Vede tardivamente la luce in traduzione italiana Vivono di Notte (Night things, Gargoyle, 2011) di Michael Talbot, purtroppo prematuramente scomparso e altrimenti noto ad un pubblico italiano di nicchia per l'opera saggistica Tutto è uno. The Holographic Universe (Apogeo, 1991) nel quale sviluppa una visione olistica del mondo e dell'Universo in cui ogni cosa è inestricabilmente - intrinsecamente - legata alle altre e in armonia.
Il capitolo di apertura rivela una prosa smagliante che istantaneamente accende nel lettore la prospettiva di grandi promesse.
E' anche un romanzo sulla diversità (Talbot era gay e morì per le complicazioni di una sindrome da immunodeficienza acquisita) e sulla forte inerzia degli adulti ad accettarla con tutte le sue implicazioni, immersi come sono in una visione del mondo consolidata e irriducibile per i suoi pregiudizi.
Forse per questo, il romanzo è percorso da forti venature melanconiche.
Sin dalle prime righe, dalla limpidezza della prosa e da un ritmo narrativo incalzante, si è attratti irrresistibilmente a continuare.
Così l'incipit che strega immediatamente il lettore: "Da picolo vidi un angelo, o almeno allora pensai che lo fosse. (...) Quella notte mi addormentai ripetendomi più volte che avevo visto l'angelo di Leonardo, ma in seguito non lo raccontai più a nessuno" (pp. 9-11).
In "Vivono di notte" il discorso vampirico è solo uno spunto per parlare di altro, introducendo il lettore a molteplici temi e soprattutto ad una rappresentazione dell'armonia e ad un'inedita concezione del Vampiro, come essere che se è avido di conoscenza (una conoscenza che cresce e si accumula nel corso dei secoli, senza che nulla venga disperso o dimenticato), è anche custode del Bello e delle opere d'arte e dell'ingegno umano più significative, mantenendosi in un equilibrio costante con gli umani - più deboli e meno longevi, da cui si è originato.
Proprio per questo, il Vampiro non può ambire a dominare il mondo sino all'estinzione della stirpe degli Uomini: vampiri e uomini possono - e debbono - vivere in un equilibrio costante, poiché gli uni - in certo qual modo - sono complementari agli altri, con l'arduo compito che i vampiri (capaci - soprattutto i più longevi - di attraversare longitudinalmente le ere storiche) si sono assunti: quello di proteggere - pur con il rispetto del libero arbitrio - gli uomini da se stessi e dalla loro distruttività. Senza gli uomini, i vampiri non potrebbero sopravvivere: soprattutto il loro senso del bello e la loro ricerca estetica non potrebbero essere più soddisfatti. In questa visione, il fatto che i vampiri si nutrano del sangue degli uomini e che, strada facendo, alcuni di essi vengano a loro volta trasformati in vampiri, è un'evenienza puramente accidentale.
La vicenda (a parte il breve preambolo che illustra l'episodio "perturbante" dell'infanzia del dott. Gladstone, protagonista della vicenda) è ambientato sul finire del XIX secolo, in un momento di transizione importante della società europea grazie alla rapida industrializzazione, iniziata dalla metà del secolo sino al primo grande conflitto mondiale), con l'avvento di un approccio scientifico alle studio delle problematiche della Medicina e delle cause delle malattie (già erano stati fatti enormi progressi nello studio della Batteriologia e si ipotizzava l'esistenza di entità ancora più piccole e invisibili con gli ordinari strumenti ottici - i virus) e con il comparire di un rigurgito di interesse per l'occultismo, lo spiritismo e la parapsicologia.
