(Elena Cifali) C’è fuoco stanotte sull’Etna e stavolta non è il fuoco che ha voluto vomitare dalle sue viscere.
E’ un fuoco subdolo e traditore, frutto dell’incoscienza umana. E’ un fuoco che distrugge alberi e piante, che annienta tutto ciò che di civile ed umano incontra.
Le abitazioni di alcuni amici sono state evacuate, troppo pericoloso rimanere tra quelle mura che da un momento all’altro potrebbero essere avvolte dalle fiamme.
Questo di oggi sui Monti Rossi, qui a Nicolosi, è un fuoco doloso, figlio del crimine, del disagio, figlio di quegli uomini che hanno perso una fetta della loro umanità.
E’ un disastro quello che si sta consumando e nonostante le decine e decine di uomini impegnati nel tentativo di spegnerlo, di limitare i danni quel fuoco continua ad ardere, dichiarando apertamente la sua supremazia anche sulla nostra amata montagna.
Sembra quasi un paradosso questo, l’Etna che con la sua lava stabilisce sempre chi domina e comanda in questa porzione dell’Isola Bella è divorata dalle fiamme.
In paese, oggi, si celebra un avvenimento importante: 30 bambini stanno ricevendo i sacramenti della Comunione e della Cresima.
La Chiesa gremita di genitori, padrini, madrine, parenti ed amici di quei 30 angeli che si confessano davanti a Dio.
Tutti noi col sorriso sulle labbra, tutti a noi a gioire per i nostri figli e in cuor nostro a soffrire per la ferita profonda, per l’ustione che qualche povero diavolo ha voluto infliggere al nostro polmone.
Fuori, sul sagrato, sull’intero paese aleggia l’odore di fumo, di legna bruciata. Una cappa di cenere e fuliggine aleggia nell’aria, tanto forte e fastidiosa da rendere difficoltosa la respirazione e da far bruciare gli occhi.
Cresce il rancore, cresce il disappunto, cresce il dispiacere.
Restiamo inerti, incapaci di prendere decisioni, impossibilitati dagli eventi e dalle circostanze.
Brucia quell’amata pineta dentro la quale giorno dopo giorno vado ad allenarmi, bruciano quegli alberi che mi riparano dai violenti raggi del sole e dal freddo pungente dell’inverno sempre rigido.
Bruciano i sogni e le speranze di un mondo migliore.
Fiamme alte avvolgono i ricordi di tanti noi, le speranze e la voglia di vivere.
Brucia quel luogo che accoglie ogni mattina le mie fatiche, le mie ansie e le mie preoccupazioni, brucia quel luogo che mi ha vista preparare infinite gare e che mi ha vista ridere soddisfatta dei miei successi.
Sul cellulare tanti messaggi di disperazione di chi come me affida alla Pineta dei Monti Rossi l’inizio delle sue giornate, di chi come me sente quel luogo come una seconda casa da pulire, da proteggere e da tutelare.
Chi! Chi? Chi sarà stato il criminale, di chi è la responsabilità?
Me lo chiedo, ce lo chiediamo.
Non ci sarà risposta, neppure questa volta.
La cerimonia in Chiesa sta per finire, i nostri trenta angeli vengono applauditi da un pubblico festante. Mentre affido a Dio il compito di fare giustizia mi congedo, abbandono il forte odore d’incenso e mi lascio avvolgere dall’acre odore di fumo, dal quel triste odore di vigliaccheria.
(MC) Nei giorni scorsi, con la concomitanza delle elevate temperature e del vento di scirocco che ha soffiato furioso, si sono sviluppati in Sicilia incendi di vaste proporzioni in provincia di Palermo, Catania, messina. Incendi devastanti, vere e proprie tempeste di fuoco, a volte in prossimità dei centri abitati, con l'incolumità della popolazione messa a rischio ed esercizi commerciali danneggiati o distrutti.
Ancora una volta, si sono evidenziate la debolezza e la scarsa efficacia dei sistemi di portezione del nostro territorio dalla calamità del fuoco, non solo per la scarsa degli nterventi ex-post, ma soprattutto - come sempre - per la quasi assenza di misure preventive e di informazione/educazione della popolazione su come agire correttamente per prevenire il rischio di incendi.
Nella ridda di ipotesi che, ogni volta, si scatenano di chia sia la colpa se di qualche pazzo incendiario, o di delinquenti che appiccano i roghi o ancora di cittadini disattenti, c'è da dire che, sempre, gli incendi che colpiscono qualsiasi territorio - se non sono dolosi - sono sicuramente dolosi perchè trovano nelle condizioni di degrado e di incuria in cui versano le nostre contrade e nella colpevole assenza di misure preventive, terreno fertile su cui allignare.