(Maurizio Crispi) E' sempre particolarmente doloroso sentire di persone più giovani di te che se ne vanno prematuramente, strappate alla vita da un incidente o da una malattia.
Lo è ancora di più, quando la persona che se ne va tu la hai conosciuta personalmente o ci hai lavorato assieme in un rapporto di reciproca stima.
Proprio oggi (il 5 settembre 2012), ho appreso con grande dispiacere che non è più, un'assistente sociale con la quale ho avuto il piacere e l'onore di lavorare in uno dei SerT (Servizio per le Tossicodipenze) di Palermo, di cui - da dipendente dell'Azienda sanitaria - sono stato dirigente per buona parte della mia vita lavorativa, prima di essere trasferito altrove negli ultimi anni che mi restavano prima della pensione.
Tiziana arrivò al servizio (che aveva allora la denominazione di "Centro di accoglienza e orientamento per le tossicodipendenze e l'etilismo"), poco dopo che dall'interno dell'ospedale Villa Sofia c'eravamo trasferiti sul territorio (nella sede di Via dei Cantieri).
Arrivò, quando - dopo un iter lungo e complicato - furono completati gli adempimenti di un pubbclo concorso bandito dal Comitato di Gestione della allora USL 61 (divenuta in seguito Distretto sanitario 13) per l'assunzione di psicologi, di assistenti sociali e di un sociologo per rinforzare e complessizzare l'operatività del Sevizio per le tossicodipendenze, nato da pochi anni soltanto.
E' risaputo che l'arrivo di nuovo personale spesso crea marasma in un servizio dalle prassi consolidate, ma che - nello stesso tempo - rappresenta anche un momento in cui si ampliano le potenzialità e le opportunità di quelle prassi o addirittura se ne crano di nuove.
Nel nostro caso, in quella particolare congiuntura, i mesi successivi all'arrivo di Tiziana, delle altre assistenti sociali, degli psicologi e di un sociologo, furono esaltanti, perchè si aveva l'impressione di vivere un autentico status nascendi, con il consolidamento di prassi già sperimentate e con la creazione di nuove: in quel momento di crescita tumultuosa, di idee che, con entusiasmo, venivano messe al vaglio, di continua riflessione critica sulle prassi ai fini di una loro calibratura, l'arrivo degli operatori neo-assunti venne valutato positivamente dagli operatori già in servizio e visto come un'occasione davvero impareggiabile di accrescimento delle potenzialità e delle opportunità.
Tiziana dimostrò sin da subito di esser un'ottima assistente sociale, attenta e precisa, straordinariamente disponibile ad apprendere le specificità operative del servizio e ad identificare le esigenze dei nostri utenti su cui modulare il suo sapere già consolidato.
Per sua vocazione, polarizzò sin da subito le sue energie all'interno del servizio, sia sul fronte del supporto agli utenti (familiari e tossicodipendenti), sia sul versante di tutte le attività concernenti la raccolta e l'elaborazione dei dati.
Con il suo lavoro costante (pochissime le sue assenze al di fuori dei periodi programmati di ferie), silenzioso e attento (di cui, a differenza di altri, non volle avere mai il monopolio, allo scopo di non avere un ruolo di insostituibilità) ha avuto sempre una funzione equilibratice sulle turbolenze del servizio e ne ha rappresentato efficacemente la continuità, basata su di un lavoro fortemente centrato sulla modestia del proprio operare e del tutto alieno dall'arroganza e dall'ostentazione.
Ho sempre apprezzato questo suo modo di essere e di lavorare ed anche la sua capacità di appredere e di rimodularsi là dove ciò occorreva e si rendeva necessario per una maggiore efficacia delgi interventi, ma di lei apprezzavo anche la schiettezza e la sua ironia, oltre alla capacità di dire la sua e di dissentire con fermezza, pur sempre disponibile a recedere dalla sua posizione di fronte ad una dialettica che fosse per lei convincente.
Io abbandonai il sevizio per le tossicodipendenze nel 2004 per altra destinazione.
Degli operatori che mi lasciai alle spalle in questa "migrazione" dolorosa, Tiziana fu certamente uno dei collaboratori-colleghi da cui più di altri mi dispiacqui di dovermi separare.
Tiziana non la vedevo ormai da molti anni.
Nel momento in cui sono stato informato della sua morte, ho saputo che si era ammalata un anno e mezzo addietro e che i diversi interventi terapeutici affrontati non avevano portato al risultato sperato.
Se ne è andata pochi giorni fa e, secondo il suo stile, rimanendo al servizio sino a quando le forze glielo hanno consentito.
Mi è dispiaciuto profondamente non essere riuscito a salutarla.
Se avessi saputo qualcosa ddi tutto ciò sarei andato sicuramente a farle visita.
La saluto adesso con grande - grandissimo - rammarico.
Ciao, Tiziana!