C'è della magia nell'inverno
che trapassa nella primavera,
Alberi ancora in fioritura
ed altri già rivestiti d'un suontuoso vestito verde
brillantissimo
Uno pigramente stravaccato in panchina
a prendere beato il sole,
due bionde dopo aver corso
supine sul prato a fare esercizi
ginnici e ad allungare i muscoli
come gattine al sole,
un giocoliere si esercita
con le sue palle colorate,
instancabilmente,
provando e riprovando,
fanatici del running cronometrato
fanno le ripetute su una distanza nota
e al termine del recupero si fermano
ansimando come mantici,
una anziana dai capelli color paglia smorta
mangia un panino seduta su d'una panchina
alla memoria
Oggi, il Tamigi è in bassa e lungo gli argini
appaiono graziose spiaggette sabbiose
stranamente senza detriti
(che però ritornano con l'alta marea),
cane e padrone sulla spiaggia
giocano al riporto
Il cane si lancia all'inseguimento
e si tuffa nel fiume
ed eccolo indietro tutto arruffato d'acqua
a deporre la sua preda,
scoodinzolando d'allegrezza
Poi i ruoli si invertono ed è l'uomo
a correre scodinzolando
a raccattare la palla,
con molta democrazia
Oche e cigni,
gabbiani,
topi e ratti,
pecore e capre
tutti - ammantati di colori più brillanti ed inusitati -
celebrano
a proprio modo l'arrivo della primavera,
ma c'è anche l'iridescente consapevolezza
che ogni singola azione
apre un possibile universo parallelo
creando un'infinita serie di linee temporali,
per cui nell'immensità del cosmo
ciascuno è assieme uno e molti
Ho sognato che
in groppa ad un poderoso destriero
mi inerpicavo lungo il pendio ripido fango-argilloso
d'una grande caverna
e sentivo tra le cosce strette
la possanza del mio destriero
che saliva senza fatica,
mentre cercavo di scansare le sporgenze del basso soffitto
pieno di asperità e sporgenze,
per giungere ad un grande salone delle feste,
sontuoso per quanto scavato nel cuore del monte,
come quello della grande festa ne Il Gattopardo,
una grande reggia o forse il set per un film
di grandi risorse
E, poi, sognavo che ero bloccato su di una piccola isola ventosa
di sabbia e roccia
in una dimensione parallela,
dove mi aveva condotto
uno smagliamento nel continuum spazio-temporale
e che non c'era più modo di tornare indietro
il mondo era andato avanti, nel frattempo
i percorsi si erano divisi e biforcati
e il luogo da dove venivo era perso per sempre
Mentre la primavera fioriva attorno a me,
riflettevo anche sul fatto che un altro me
in un altro spazio faceva cose lievemente diverse,
pur respirando l'aria nuova della primavera in arrivo,
eguale, ma diversa:
la vertigine di essere impigliato in mezzo a due specchi che si fronteggiano
e vedere il proprio riflesso moltiplicarsi all'infinito,
in una fuga prospettica
Le albe e i crepuscoli si susseguono
I foglietti del calendario si staccano
ad ua velocità vertiginosa
e volano via in un vortice,
come foglie secche
sospinte da una raffica di vento
Il tempo scorre e non concede sconti
Presto sarà di nuovo inverno
alberi spogli
desolazione
Un corvo solitario
a far la guardia
ad un mondo di ombre
Londra, 11.04.2014