Come tutti sanno, nei paesi europei vine praticata abbastanza uniformemente una campagna di prevenzione del carcinoma del colon-retto, che viene attuata mediante uno screening sulla popolazione target, ovvero quella degli over-60 particolarmente esposti a tale patologia, mediante la ricerca del sangue occulto nelle feci.
All'inizio del 2013, a Palermo ho ricevuto a casa una lettera del Servizio sanitario italiano, nella quale mi si chiedeva di recarmi a ritirare il kit per l'esecuzione del test (seguiva l'elenco dei posti dove andare).
Misi quel foglio in mezzo alla mia agenda, dicendo a me stesso che appena possibile sarei andato (uno di quei tipici penseri che preludono al non fare e al lasciare cadere una cosa come lettera morta...).
La lettera diceva anche che, nel consegnarmi il kit, mi avrebbero spiegato dove andare a portare il "materiale" raccolto per l'esecuzione dell'indagine, preannunciandomi dunque altre seccature e perdite di tempo.
Arrivato in Gran Bretagna, per qualsiasi evenienza, mi sono registrato nel NHS, ovvero al britannico National Helath Service (cosa che si fa molto semplicemente, andando direttamente nell'ambulatorio del GP - ovvero il General Practionner che è l'equivalente del nostro Medico di Famiglia - più vicino alla propria residenza abituale).
A compimento della registrazione (per la quale, senza ulteriori intralci burocratici, è necessaria soltanto una prova empirica di residenza, come ad esempio un contratto di utenza registrato a proprio nome), dopo nemmeno una settimana ho ricevuto una lettera nella quale mi si comunicava che ero stato inserito nel programma di screening per la prevenzione del carcinoma retto-colon e bla-bla-bla, visto che appartenevo alla fascia di popolazione a rischio.
Ma, a diffferenza che in Italia, ho anche ricevuto un kit completo, con tutte le spiegazioni del caso - semplici e chiare - per effettuare la "raccolta", oltre ad una busta pre-affrancata per inoltrare il tutto all'Unità che avrebbe effettuato le indagini.
Anche qui, per vari motivi, ho ritardato, pur avendo la consapevolezza che, in qualsiasi momento avessi voluto, avrei potuto rispondere alla chiamata, senza nessun incomodo per me.
Preso atto del mio ricordo, mi hanno inviato una lettera sollecitandomi ad inoltrare i campioni delle mie feci (l'indagine viene fatta a campionatura su materiale fecale raccolto in tre diversi giorni), con la specificazione che se non l'avessi fatto, non avrei potuto usufruire dell'indagine di screening sino alla prossima tornata.
Mi sono sentito in colpa di fronte a tanta sollecitudine e ho provveduto immediatamente...Vi rispamio i dettagli.
Ho messo il tutto nella busta pre-affrancata e ho spedito il plico, infilandolo dentro una delle solite cassette per lettere rosse a bombolone, tipiche del Regno Unito, anche se ormai sul viale del tramonto, poiché verrano progressivamente sostituite da altre, rispondenti ad uno stile più moderno.
E del resto, mi sentivo anche spinto a portare a termine la cosa, poiché - se non avessi completato la procedura - non avrei potuto mai chiudere un ciclo di osservazioni al riguardo, per poterne successivamente scrivere, raccontando della mia esperienza.
Nemmeno è passata una settimana e ho ricevuto la risposta sempre per lettera.
Tutto a posto, e arrivederci, anche se la lettera specifica - con molto pragmatismo - che il responso dell'esame non può escludere al 100% un'incipiente patologia di quel distretto e che, in caso di sintomi inediti e persistenti, occorre rivolgersi immediatamente al proprio GP.
Una meraviglia!
Nessun incomodo per il cittadino, se non quello di leggere le istruzioni, come sempre chiare e dettagliate, rese più semplici con l'ausilio di semplici disegni, e il tutto scritto in ben 15 diverse lingue, tra le quali person l'Urdu (!!!).
Credo che in Italia tendiamo sempre a rimanere indietro di un passo, perchè non si realizza mai una vera semplificazione delle procedure e soprattutto non si fanno le cose mirando alla certezza del raggiungimento del proprio obiettivo e del vantaggio del cittadino: in ogni caso rimane sempre un margine di incomodo, che - ovviamente - riduce nettamente la compliance auspicata.