(Maurizio Crispi) Giuseppe Bennardo, pittore e scultore palermitano, l'artista che ha creato il presepe che viene esposto quasi ogni anno a Palermo a Natale (iniziativa denominata "Il Presepe in Piazza", giunta alla sua XXVI edizione a Natale 2012), è attualmente impegnato nel restauro di un tabernacolo ligneo di antica fattura che verrà allocato - in occasione della Festa dei Sepolcri - una tradizione molto sentita a Palermo - nella Chiesa di Valdesi (Chiesa Parrocchiale Maria SS. Assunta, a Valdesi Mondello).
L'impegnativo restauro - che richiede anche la ricostruzione ex novo di alcune parti mancanti o gravemente danneggiate dai tarli - è stato commissionato dal parroco della stessa chiesa, don Pietro Bumbalo, già precedentemente venuto in contatto con Giuseppe Bennardo in occasione di altri lavori artistici che erano stati collocati all'interno della Chiesa dedicata a San Francesco di Sales, sempre a Palermo (sita in via Notarbartolo).
Il lavoro di restauro del tabernacolo viene condotto nella Falegnameria Artigiana Tarantino all'Arenella - un laboratorio artigiano di lunga tradizione - ed è, in particolare, Vincenzo Tarantino a coadiuvarlo nell'opera.
Il tabernacolo alla fine della lavorazione verrà rivestito di lamina d'oro che lo ricondurrà all'aspetto originario.
Nello stesso tempo, il maestro Bennardo sta lavorando all'elaborazione di un'Ultima Cena (giunta ormai ai ritocchi finali), la cui realizzazione segue il "canone" da lui seguito nella realizzazione dei personaggi del Presepe a cui ha lavorato per decenni e che si è andato accrescendo, di anno in anno, di nuovi personaggi.
Per quest''Ultima Cena le proporzioni dei personaggi - tutti in terracotta - sono identiche: Cristo e i Dodici Apostoli sono seduti - secondo la rappresentazione "classica", cioè quella usualmente tramandata nella iconografia più comune - ad un lungo tavolo, adorno di bicchieri, stoviglie, bottiglie, oggetti tutti realizzati a mano con pazienza certosina, mentre soltanto Giuda è discosto dalla scena conviviale, essendo raffigurato seduto su d'uno scranno, da cui fronteggia un po' di sbieco gli altri commensali.
Ogni personaggio è realizzato con naturalezza e grandissimo realismo, ma anche con una cura infinita - quasi maniacale - per il singolo dettaglio, evidente anche nello studio dei volti e delle barbe e delle mani.
Probabilmente l'opera verrà esposta per laprima volta pure in occasione dei Sepolcri, a Palermo, ma in una sede che il maestro non è ancora in grado di precisare.
Lo sforzo realistico è notevole: gli abiti sono realizzati a mano in un momento successivi con l'utilizzo di tessuti diversi e messi in forma mediante appositi collanti.
I personaggi - come quelli del presepe - non sono firmati, ma la "firma" inconfondibile di Giuseppe Bennardo è data da un completo realismo dell'anatomia dei personaggi, rappresentati in ogni loro parte, anche quelle che sono poi nascoste dai drappeggi degli abiti.
Giuseppe Bennardo viene dal disegno industriale, ma poi la sua passione lo ha spinto in tutt'altre direzioni, portandolo a specializzarsi nel disegno e nella pittura, nella scultura, quest'ultima con l'utilizzo di materiali diversi, anche se la sua materia preferita sono argilla e creta.
Le sue opere non spaziano soltanto nell'ambito della soggettistica sacra, ma il suo talento si estende anche nel campo del "profano", con una serie - per esempio - di sculture raffiguranti plastici corpi femminili, studi posturali, trattati con una tecnica particolare per cui - pur essendo statue in terracotta - sembrano dei bronzi.
Giuseppe Bennardo, parlando un po' di sé e dei suoi progetti, si rammarica del fatto che, ancora, il suo Presepe non abbia ricevuto l'opportunità di una collocazione permanente: cosa che del resto gli era stata promessa, quando in occasione del Natale 2012, gli era stata data la possibilità di costruirlo all'interno di un locale messo a disposizione a Villa Niscemi, anziché nella tradizionale "casetta" di legno.
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