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14 gennaio 2015 3 14 /01 /gennaio /2015 20:26

La mamma e la resilienza

La mamma sbuffava sempre negli ultimi tempi, quando si doveva muovere da un punto all'altro.

Si vedeva palesemente che era affaticata e doveva sforzarsi, ma rifiutava ogni aiuto da parte di terzi.

Doveva fare da sola, come era stato in tutta la sua vita operosa.

Quando doveva sedersi in poltrona, o alzarsi da seduta, emetteva questo sbuffo di aria, ma nessuno doveva dire niente.

E questi sbuffi non avevano nulla di teatrale: scaturivano dalla fatica con cui doveva sostenere ogni movimento.

Eppure, sino alla fine, non si astenne dal fare autonomamente, né mai chiese aiuto.

Teneva duro e cercava di mantenere la propria indipendenza, anche se ciò le costava sforzi immani.

Insistette sino all'ultimo per spostarsi dal soggiorno alla cucina per i nostri pasti, anche se più comodamente per lei avremmo potuto mangiare in soggiorno, e - negli ultimissimi giorni - quando arrivava sino alla cucina, spingendo lentamente un carrello deambulatorio davanti a sé, era in affanno e letteralmente cerea in volto e, prima di poter iniziare a mangiare, doveva riprendersi.

Ma era la sua scelta, era questo che voleva.

La mamma era - ma non solo per questo modo di affrontare le sue ultime sofferenze terrene - il più puro esempio della "resilienza", o meglio di una forma di resistenza, in cui è sempre in opera un processo di adattamento e di trasformazione.

Quando mi sento affaticato per qualsiasi cosa, penso a lei e al suo coraggio. E, allora, la mia fatica si ridimensiona immediatamente e traggo nuove energie.

Pensare a lei e alla sua determinazione, assieme alla sua abnegazione, mi infonde coraggio, nell'affrontare i momenti di sconforto.

Grazie sempre a te, mamma, per l'esempio che mi hai dato.

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Come sono arrivato qui

DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


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