Ogni giorno, in questo luglio londinese assolato, percorro il Thames Path, entrando da Glamis Road e, subito prima di sboccare nell'ampio spazio verde e ombroso del King Edwuard Memorial Park, in corrispondenza di uno spazio discreto e poco frequentato, ombreggiato e arredato con alcune panchine di assi di legno disposte su due file, vedo la stessa persona.
E' una ragazza giovane, islamica proobabilmente, paludata nel velo che le ricopre i capelli, pur lasciando libero il volto, abiti dai colori severi che non lasciano nulla scoperto (i pantaloni, benchè chiari con un motivo di fantasia, rafforzano l'impressione di sobrietà), scarpe chiuse e senza tacco in stile "ballerina".
La ragazza è intenta nella lettura: si muove di rado, legge protesa in avanti, quasi volesse entrare nelle pagine del libro.
Da quel che posso vedere, osservando da lontano, il libro è sempre lo stesso: un volume di piccolo formato in brossura, piuttosto spesso e corposo, di quelli che bisogna fare fatica per tenerli aperti per bene e poter vedere le lettere finali delle righe in corrispondenza del margine interno della pagina.
Se da questo volume ne legge ogni giorno, probabilmente sta procedendo vigorosamente e presto arriverà alla fine del volume, salvo a riprenderne la lettura subito dopo.
Qualche volta, la lettrice assidua si rilassa, poggiando la schiena alla spalliera della panchina, ma è per poco, perchè dopo qualche istante si protende in avanti e continua la lettura con i gomiti puntellati sulle ginocchia, fluidamente e senza interruzioni.
Mi piacerebbe sapere quale libro stia leggendo e quali qualità esso possieda per avvincerla tanto.
Non stacca mai lo sguardo dal volume per lasciarlo vagare verso il fiume che sempre scorre.
il libro è il suo fiume.
Un fiume di vita dal quale la lettrice assidua instancabilmente beve.