In un giorno di settembre, con un meteo alquanto mutevole, ho deciso di fare passeggiata in bici sino alla Fossa del Gallo.
Il cielo era sereno e il sole picchiava forte quando sono partito da casa, ma si è rannuvolato nel tempo del mio tragitto.
Arrivato al cancello che immette all'interno dell'area che fa parte della Riserva marina di capo gallo, ho avuto un battibecco con il custode che ha alzato la catena per non farmi passare e che pretendeva il pagamento del pedaggio (1 euro).
Io ero all'asciutto e, in ogni caso, ritenevo una prepotenza la richiesta del pedaggio, visto che - solitamente - a quelli che fanno sport il balzello(peraltro illeggitimo, visto che ormai tutta l'area è di pertinenza della Riserva) non è richiesto.
Il custode, rozzo e villano nei suoi modi, mi ha fatto capire con la mimica che non dovevo insistere e basta, perché lui era impossibilitato a fare altrimenti.
E con un rapido sguardo obliquo ha indicato i suoi interlocutori (i suoi "padroni" che con fare mafiosesco continuano ad imporre i loro balzelli e nessuno sinora é riuscito ad imporre provvedimenti in sanatoria).
Gli ho girato le spalle per andarmene, ma siccome avevo proprio voglia di proseguire sino in fondo, ho letteralmente "raschiato il fondo" dello zaino, alla ricerca di eventuali spiccioli (per il resto, avevo il portafogli del tutto sguarnito).
Sono riuscito a racimolare 75 centesimi.
Sono tornato alla carica, ho porto le monetine al custode che le ha accettate (e devo riconoscergli: senza nemmeno brontolare).
E, così, ho potuto proseguire la mia passeggiata, anche se nel frattempo il cielo si era del tutto rabbuiato.
Ma è stato bello lo stesso: sono arrivato sino in fondo, percorrendo anche il tratto di sterrato subito dopo il faro, ho nascosto la bici in un anfratto tra le rocce e ho fatto una passeggiata a piedi, inerpicandomi tra gli scogli.
Il posto a cui si arriva percorrendo questo sterrato che va al di là del Faro di Capo Gallo e poi il sentiero che prosegue sulla scogliera sino al periglioso passaggio (in direzione di barcarello) che nelle cartine dell'Istituto Geografico Militare è segnato come "u' malu passu", è di una bellezza selvaggia, una roba quasi romantica: in cui ha la sensazione di essere davvero lontano da tutto, in un altro mondo, un mondo primitivo che non è stato ancora toccato nulla.
Paesaggio essenziale: il monte scosceso, la scogliera, il mare con le onde di spuma bianca che si frangono sulle rocce; in fondo, la sagoma inconfondibile dell'"Isola delle Femmine" e, oltre, il profilo di Montagna Longa (Carini).
Ero del tutto solo.
Poi, ho ripreso la bici e sono tornato indietro.
Ci sono tornato il giorno dopo (ed era il 21 settembre), sempre in bici: questa volta c'era il pieno sole, il cielo era intensamente azzurro, con tutt'altri cromatismi, ma il posto era sempre identico (per quanto diverso) con la sua meravigliosa e selvaggia bellezza..
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