L'epoca di ambientazione del romanzo è la stessa in cui si sviluppano le vicende delineate da Bram Stoker nel suo celeberrimo romanzo, ma è anche quella in cui impazzano le avventure investigative di Sherlock Holmes e del suo fidato assistente. Nel romanzo di Talbot s'intersecano un po' tutti questi filoni con uno schema narrativo vivace e con frequenti cambi di scenario che accompagnano il viaggio frenetico di Gladstone sulle tracce della figlioletta Camilla rapita per arcani motivi dal suo bellissimo e misterioso Niccolò. Si tratterà di un viaggio che condurrà lui e l'altrettanto misteriosa - e fascinosa - Lady Hespeth Dunaway (prima nei panni di una donna cui è stato pure sottratto un figlio, poi in quelli dell'adepta di una setta segreta che si muove attraverso tutta l'Europa sulle tracce sparse dei vampiri non per debellarili ma per carpirne i segreti, sino al disvelamento finale) da Londra a Parigi (con la parentesi di un periodo di prigionia nel chiuso clauustrofobico di una segreta negli scantinati di una nobile dimora parigina che tanto ricorda le atmosfere di I Misteri di Parigi di Sue), a Londra e poi di nuovo attraverso l'Europa sino all'italiana Massa Marittima, con l'immersione sempre più profonda negli insondabili misteri della razza antica dei Vampiri che, pur rappresentando l'evoluzione degli uomini, si pongono nei loro confronticome una stirpe di "grandi antichi" sapienziali ed esoterici: nel corso di queste frenetiche peregrinazioni avverranno incontri con altri personaggi come Hatim e il suo falco addestrato, il nobile Des Esseintes sino al potente Ludovico, l'essere più antico di tutti che, alla fine, si troverà ad assumere il compito didascalico di illustrare le ragioni dei vampiri, mostrandosi per quello che è:
il rappresentante di un'antichissima razza di esseri pluri-secolari che hanno accumulato conoscenze vastissime ed inimmaginabili (supportate da formidabili apparati collezionistici di ogni epoca, degni di una "Camera delle meraviglie") e che sembra agiscano sospinti dalla bramosia della conoscenza, ma forse anche da altre più temibili pulsioni che potrebbero mettere a rischio la specie umana.
Sintesi, dalla IV di copertina. Nella Londra vittoriana, l’illustre medico Gladstone é impegnato giorno e notte a isolare un pericoloso virus. In seguito a un incidente, nella vita dello scienziato entra Niccolo', un misterioso e bellissimo ragazzo di origini italiane, e tra i due nasce un rapporto di amicizia, confidenza e fiducia. Un giorno il giovane rapisce Camilla, la figlia di Gladstone, e la provetta contenente il virus mortale. Durante un febbrile inseguimento da una parte all’altra dell’Europa, Gladstone viene gradualmente in contatto con quella realta' millenaria e sconvolgente che da sempre atterrisce l’uomo: il vampirismo.
Un brano del romanzo. «Molto bene, Monsieur le Docteur», si complimento' Des Esseintes. «Avete indovinato. Il fiore sono i portali. Sono certo che non vedete cio' che vedo io quando li guardo». Osservai quei portali arricchiti di splendidi ornamenti e mi rivolsi al vampiro con aria interrogativa. «Sapete chi ha costruito i portali di Notre-Dame?», mi domando'. Scrollai le spalle. Des Esseintes sorrise. «Se date un’occhiata ai vostri libri di storia, scoprirete che il merito fu dato a un demonio». Inclino' indietro la testa e rise. «Un demonio! Un demonio di nome Biscornet!» Si guardo' intorno meravigliato. «Ed e' vero, mon ami. Se esaminate i portali, scoprirete che sono di un’incredibile fattura. Le cesellature sono continue, non vi e' traccia di brasature o saldature. Cio' significa che ogni portale fu realizzato da un’unica lastra di acciaio. Suppongo che sia questo il motivo per cui nel Medioevo Biscornet fu considerato un demonio. I fabbri dell’epoca non possedevano tali conoscenze. Per loro solo le fiamme dell’inferno avevano potuto forgiare questi portali. Ovviamente non c’era nessun demone. Fu un vampiro a realizzare il lavoro».
L'autore. Michael Talbot (1953-1992) e' stato un importante scrittore di fenomeni paranormali, al cui studio ha dedicato l’intera esistenza.
La sua opera scientifica piu' significativa è Tutto e' uno.The Holographic Universe (Apogeo, 1991), mentre quelle di narrativa ricordiamo - oltre a Vivono di notte (Night Things, 1988)- anche The Delicate Dependency del 1982 (in uscita all’inizio del 2012, per i tipi Gargoyle, con il titolo I misteri di Lake House) e The Bog.
Omosessuale dichiarato, Talbot é stato e continua a essere un modello per gli intellettuali gay. E' scomparso a soli 38 anni per una leucemia fulminante, conseguenza della sindrome dell’HIV di cui era affetto.