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7 dicembre 2013 6 07 /12 /dicembre /2013 09:24

La casa violata

Vado a dare un'occhiata alla mia nuova casetta al mare

Quando arrivo mi sembra che sia tutto a posto,  come sempre

E' in una piccolo edificio,

ma è la mia nuova dimora

e la sto arredando a poco a poco per viverci

Dispongo alcune delle cose che ho portato con me in un ultimo viaggio

Mi guardo soddisfatto attorno

Penso a come disporre meglio alcuni arredi

Sono in quello che, apparentemente, sembra un vano adibito a cucinotto

Mi accingo a prepararmi un the

Nello stesso tempo, penso che sono contento di questo cambiamento.

Penso che non dovrei concentrarmi solo sulla cucina,

ma che dovrei dare un'occhiata anche al resto

cominciando così a pensare come fare per arredarla al meglio,

pur con poveri mezzi a disposizione

Mi affaccio verso un ampio salone

e poi, guardando meglio, mi rendo conto una delle sue finestre è stata scardinata 

Mi avvicino per guardare meglio:

attraverso l'apertura posso vedere che l'intera stanza è ridotta in uno stato caotico,

con tutte le cose - mobili e arredi - messe in mezzo,

mentre il tetto e il pavimento sono stati parzialmente rimossi

La stanza sembra adesso quella di una stamberga

Sono arrabbiatissimo ed esclamo: "No, di nuovo!"

E mi chiedo il motivo di tanto accanimento

Penso alle altre circostanze della mia vita

in cui mi sono trovato davanti a spettacoli simili di ruberie e, soprattutto, di vandalismo

Entro nella stanza

per constatare meglio i danni e poter prendere nota mentalmente

delle cose da fare per mettere la casa di nuovo in sicurezza:

ci sono già passato altre volte da queste situazioni

e sono stato sovrastato dalla sensazione di impotenza e di rabbia

che ti prendono, quando sei di fronte all'evidenza che un tuo spazio
intimo e privato è stato violato

Controllo tutto e, all'improvviso,

quasi per magia (come fosse un genio della lampada evocato dalle mie richieste)

si materializza accanto me l'uomo di fiducia

al quale la mamma ed io stesso abbiamo sempre fatto ricorso in queste circostanze

Con lui, taccuino alla mano,

prendiamo nota dei lavori che occorrerà fare

per ripristinare, sistemare, mettere in sicurezza: una lista infinita.

Penso costernato: "Ma come farò ad affrontare questa spesa? Con quali soldi?"

e mi sento piuttosto avvilito

Poi, sempre con Massimo saliamo sulla terrazza soprastante

Il tetto di questa casa è del tutto piatto:

ed è recintato da una ringhiera di ferro dipinta di verde scuro,

oltre alla quale si gode della vista d'un panorama mozzafiato

sulla scogliera e sul mare di un profondo azzurro

Con mia sorpresa la terrazza è gremita di persone sedute ai tavoli:

tutti estranei.

"Cosa ci fanno qui?".

Ma c'è un cameriere che gira ai tavoli,

prendendo le ordinazioni

Da questo dettaglio arguisco che il posto è stato abusivamente utilizzato

per farne un locale all'aperto con vista mare

In un impeto d'ira, afferro l'uomo per le spalle,

mentre passa trafelato tra un ordine e un altro

Lo scuoto selvaggiamente,

gridando come un forsennato: "Questa è casa mia!"

Lo sollevo furibondo e lo lancio oltre la ringhiera.

Il poveretto si attacca ad un appiglio provvidenziale

che sporge dal muro

e, allora, io lo afferro per i capelli

sollevandolo di nuovo su con una forza sovrumana e gli grido:

"Qui non ci deve stare nessuno! Questa è casa mia!

Anzi domani stesso manderò una denuncia con il mio legale al titolare di questo esercizio

per utilizzo abusivo di una proprietà privata!"

E così dicendo gli strappo dalle mani il blocchetto delle comande

per avere con me le ragioni sociali dell'esercizio 

trascritte sull'intestazione di ogni foglietto

Quindi, lo ributto giù come se fosse un fantoccio inanimato

Mi giro: tutti quelli che erano seduti beati

di fronte alla rabbia sono fuggiti a gambe levate.

Indugiano solo pochi ritardatari,

ai quali ripeto ancora una volta la mia ingiunzione,

anche se - mi rendo conto - loro non hanno colpa di nulla.

Alla fine di tutto rimane, questo grande spazio vuoto,

al cospetto di un paesaggio marino bellissimo, di una bellezza da mozzare il fiato

 

 

[Mi chiedo se alla base di questo sogno non ci sia il mio travagliato e maldestro tentativo di riconnettermi ad internet, nel corso del quale non ho fatto altro che pasticciare il computer senza peraltro riuscire nel mio intento. E, soprattutto, pasticciando e messing around, non riesco più a rimettere le cose a posto]

 

 

Sono in viaggio con Gabriel

Ci sarà una maratona ed io sarò lì per fare le foto

Inspiegabilmente siamo da soli

Tutto mi appare piuttosto complicato

Arriva il giorno della gara e tutti gli atleti nei loro abiti colorati

cominciano a dirigersi a frotte verso il punto di partenza

Ho l’urgenza di raccogliere le nostre cose

per andare anche io allo start

e in queste procedure mi sento alquanto impacciato.

Gabriel è disteso sul letto,

molto tranquillo come sempre quando si è appena svegliato da un lungo sonno 

E borbotta e sospira tra sé e sé

Penso che sia meglio se, nel frattempo, 

io vada a prendere l’auto parcheggiata poco più in là

Lo faccio, ma quando arrivo e cerco di entrarci dentro,

vedo che tutte le maniglie sono state rimosse

Vado a chiamare qualcuno perché provveda alla bisogna

Passa un po’ di tempo…

L'orologio corre e i maratoneti ciarlieri passano sempre più numerosi

Finalmente, la macchina è a posto

La guido sino all’albergo

Mi ricordo con ansia che Gabriel è stato da solo per tutto questo tempo

Forse è caduto dal letto!” – mi dico

Arrivo con il cuore in gola

e, sul prato antistante la stanza del nostro alloggio,

una donna anziana su di un sedia, coccola e culla il Gabriel

Dobbiamo partire,

ma penso che non ci sarà il tempo di fare le foto della gara,

come era nei miei piani

Devo intraprendere il lungo viaggio verso casa

Ed è tempo di tornare

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Come sono arrivato qui

DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


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