Ieri, a Londra, c'è stata una giornata grigia, umida e piovosa, ma soprattutto di vento.
Una giornata che secondo i parametri di un Siciliano non esiterei a definire "medio-invernale", non di quelle freddissime, ma freddine, sì.
Nel tardo pomeriggio, mentre ormai il giorno volgeva al tramonto, ero seduto nel piccolo balcone che si affaccia su Tarling Street, stando sul quale si ha l'impressione di essere su una piccola casa sull'albero, visto che - proprio accanto - c'è la chioma di un platano vigoroso (tra l'altro, abitato da un piccolo nucleo familiare di corvi).
E da lì guardavo il cielo che si apre in direzione del Tamigi, invisibile allo sguardo ma presente, con l'ariosità dei suoi grandi spazi che si può quasi respirare, subito al di là della guglia di una chiesa che si affaccia su Cable Street.
Le nubi fioccose, sullo sfondo grigio retrostante si muovevano veloci sospinte dal vento, offrendosi allo sguardo in forme continuamente cangianti.
Ogni tanto un aereo in fase di decollo si immegeva nella massa cotonosa di una delle nubi più basse per riemergerne subito dopo, ancora intatto.
Guardando questo movimento veloce mi sono ricordato che, da piccolo, mi soffermavo spesso a guardare per minuti interi le nubi che si spostavano in cielo e, dopo un po', questa osservazione, mi dava la vertigine e dovevo riportare i miei occhi al livello del suolo.
Pensavo (ma ero in errore) che le nubi fossero ferme e che era la terra a girare e che quel movimento che io percepivo fosse un indicatore dello spostamento possente e "percettibile" (proprio attraverso le nubi) della Terra sotto i miei piedi.
Avevo maturato questa convinzione autonomamente, dopo che avevo sentito dire che la Terra girava sul proprio asse e, in questo modo ingenuo, davo corpo a questa nuova conoscenza.
Ma anche ora che sono adulto quando guardo il cielo, desidero per qualche istante essere sopraffato da questa convinzione irrazionale: e mi ritrovo a pensare che il movimento veloce delle nubi dia la misura del movimento della Terra sotto di me, quasi sia un enorme organismo vivente, pulsante e palpitante.