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13 gennaio 2015 2 13 /01 /gennaio /2015 20:16

La spina nella mano

Nel sonno, avverto un fastidio nella mano sinisra

 

Toccando il palmo, sento sotto i polpastrelli un'asperità

Se stringo un oggetto in mano, la pressione sull'asperità

mi fa saltare in aria con un'improvvisa punta di dolore,

somigliante ad una scossa elettrica

 

Ciò malgrado mi tocco l'asperità di continuo,

saggiando la mia soglia del dolore in quel punto

e gratto e premo e pizzico

senza potermi fermare

 

Poi, per alleviare il fastidio comincio a operare con un oggetto appuntito,

per rimuoverne la causa

 

Dopo molta fatica e non poco dolore, riesco nel mio intento

e, all'improvviso, viene fuori una lunga spina surreale

 

Potrebbe essere un chiodo di lunghezza tale

da trapassarmi la mano dal palmo al dorso

 

Un chiodo da crocifissione, quasi

 

Rimango basito e me ne sto a lungo a contemplare il reperto,

quasi fosse il risultato di una campagna di scavi archeologici

 

Ed ora che fare?

 

E non c'é altro di questo sogno di cui io mi ricordi

 

Ma mi viene in mente che da piccolo giocavo spesso

a trapassarmi da parte a parte piccole pliche di pelle

con un ago per vedere l'effetto che faceva

 

Era una pratica che faceva parte del mio auto-addestramento

alla sopportazione del dolore

 

Così facendo, immaginavo di potermi temprare ad essere forte

in ogni circostanza della vita e a potere resistere alle sofferenze,

senza proferire parola

 

Ma, in realtà, sono una pecorella timorosa e per nulla coraggioso

 

Quell'addestramento non mi è servito a niente

o a ben poco soltanto

 

Ma da piccoli diamo una grande importanza a delle cose stupide ed insulse

che, quando le facevamo erano tremendamente serie

 

Per questa mia fissazione, una volta la lama appuntita della forbice

mi sfuggi di mano e penetrò profondamente nell'eminenza tenar della mano sinistra

e corsì subito da mia madre per chiedere soccorso

 

Un'altra volta, da piccolo, camminando sulla sabbia mi bucai il piede con un chiodo

che sporgeva da un grosso pezzo di legno portato dalla risacca

ed anche in quel caso malgrado l'addestramento auto-inflitto

quasi svenni alla vista del grumo di grasso giallastro che veniva fuori dalla ferita

 

Innocenti giochetti di autoformazione che, in alcuni casi (non nel mio)

possono diventare letali e distruttivi

 

Innocenti evasioni che, senza esasperazione, 

sono il grado zero dello stato mentale dei cutter

 

Spesso mi ritrovo ad avere conficcati nel palmo delle mani

e nei polpastrelli spine o schegge di legno, perchè sovente

in campagna lavoro senza guanti protettivi

e, poi, come nel sogno, sono lì a fare lavoro di pulizia

con un coltellino appuntito o con la punta aguzza di una forbicina per le unghie

 

A proposito di spine, la cosa grave è quando, convinto di avere una spina nel fianco, 

ti accingi a rimuoverla ed estraendola, assieme a quella, tiri via tutta la tua sostanza

che le sta attaccata e finisci con il disfarti

come quando afferri un filo di lana sporgente dal maglione che indossi,

e tiri, tiri e poi ancora tiri, finchè non quel maglione non lo hai disfatto del tutto

 

Un rischio calcolato: a volta bisogna saper tracciare il bilancio

tra il fastidio cronico di quella spina nel fianco

e il rischio di perdere te stesso nell'estiparla

 

Un piccolo dolore persistente, a volte, é prezioso

per continuare a vivere 

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Come sono arrivato qui

DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


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