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15 febbraio 2014 6 15 /02 /febbraio /2014 07:05

La Beccaccia ferita... Storia di un incontro fortuito e, forse, salvifico

 

 

(Grazia Pitruzzella) "Ma non era finita la caccia?!?!" Queste sono le parole di Grazia Muscianisi quando ha osservato le pessime condizioni della beccaccia che le depongo fra le mani.

Ieri mattina ero all'opera nel vigneto di un amico a  S. Giorgio di Catania, e stavo proprio pensando a quanto fossi fortunata nel poter godere all'aria aperta di un'altra strepitosa giornata siciliana con vista Etna, quando ricevo la visita del padrone di casa accompagnato da uno dei suoi cani. 
Mentre chiacchieriamo sull'avanzamento dei lavori, sentiamo un tramestio alle nostre spalle e constatiamo che il cane possa aver trovato qualcosa di interessante. Guardando da lontano, credo si tratti di un piccolo rapace, ma avvicinandomi scorgo un lungo ed affilato becco che non mi lascia alcun dubbio: è proprio una beccaccia, ben nota ai nostri amici cacciatori.

È la seconda volta che ho la possibilità di osservare questo grazioso uccello dal piumaggio bruno variegato e dal caratteristico becco. 
Il primo incontro avvenne ad Acireale sotto i portici di Piazza Europa. La stanchezza derivata da un lungo volo doveva essere tale, da farla urtare contro uno dei palazzi ed io la trovai per terra con il capino riverso. Mi ci vollero ore per farle riacquistare vitalità!
Questa volta, almeno, siamo in aperta campagna, ma le circostanze sono ugualmente particolari. 
Il mio amico riesce con facilità ad appropriarsi della preda e, depositandola sul sedile posteriore della mia auto, mi comunica un semplice "Pensaci tu!", mentre si allontana.

Osservando che l'uccello presenta un'ala ritorta e che perde sangue da una brutta ferita, concludo che non mi resta che chiedere soccorso ad uno specialista.
Parte subito la catena di telefonate che mi porta a dialogare con Grazia Muscianisi del Fondo Siciliano per la Natura. Le descrivo le condizioni della malaugurata beccaccia e rimaniamo d'accordo per incontrarci dopo le 15.00, al termine della mia giornata lavorativa.
La Beccaccia ferita... Storia di un incontro fortuito e, forse, salvificoSeguo diligentemente le istruzioni impartitemi da Grazia, mentre lavo la ferita e cerco di far bere qualche goccia d'acqua all'animaletto; l'avvolgo, infine, con un pareo e l'adagio sul sedile della macchina. Le accarezzo il capo, cercando di rassicurarla  e dicendole che le daranno al più presto tutte le cure di cui ha bisogno. Sono certa dal modo in cui mi guarda che comprende la mia compassione.
Torno alla vigna, ma cuore e mente sono interamente occupati dalla mia nuova amica: "Come starà? Potrà resistere per qualche ora? La ferita sarà così grave da compromettere la sua vita?". Sono così preoccupata che dopo solo un quarto d'ora di lavoro, torno di corsa da lei e la trovo ancor più fiacca.
Decido che non voglio più attendere e chiedo al mio amico il permesso di raggiungere il Centro Recupero Animali selvatici (CRAS) più vicino, a Valcorrente.

Avevo già incontrato Grazia Muscianisi qualche anno prima in occasione della liberazione di alcuni rapaci sull'Etna.
Ritrovo la stessa sicurezza nel suo rapportarsi con gli animali ed affetto ed apertura nei confronti di chi si mostra solidale con il suo mondo.

Dall'esame risulta che si tratta di una ferita importante e che l'ala è seriamente compromessa; si renderà forse necessario amputarla e non è certo che l'animale possa sopravvivere dopo l'intervento; è stata certamente colpita da un cacciatore ed è precipitata al suolo, dove il cane l'ha raggiunta.
Lasciandola, sento una grande pesantezza al cuore, ma sono stata, nel contempo, sollevata per averla affidata ad una persona che saprà di sicuro prendersene cura  con abilità e passione.

