rosso e le lucine colorate, come se fossimo sempre a Natale.

I treni del DLR vanno su e giù incessantemente, nella notte come di giorno: per lo più vuoti a quest'ora, quando la città dorme.

Il bus che porta a Victoria Park passa e si ferma: uno soltanto sale, uno solo scende, davanti al Sonali Garden.

La sua popolazione di viaggiatori si mantiene in equilibrio: ma l'autobus di questa linea di notte - come del resto di giorno - al passaggio da Tarling Street è semivuoto.

Oppure trasporta fantasmi e angeli che si spostano così da un luogo all'altro. 

Ed è per questo che funziona sempre con la regolarità di un orologio.

Tutto cambia di continuo.

Eppure è sempre lo stesso.

Nulla di nuovo sotto il sole. Ma tutto cambia di continuo. Non solo è mutevole, ma anche si evolve. 

La malinconia per non fare le cose giuste.

La nostalgia di ciò che non è e di ciò che non sarà.

La speranza per ciò che c'è.

Gioia e struggimento condiscono sempre ogni pietanza della vita e sono parte di ogni boccone che ci è dato di assaporare. 

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Come sono arrivato qui

DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


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