Chi scrive, esce con un piccolo quadernetto per buttare rapidamente degli appunti su ciò da cui viene colpito - magari si tratta di un Moleskine con la copertina nera, nella migliore tradizione di Bruce Chatwin.
Chi disegna e dipinge, può anche andare in giro con un blocco per schizzi e disegni, ma per pochi tratti rapidi e veloci anche un moleskine può andar bene.
Chi fotografa va sempre in giro - anche se non con l'attrezzatura fotografica più impegnativa, con una piccola macchinetta compatta per poter fissare istantaneamente ciò che entra nel suo campo percettivo.
Scrivere, disegnare, fotografare sono tre attività diverse, ma affini che richiedono di essere costantemente alimentate da stimoli e da suggestioni.
In ciò che si guarda e che, con strumenti diversi, si fissa in forma di appunti che siano una traccia grafica, una parola scritta o un'istantanea, si vede già una storia, come lo scultore nella radice contorta di un vecchio ulivo o in un blocco di marmo, vede perfettamente la forma che dovrà essere portata alla luce con fatica e con un duro lavoro.
In ogni caso, il prendere appunti in forma o di parole scritte o di disegni appena abbozzati o di istantanee fotogafiche o di brevi filmati può essere sostituito - senza alcuna perdita - dal loro succedaneo mentale, che può essere sviluppato - e memorizzato - anche senza il corrispondente supporto tecnologico, probabilmente in una forma perfino più "pura".
Tutto può avvenire nella mente: l'osservazione dei fatti, la loro cattura e la loro "registrazione", in attesa di utilizzo futuro: oggetti che "riemergeranno a tempo debito, a volte in modo inatteso
Le storie sono in primo luogo nella mente di chi guarda: si tratta poi di portarle alla luce e di farle vivere.
Per poter far ciò, bisogna essere sempre con tutti i sensi all'erta, ma nello stesso tempo deporre categorie mentali rigide e pregiudizi, quelle prigioni del pensiero che ti impediscono di vedere autenticamente le cose e che ti fanno dire: "Questo non ha importanza", oppure "Non vale la pena soffermarsi su di un dettaglio tanto stupido!".
Il piccolo quadretto dinamico che mi spinge a scrivere questa considerazioni (e la relativa sequenza di foto che ho scattato) è questo.
Ho notato, di mattino presto, questa giovane donna che trasportava una sedia lungo una via del tutto deserta.
Cosa stava mai facendo?
Dove stando andando, reggendo con le braccia una sedia ingombrante e probabilmente pesante?
Stava facendo un trasloco? Oppure aveva trovato quella seggiola abbandonata da qualche parte e aveva deciso di recuperarla, assodato che era in ottime condizioni? O che fosse una ladra di sedie (ipotesi questa affascinante, per quanto improbabile)? O una cleptomane con la sua preda?
E' arrivata alla fermata dell'autobus quasi avesse deciso di salire sul primo mezzo di passaggio.
Forse si era stancata del peso.
Ma la strada era deserta e non c'era nessun autobus in vista.
Sicché, la donna - dopo aver consultato gli orari (almeno, così mi è sembrato osservando la scena da lontano) - è ritornata sui suoi passi, sempre reggendo quella sedia, camminando con piglio spedito.
L'ho seguita con lo sguardo, finchè non è svanita nel nulla, lasciando dietro di sé un piccolo mistero irrisolto.
Scrive Natalie Goldberg nel suo manuale di scrittura creativa:
Anche quando non scriviamo, continuiamo ad essere degli scrittori.
Non è qualcosa che ci si possa scrollare di dosso.
E allora camminiamo come farebbe un animale. Assimiliamo tutto ciò che ci circonda. E' questa la nostra preda. Osserviamo un gatto che vede muoversi qualcosanella stanza (...) ...perfettamente immobile, allo stesso tempo con tutti i sensi all'erta: guarda,ascolta, fiuta.
Ecco come bisognerebbe essere quando si cammina per la strada
(...)
...la cosa migliore è uscire per la strada con tutto ciò che siamo, compreso il nostro buon senso...
(...)
Con qualcosa che ci dice che l'indomani torneremo a scrivere, e che nelle ore che ci separanoda quel momento continueremo ad essere scrittori, animali che si aggirano per la città in cerca di preda.
(cifr. Natalie Goldberg, Scrivere Zen. Manuale di Scrittura creativa, Astrolabio Ubaldini, 1987, pp. 88-89: Diventare animali).
E credo che queste considerazioni si possano applicare perfettamente ai molti altri modi in cui si può scrivere e in cui si possono sviluppare delle "narrazioni".
A volte una singola fotografia contiene un'intera e complessa storia.
Le foto: Shadwell, lungo the Highstreet, una domenica mattina molto presto.