Le prime estati della mia vita le trascorremmo nella casa di Mondello che, nell'anteguerra era stata acquistata dal nonno Giosué (che amava fottemente questo luogo, allora di una bellezza selvaggia, poichè la casa si ergeva quasi sulla scogliera, uno degli ultimi avamposti dell'edidicazione "balneare" mondellana di inizio secolo: oltre la casa, si accedeva alla Fossa del Gallo, ancora allo stato totalmente brado (che da poco tempo soltanto, quando mio nonno aveva acquistato la casa, aveva smesso di essere utilizzata come cava di pietre e di ghiaia). Molti dei miei primi ricordi sono legati a questa casa e ai lunghi periodi di villeggiatura che vi trascorrevamo.
Nessun ricordo diretto, però: solo vaghe tracce mnesiche.
La maggior parte dei "ricordi" che ho di quegli anni, ad eccezione di un paio particolarmente vividi, sono delle affabulazioni, dei "costrutti" derivanti da una combinazione delle foto che, allora mia madre con l'entusiasmo della sposina e della mamma collocava sistematicamente in un album, dedicato a mio fratello e a me, e dei racconti che più volte mia mamma mi faceva, il più delle volte per rievocare le mie marachelle e le mie performance di bambino "che diceva sempre no".
La maggior parte delle foto (pochissime, a dire il vero, rispetto alle ridondanti documentazioni fotografiche digitali di oggi, grazie) si devono al marito di Iole, la sorella più grande della mamma (lo "zio Armando") che, a differenza dei miei che ancora non possedevano una macchina fotografica (in fondo, quelli erano ancora gli anni del del "dopoguerra"), si dilettava di Fotografia e di cinematografia amatoriale.
Nella foto, da sinistra: la mamma, Salvatore, papà ed io, a nemmeno un anno di età.
La foto fu fatta nella casa di Mondello (all'inizio della Fossa del Gallo), acquistata nell'anteguerra dal nonno Giosué. Visto che mio fratello (primogenito) aveva preso il nome del nonno Totò, io avrei dovuto chiamarmi con il nome del nonno materno, ma la mamma non volle e scelse per me il nome Maurizio.
La foto venne fatta sul terrazzo del primo piano che sovrastava la loggia dell'ingresso principale.
Da quel terrazzo, si godeva il paesaggio, allora incontaminato e allo stato brado, della Fossa del Gallo.