(Maurizio Crispi) Ogni goccia di sangue (Titolo originale: Bleed for Me), di Michael Robotham, pubblicato nel 2013 da Time Crime (sezione Narrativa), ha come primo protagonista uno psicologo esperto in criminologia e in criminal profiling, Joe O'Loughlin che, da qualche tempo, s'è ritirato dall'attività forense, per dedicarsi principalmente all'insegnamento, in concomitanza con l'esordio e con l'avanzamento di una forma di Morbo di Parkinson. La migliore amica di sua figlia, Sienna viene incriminata dell'uccisione del padre, l'ex-poliziotto Ray Hegarty e Joe, rompendo il suo ritiro, decide di rientrare in campo, come esperto che deve redigere una perizia proprio sulla presunta assassina (che egli ritiene innocente).
Ma la sua attività rapidamente - grazie anche al suo acume e alla sua perseverazione - si tramuta in un'indagine non autorizzata a pieno campo, nel corso della quale comincia a scoprire non pochi altarini.
E, come nel caso del new journalism, Joe mette nell'indagine tutto se stesso e la propria vita privata (che non è del tutto serena, visto che è sull'orlo di una separazione legale dalla moglie e ha due figlie da gestire congiuntamente), riflettendo sul senso della vita familiare, mentre procede ed esamina quelle degli altri, come se fossero uno specchio deformante in cui può vedere qualcosa della propria.
Il romanzo di Robotham parte come un giallo investigativo (un delitto è stato compiuto e bisogna trovare il colpevole) che presto si trasforma in un thriller con risvolti in nero e con un ampliamento della trama che s'interseca con un altro procedimento giudiziario in corso (in cui la moglie di Joe ha il compito di traduttrice) e l'incursione in un thread di abusi sui minori e di pedofilia in cui Joe si trova alle prese con un personaggio inquietante (apparentemente perbene e stimatissimo) che è, in realtà, un predatore sessuale (e forse perfino una specie di moderno Barbablù). Questo crescente livello di complicazione della vicenda, finisce con l'allontanarla sempre più dalla vita reale, relegandola in un ambito di fiction alquanto fumettara: tuttavia l'intreccio regge e il romanzo si fa leggere sino in fondo, tenendo il lettore con il fiato sospeso.
Ma, nello stesso tempo, il romanzo offre un pungente stimolo di riflessione sul perbenismo dominante della classe media e su come, ipocritamente, si faccia di tutto per mantenere un volto di rispettabilità, mentre vengono perpretate azioni delittuose e forme di abuso nei confronti dei giovani e dei giovanissimi: l'indagine sul delitto (che non è un semplice delitto) toglie il coperchio ad una pentola piena di "orrori", se così si può dire.
Interessante l'ambientazione della vicenda che ha il suo centro nella città inglese di Bath (mai stata al centro di un poliziesco che io conosco e dove peraltro sono stato di passaggio anni fa), con incursioni verso Brighton, a Londra e in Scozia, alla ricerca di indizi sui trascorsi dei principali indiziati.
Come in tutti i polizieschi, anche qui viene rispettato un cliché: Joe ha come collaboratore nlle indagine e sua spalla, un poliziotto in pensione (Ruiz) con il quale, in grande afiatamento e nel rispetto di un profondo ed antico sentimento di amicizia, opera in tandem oppure separatamente, a seconda delle esigenze richieste dallo svilupparsi della trama.
(Dal risguardo di copertina) Se ne sta lì, in piedi davanti alla porta, coperta di sangue. È la vittima di un crimine? O ne è l'autrice? Joseph O'Loughlin è uno psicologo criminale che collabora con la polizia di Bristol, un mestiere che riesce a gestire visto che "il signor Parkinson", come lo chiama lui, non lo ha ancora costretto a ritirarsi. A complicare ancora di più le cose ci si mettono la recente separazione dalla moglie e un rapporto difficile con la figlia più grande. Per Joe non è un gran momento; solo il lavoro, al quale si aggrappa con le poche forze rimaste, è la sua unica ancora di salvezza. Una sera Sienna, la migliore amica della figlia di Joe, si presenta alla porta di casa O'Loughlin. La ragazza è coperta di sangue; non apre bocca, è pallida, rigida, una statua di sale. Poco dopo il cadavere del padre di Sienna, Ray Hegarty, viene ritrovato dalla polizia: giace a faccia in giù accanto al letto della figlia. O'Loughlin comincia a investigare per proprio conto, ma ogni passo lo conduce verso un ginepraio in cui si cospira perché regni il silenzio, la menzogna, perché certe verità fanno male: e allora è meglio insabbiare, corrompere, trovare un capro espiatorio che paghi per gli errori di tutti.
Nota biografica sull'Autore. Nato in Australia nel novembre 1960, prima di dedicarsi alla scrittura, Michael Robotham ha lavorato per diversi giornali e riviste in Australia, Gran Bretagna e Stati Uniti. Come ghostwriter, ha collaborato con politici, pop star, psicologi, avventurieri e personaggi dello spettacolo alla stesura delle loro autobiografie. Il suo primo romanzo, The Suspect, è stato tradotto in ventidue lingue, mentre il secondo romanzo, Lost, ha vinto in Australia il premio Ned Kelly come miglior thriller del 2005. Nel 2008 Il manipolatore si è aggiudicato sempre il Ned Kelly Award come miglior thriller dell'anno.
Hanno detto di "Ogni goccia di sangue" e di Robotham
"Michael Robotham non soltanto crea personaggi inquietanti, ma riesce a legarti indissolubilmente a loro” (Linwood Barclay)
"Una narrazione precisa e intelligente” (The New York Times Book Review)
"Ecco uno scrittore di altissima classe, capace di terrorizzare il lettore fino a togliergli il respiro” (Daily Mail)
"Un inquietante excursus sulle diverse forme di ipocrisia che proteggono chi si è macchiato di un delitto” (The Times)