(Elena Cifali) Da stamattina presto la sento: "Sofia. Sofia. Sofiaaaa" - urla strascicando l'ultima vocale.
Il suo più che un richiamo sembra un lamento.
Mi affaccio.
La guardo dall'alto del terrazzo senza farmi notare.
Fuma ininterrottamente, mentre il suo petto viene scosso da violenti colpi di tosse catarrosa.
Il viso scuro, i lunghi capelli neri legati.
Dovrebbe avere più o meno la mia età, eppure guardo una donna vecchia.
"Sofia. Sofia. Sofiaaaa".
Ancora ed ancora.
È triste stare a guardarla.
Il seno pesante che cade sul ventre martoriato da innumerevoli figli.
Si volta, sorride scoprendo una bocca con pochi denti scuri.
Si china sul viso di un bimbo di pochi mesi dentro il passeggino.
Soffia un alito di fumo.
Il bimbo ride divertito.
Quel che resta della sigaretta finisce sulla strada con un gesto di stizza.
Rientra in casa.
E io?
Mi ritraggo.
Mi siedo sul divano, acconto a me un libro, compagno fedele e chiacchierone.
Tiro su le gambe, abbraccio le ginocchia e penso ....