Moana Pozzi rievocata con una vena di melanconia nel romanzo di Ivan Guerriero, Splendido Splendente
(Maurizio Crispi) Moana Pozzi secondo alcuni, nella sua breve vita, è diventata una vera e propria icona.
Forse, ancora di più delle prime pornostar "made in Italy", Moana ha rappresentato un modo "estetico" di fare porno (chi non ha visto uno dei suoi film? Anche se la risposta - ipocrita - dei più sarà "io no, mai. Non ho mai guardato un solo film porno...").
La carriera nel porno di Moana è iniziata a partire da una vocazione per il teatro e per la recitazione e dal suo desiderio di far carriera nel mondo del cinema "normale".
Fu per inseguire questo sogno che abbandonò la sua Liguria per andare a Roma, allora il cuore della cinematografia e punto di partenza per ogni carriera in questo ambito.
Moana, malgrado numerose particine di scarso rilievo che le furono affidate, non riuscì mai a sfondare.
Le sue frequentazioni di Cinecittà e del mondo dello spettacolo, tuttavia, la misero in contatto con il mondo del porno che, in quegli anni, in Italia era al suo esordio ed era uscito da una condizione di attività semi-clandestina (se non chiaramente illecita) e, quindi, tale da attirare persone che, senza problemi di nessun tipo, ci potevano mettere nome , cognome (quasi) e faccia.
A Moana indubbiamente piaceva il sesso e, sicuramente, le piaceva anche esibirsi: due motivazioni che secondo lo psichiatra americano Robert J. Stoller sono alla base della scelta di divenire una pornostar (o un pornoattore) o quantomeno di entrare nell'ingranaggio del Porno, occupandosene a qualche titolo.
Chi ci vive, chi diventa un "performante" del sesso a favore di tanti che il sesso non possono raggiungerlo o che per praticarlo con il proprio partner hanno bisogno di un stimolo ulteriore di eccitazione, non ci arriva per caso: ci vuole il connubbio tra piacere del sesso (sinno alla "dipendenza da sesso") e piacere dell'esibizionismo.
Moana, tuttavia, come sa chi - senza falsi pudori - ammette di aver visto i suoi film, facendo la differenza con quelli successivi quando si è verificata l'ondata delle "nuove" pornostar reclutate a frotte nei paesi dell'Est - ha rapppresentato per i tanti la donna "normale" che arrriva ad essere pornostar: e per questo motivo è divenuta un'icona, la donna con cui tutte le donne potrebbero o vorrebbero identificarsi. Come del resto è stato nella storia il Rocco Siffredi, ragazzo di provincia "normale" che è arrivato ad essere il porno-attore italiano più quotato a livello internazionale, seguendo esattamente i suoi sogni e facendo ciò che aveva sempre desiderato fare, sin da quando nel suo paese di provincia (nelle Marche) da ragazzo aveva messo le mani (e l'occhio) sui fotoromanzi erotici interpretati da Gabriel Pontello che, un po' più avanti, ebbe modo di conoscere personalmente a Parigi.
Moana é stata una donna che, pur bollata come "una che prende i cazzi in bocca" (uno dei tanti commenti acidi che vennero formiiulati dai soliti "benpensanti" in occasione di una delle sue prime comparse in TV, in un programma di grande audience e in prima serata dove si presentò provocatoriamente nuda e senza veli, ma con vertiginosi tacchi a spillo), ha introdotto nella pratica del porno la bellezza del corpo e dello sguardo, la gentilezza e l'estetica dei gesti, un senso di raffinatezza e di buon gusto (pur nella rappresentazione esplicita degli atti sessuali).
E poi, indubbiamente, pur attraversando nel corso del tempo una serie di "rifacimenti e "ritocchi" successivi - come documenta l'attenta osservazione di sue foto pubbliche dall'inizio della sua carriera a poco prima della morte - era una gran bella donna, sulla cui bellezza non poteva che accendersi il consenso: una sorta di Marylin Monroe del porno.
