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11 novembre 2013 1 11 /11 /novembre /2013 06:55

Oscure presenze. Un bel film sobrio e senza sbavature nella traccia degli X-Files(Maurizio Crispi) Oscure presenze (Dark Skies, in lingua originale) è un film del 2013 (USA) scritto e diretto da Scott Stewart, sotto l'egida dello produttore di  Insidious e Sinister.

La tesi di questo film, come quella dei due citati sopra è ampiamente sviluppata nell'interminabile e popolare serie di X-files. Ed è la stessa in definitiva di "Incontri ravvicinati del terzo tipo", ma senza gli elementi favolistici e meravigliosi che solo la fresca fantasia di Spielberg poteva mettere in scena.


Il tema è quello degli extra-terrestri e della loro presenza tra noi.

Ma in "Oscure Presenze", come negli altri due film citati, nessuno si preoccupa di svelare l'arcano che viene accettato come un dato di fatto, anche se con l'inconveniente che questi extraterrestri, in foma di oscure presenze sempre presenti tra noi a volte si manifestano in una maniera perniciosa.

Come epigrafe al film campeggia una famosa frase di Arthur C. Clarke, uno dei maestri della fantascienza "scientifica" che così recita: "Si possono fare due ipotesi soltanto: o siamo soli nell'Universo o non lo siamo. Ma entrambi le ipotesi sono terrificanti".

 

In altri termini, il dilemma propone due possibilità altrettanto sconvolgenti: quella che gli uomini siano gli unici abitatori dell'Universo oppure quella che lo debbano condividere con altri inquilini di cui non possiamo sapere nulla e che, proprio per questa impossibilità epistemologica, non possono che terrorizzarci, con una loro presenza incombente, ma sempre sfuggente e, dunque, di per sé perturbante.

 

La storia narra le vicende di una famiglia che vive in una confortevole casa nella periferia urbana di una grande città statunitense. Daniel e Lacy Barrett, padre e madre di Jesse e Sammy, diventano testimoni di una serie di eventi molto strani e inquietanti fino a diventare il bersaglio di una forza terrificante e mortale: scoprono con orrore che il loro bambino di sei anni è stato posseduto da degli alieni. Decidono quindi di trovare il modo per risolvere il mistero, e quindi, salvare la famiglia in pericolo.


Quale è il rimedio? Non ve ne è alcuno - come dice loro un "esperto" che, dopo molte reticenze i due genitori si recano a consultare - Soltanto cercando di proteggersi all'estremo e tenendo unita la famiglia si potrà evitare il peggio.

Il film alimenta preoccupazioni paranoidi circa il mondo e la realtà, supponendo che non c'è da aspettarsi un'invasione aliena che possa verificarsi in un ipotetico futuro sia essa nella forma minacciosa ventilata da La Guerra dei Mondi di H.G: Wells o quella ben più angosciante che viene rappresentata in L'invasione degli Ultracorpi nei suoi diversi remake (a partire dal romanzo SF "Gli Invasati" - tit. originale "The Body Snatchers" - di Jack Finney), sia essa quella benevola e rassicurante (anche se nel suo manifestarsi ominosa) di "Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo".

Essa c'è già stata e gli alieni sono tra noi, ci osservano e ci studiano e ogni tanto ci prelevano per dei loro fini che rimangono misteriosi (forse esperimenti: ma non si potrà mai sapere esattamente).

Per alcuni versi, la tesi sviluppata dal film è più vicina a quella di Essi vivono di John Carpenter (1988), anche se in questa pellicola - realizzata, come molti film altri di Carpenter a basso costo - prevale un'interpretazione di una presenza aliena fondata sul tema della sopraffazione e del dominio (e dunque con il prevalere d'una chiave di lettura metaforica sconfinante nel sociologico, secondo un'ermeneutica cara a Carpenter).

 

Dunque, Dark Skies è una pellicola che tratta di fenomeni paranormali (che all'inizio appaiono come un banale fenomeno di poltergeist) dietro i quali si nascondono degli alieni, con qualche risvolto horror, ma il tutto giostrato con parsimonia di effetti speciali ed anche senza eccessi di pathos nella colonna sonora. 
Nel complesso, la vicenda si dipana in modo sobrio ed incisivo, con qualche effetto speciale che mai diventa "effettaccio", tuttavia.
Mi sentirei di consigliarne la visione a tuttii cultori degli X-files e del paranormale.
Vi viene proposta anche, definitiva, una riflessione metafisica sul fatto che non siamo noi ad essere - come vorremmo credere - al centro del creato/universo e che sono molte di più le cose che non sappiamo, rispetto a quelle che crediamo di sapere.
Ed anche sul fatto che ad alcune cose "bisogna credere" anche in assenza di inconfutabili evidenze, vincendo ogni scetticismo e la voce della razionalità: adottando quell'atteggiamento mentale che sintetizzato dal famoso motto "I wanto to believe," messo a coronamento di tutti gli episodi di X-Files.

Godibile - con la pioggia degli uccelli migratori che si abbatte sulla casa dove vive la famiglia Barrett - la citazione de "Gli Uccelli" di Hitchkoch ad anche, in contemporanea, il riferimento ad un romanzo di Stephen King (La Zona Morta), nel quale vengono descritti analoghi fenomeni.

 

 

Scheda del film
Titolo originale: Dark Skies

Lingua originale: inglese
Paese di produzione: Stati Uniti d'America
Anno: 2013
Durata: 97 min
Genere horror, fantascienza, thriller
Regia: Scott Stewart
Sceneggiatura: Scott Stewart
Produttore: Jason Blum
Produttore esecutivo: Charles Layton, Jeff Okin, Bob Weinstein, Harvey Weinstein
Casa di produzione: Alliance Films, Blumhouse Productions
Distribuzione: (Italia) Koch Media
Fotografia: David Boyd
Montaggio: Peter Gvozdas
Musiche: Joseph Bishara
Scenografia: Jeff Higinbotham
Costumi: Kelle Kutsugeras
Trucco: Jed Dornoff, Brian Kinney
 

 

 

Interpreti e personaggi principali
Keri Russell: Lacy Barrett
Josh Hamilton: Daniel Barrett
Dakota Goyo: Jesse Barrett
Kadan Rockett: Sam Barrett
J.K. Simmons: Edwin Pollard
L.J. Benet: Kevin Ratner

 

 

Dark Skies locandina

 

Il film in USA venne vietato ai minori di 13 anni per la presenza di violenza, terrore, materiale sessuale, farmaci e linguaggio non adatto

 

 

Il Trailer ufficiale

 

 

 


 
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Come sono arrivato qui

DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

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