Quando questa sera ho telefonato per avere notizie della bestiola, Grazia mi ha comunicato che le sue condizioni sono stabili e che è probabile che l'ala venga asportata solo parzialmente.

Ciò che desidero trasmettere con il mio racconto non è tanto il sentimento di rabbia provata nei confronti dei cacciatori, ma il senso di solidarietà e fratellanza che ho riscontrato nel corso di questa piccola avventura.

Desidero ringraziare Antonio Grimaldi, Dario Teri, Carmelo Nicoloso e Grazia Muscianisi per aver camminato mano nella mano con me in questa giornata particolare.

 

 

 

 

 


La Beccaccia ferita... Storia di un incontro fortuito e, forse, salvificoGrazia Pitruzzella è palermitana di nascita, ma la sua famiglia durante la sua infanzia si stabilisce a Milano, dove trascorre trent'anni, tra studio e prime esperienze lavorative.
Nel 2004 entra a far parte del Collegio Guide Alpine della Lombardia come Accompagnatore di Media Montagna e fa anche esperienza di conduzione di gruppi all'estero, grazie alla conoscenza di inglese, francese e spagnolo.
Non ama la vita cittadina sentendosi estranea ad essa, nonostante le preziose opportunità offerte, così quando  nel 2006 si creano le condizioni favorevoli per attuare dei cambiamenti, torna in Sicilia.
Si stabilisce nel comune di Acireale e comincia presto a lavorare in montagna, dapprima solo sull'Etna - la montagna delle montagne - e poi, man mano, include nella sua attività le Isole Eolie, la Costiera Amalfitana ed il Vesuvio, i rilievi del palermitano e trapanese, le riserve naturali della provincia di Siracusa.
Oltre ad essere innamorata di natura e montagna, ama leggere ed è appassionata di corsa.
È solo da un anno che a ripreso a correre, ma si è cimentata con amore ed energia in diverse corse su strada ed in montagna, non ultima la ZeroTremila, la Supermaratona dell'Etna che parte dal livello del mare per raggiungere i 3.000 metri del vulcano con uno sviluppo di 43 km.

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commenti

M
Questa storia mi ha ha fatto venire in mente due diversi episodi.<br /> Una volta passeggiavo, di primo mattino, per via Libertà con mio figlio - o forse - io corricchiavo con il cane al guinzaglio e lui mi seguiva nella sua piccola bici.<br /> Il cane (Frida) con un subitaneo movimento si è diretta verso un mucchietto nero e indistinto che giaceva a terra vicino all'alloggiamento di un platano.<br /> L'ho trattenuta a stento, tanto ero irruenta. E sono andato a guardare.<br /> Era un merolo ancora piccolo, probabilmente caduto da un nido...<br /> Non c'erano ferite apparenti.<br /> L'ho raccolto: stava tra le due mani racchiuse a conca.<br /> Sentivo tra le dita il suo cuoricino che batteva veloce.<br /> Lo sentivo tremare...<br /> L'abbiamo portato a casa...<br /> L'abbiamo messo in una scatola per scarpe attrezzata con una ciotola piena d'acqua e del cibo per uccelli (ne avevo ancora una piccola scorta da un periodo in cui nutrivo quelli che si presentavano<br /> sul balcone, tra cui appunto dei merli).<br /> E l'abbiamo lasciato lì con la finestra della veranda (ad altezza di pavimento aperta.<br /> Al nostro ritorno, il piccolo merlo era scomparso.<br /> Forse aveva preso il volo, questo pensai non trovandolo più.<br /> Forse, quando l'avevamo raccolto era soltanto intontito e indolenzito per via della caduta.<br /> <br /> Un'altra volta, correndo, questa volta a Villa Sperlinga, mi sono imbattuto in un rondone che era caduto a terra e che non si poteva più alzare in volo.<br /> L'ho raccolto stupendomi della vigoria che avvertivo nel suo corpicino sotto il piumaggio leggero e l'ho lanciato in aria e lui ha ripreso a volare libero.
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Come sono arrivato qui

DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


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