Il vento oggi soffia
senza tregua
e porta via con sé
le nuvole candide
e i miei pensieri
Un vaso fiorito
sospeso al balcone
della casa di fronte
ondeggia nel vento
acceso di colori
dall'ultimo raggio
di sole radente
Treni bianchi e rossi
passano di continuo
silenziosi ed efficienti
Treni che non fischiano mai, però
Gente per strada
in ordine sparso
tutti camminano
intenti verso qualche meta
Qualcuno parla o chatta
al mobile
Altri in coppia
o in piccoli gruppi
chiacchierano o ridono
A volte, le loro voci e le loro risate
sono trasportate verso l'alto
e così l'uomo ala finestra
carpisce frammenti di conversazioni
che non sono le sue
Il loro movimento fa da contraltare
alla sua statisticià operosa
Le loro chiacchiere senza senso
come voci di una Babele di lingue
sono il contrapasso
al suo silenzio
e a un doloroso vuoto di parola
Accarezzato dal vento
e dalle tende ondivaghe
vorrebbe dormire
e sognare anche
Essere vagabondo
solo per poco
Viaggiare da una stella all'altra
nel grande arazzo del firmanento,
imbarcarsi sul quel treno per Baghdad
o sulla Transiberiana
Essere quel treno in corsa
Qaundo apre gli occhi
innanzi a lui ci sono torri di vetro
mute ed enigmatiche
che riflettono i colori del cielo,
e le nuvole,
e quel vaso colorato che oscilla nel vento,
come un pendolo che segna il passare del tempo,
ma un tempo circolare,
e un ardito scoiattolo che si arrampica
su di un muro verticale
alla ricerca di avventura,
e il gatto sornione
che l'attende
disteso sul davanzale di una finestra,
e quell'altro uomo con la maglia gialla
disteso scomposto sul marciapiedi
a smaltire la sbornia di birra,
con la bocca aperta come una ciabatta sformata
e un filo di saliva che gli cola giù
sul mento
Il piccolo mondo
il grande mondo
dell'uomo alla finestra
Intrecciano l'interminabile danza delle ore
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