Sono andato dal medico curante per una prescrizione.
E, intento a parlare con la segretaria, c'era un uomo molto anziano, puntellato ad un bastone e tutto proteso in avanti sul tavolo.
Tutto sbilenco. Per me aveva un'aria familiare, ma - nello stesso tempo - mi sembrava che fosse "troppo" vecchio per essere la persona che credevo di riconoscere: a portare a quell'identificazione erano i modi familiari e quasi "tipici" che avevo imparato a conoscere nel corso di lunghe conversazione, più che le fattezze o l'aspetto fisico.
Quando l'uomo ha finito di parlare e si è girato, mi ha visto e, con la sua andatura traballante, mi si è avvicinato: il volto avvizzito come una prugna secca e la pelle intensamante vivacizzata da macchie epatiche confluenti.
Mi ha detto: "Dottore Crispi, si ricorda di me?" e mi ha porto la mano.
Io, stringendogli la mano dalla presa tuttavia ancora salda, gli ho detto "Certo!".
In effetti, nel frattempo, mi ero ricordato dei luoghi e delle circostanze.
Ha aggiunto: "Adesso sono arrivato a 8-9 - ottantanove. Ne è passato di tempo!"
"Eh sì!", ho replicato io, "Tutto a posto?".
"Sì".
Poi ci siamo salutati e non ci siamo detti altro. Non ce n'era bisogno e forse sarebbe stato inutile, ma del resto il luogo non consentiva una conversazione più approfondita.
Se n'è andato con la sua andatura traballante.
Era il padre di uno dei pazienti che frequentavano il servizio che, al tempo della mia vita lavorativa, dirigevo.
Allora, non avvertivo tanto la differenza di età tra me e questo signore.
Ieri, nel momento dell'incontro, sì.
Mi è sembrato che vi fosse una distanza temporale incommensurabile tra me e lui.
Io ho adesso 65 anni, lui 89. In fondo, con tutto quello che ha passato, si difende bene.
25 anni di differenza sono tanti: ho pensato che, in effetti, se non sopravvengono imprevisti, ho ancora molto da vivere (anche se, pensando a mio padre e all'incidente che ha spezzato la sua ottimistica previsione di una lunga ed operosa esistenza, dovrei relativizzare questo pensiero).
Ma, ciò nonostante, questa riflessione di "avere ancora una lunga vita davanti", mi ha confortato.
Abbiamo sempre bisogno di punti di riferimenti, per avere l'esatta percezione del punto in cui troviamo nella nostra parabola di vita.