Anche gli scarti possono insegnarci qualcosa: nel caso illustrato dalla foto che correda il testo la lezione è che la vita nelle sue forme più elementari si nutre degli scarti e li rimette nel circuito, trasformandoli in qualcosa d'altro.
Mi rendo conto che l'immagine potrebbe urtare la sensibilità di qualcuno che vorrebbe sempre vedere rappresentazioni che fanno riferimento al concetto stereotipato di "bello".
Ma anche ciò che si vede nella foto fa parte della vita: ne rappresenta semplicemente la faccio che il processo della civilizzazione ha voluto nascondere e rimuovere.
Ogni tanto bisogna pur ricordare che la vita è fatta di tanti cerchi e che tutto procede con moti circolari dalla morte alla vita, dalla vita alla morte, all'infinito, e che tutto opera in una stessa direzione.
Non c'è mai una vera rottura, non ci sono scarti.
Tutto è basato sul ciclo infinito vita-morte-rinascita.
Secondo i Jainisti, in quelle mosche o in quelle larve, ci ptrebbe essere la reincarnazione di qualcuno che è vissuto prima nei panni di uomini o di donne.
Solo che noi tendiamo a dimenticare il modello potente ed invicinbile che ci offre la natura.
Anche dalla merda nascono i fiori, alla fine.
E l'ultima frase si riconette con l'amatissima canzone di Fabrizio De Andrè, Via del Campo:
Via del Campo c'è una graziosa
gli occhi grandi color di foglia
tutta notte sta sulla soglia
vende a tutti la stessa rosa.
Via del Campo c'è una bambina
con le labbra color rugiada
gli occhi grigi come la strada
nascon fiori dove cammina.
Via del Campo c'è una puttana
gli occhi grandi color di foglia
se di amarla ti vien la voglia
basta prenderla per la mano
e ti sembra di andar lontano
lei ti guarda con un sorriso
non credevi che il paradiso
fosse solo lì al primo piano.
Via del Campo ci va un illuso
a pregarla di maritare
a vederla salir le scale
fino a quando il balcone ha chiuso.
Ama e ridi se amor risponde
piangi forte se non ti sente
dai diamanti non nasce niente
dal letame nascono i fior
dai diamanti non nasce niente
dal letame nascono i fior.