Non è un caso che tante attrice del porno di successiva generazione, lo siano diventate proprio contagiate dal fascino di Moana (e delle sue performace). Basti pensare al memoir di Michelle Ferrari, Volevo essere Moana, che è stato già commentato su questa pagina.
Con la scomparsa qualcosa si è perso per sempre. Dopo di lei, l'era delle produzioni a basso costo con l'uso delle handycam ( che hanno consetito l'introduzione nel porno del genere "gonzo") e l'invasione delle pornoattrici venute dall'Est pronte a tutto e qualsiasi compromesso, pur di fare una breve ed effimera carriera, prima di essere macinate dalla continua esigenza da parte dei fruitori del porno di vedere volti (e corpi) sempre nuovi.
Al potere intrinseco dell'Icona "Moana", s'è aggiunto il valore fortemente icastico delle opere di bene che la nostra ha cominciato a compiere negli ultimi anni della sua breve vita (secondo alcuni tormentata, secondo altri felice).
Da morta è divenuta un personaggio cult - una pornoattrice che è diventata quasi come una madonna o una maddalena in odore di possibile santità.
Proprio per questo motivo sono stati tanti i libri scritti su Moana: saggi, biografie, romanzi.
Tra questi, uno dei più recenti ad essere stato lanciato sul mercato è il romanzo Splendido splendente. Romanzo per Moana di Ivan Guerrerio (XBooks, 2009), che si caratterizza per la rievocazione dolente e malinconica di Moana semplice ragazza di provincia partita per Roma all'inseguimento dei suoi sogni e divenuta icona sin da viva, che continuerà a vivere sullo schermo e nelle sue perfomance erotiche ancora per tanto tempo. E' un romanzo che è anche in qualche modo una biografia, dal momento che Ivan Guerriero, per costruire il personaggio Moana si è basato su fonti documentarie, su saggi già pubblcati e sulla più significativa filmografia di Moana, come è documentato dalla ricca biblio-filmografia delle opere consultate, riportata in calce al romanzo.
(Dalla 4^ di copertina). "Le spiego il senso della telefonata e aggiungo che lì con me c'è il Segretario lei tace un attimo e dice se è per la questione del nudo allora può stare tranquillo perché nuda adesso sono nuda e in quel momento la vedo in piedi nel camerino la vediamo tutti nuda sono nuda ma per provare il costume di scena".
La trama (dal risguardo di copertina). Splendido splendente ripercorre la vita di Moana Pozzi da un punto di vista inedito: la voce narrante è un personaggio di fantasia, Marzio Milani, che conosce l’attrice nel 1978, quando sono entrambi adolescenti, e ne segue la parabola pubblica ed esistenziale con lo sguardo che si riserva a un vero amore. Sullo sfondo un ritratto autentico e suggestivo dell’Italia che cambia, dagli anni ottanta ai nostri giorni, e il rapporto con il desiderio e la morale di un paese che sembra condannato, al di là dei suoi slanci, a rimanere comunque provinciale. Rielaborando con scrittura incalzante le fonti di cronaca e l’immaginario pop, e giocando sul confine che separa la realtà e la finzione narrativa, Ivan Guerrerio restituisce vita al mito e lo mostra sotto una nuova luce.
Il romanzo è stato vincitore del Premio Calvino 2009.
Splendido Splendente, Il titolo scelto dall'autore, probabilmente, fa riferimento ad uno dei brani più famosi di Donatella Rettore, dal titolo omonimo e uscito nel 1979.
L'autore. Ivan Guerrerio, nato nel 1963, vive e lavora a Milano. Ha pubblicato il racconto Sangue per la candida neve di marzo dell'antologia Meccano, Arpanet 2004. Splendido splendente è il suo primo romanzo.
Leggi le prime pagine del romanzo.
Moana Pozzi in Wikipedia