A volte parole che, strappate dalla pagina di un libro, volano via A volte i versetti scritti su bandiere di preghiera sventolanti A volte si tratta di oggetti che attraversano lo spazio e il tempo per raggiungerci A volte ti può sbattere sulla testa un tegola o un ramo spezzato dalla sua furia ed è così che potresti ritrovarti al capolinea. Il vento, oggi, mi ha regalato una bella fioriera di plastica della misura adatta per inserirla in un porta-fioriere di ferro battuto pensile che ho nel balcone. La fioriera, dunque, l'ho raccattata da terra e l'ho portata a casa: in ottime condizioni. Pur di plastica, ancora destinata a durare un po' di tempo, e poco danneggiata dal volo che deve aver fatto da qulache balcone nei giorni scorsi che sono stati eccezionalmente ventosi... Ho dunque pensato: "Il vento porta doni"... Ma anche, subito dopo, ho ricordato la famosa frase virgiliana, messa in bocca a Lacoonte di Troia: "Timeo Danaos et dona ferentis"... A caval donato non si guarda in bocca, eppure i Troiani non guardarono nella bocca o nella pancia del cavallo di legno che avevano ricevuto in dono dagli Achei al momento della loro dipartita. Furono invece certi - a torto - della benevolenza degli dei: e da questo loro errore di valutazione scaturì la loro fine. Se solo avessero ascoltato le parole sagge di Lacoonte e avessero per un attimo riflettuto sulla sua brutta fine, assieme a figli (fine che interpretarono - in modo contrario - come espressione della giusta punizione per aver egli insinuato che il dono ricevuto potesse racchiudere un pericolo ed essere dunque infido...)! Nel dono è sempre contenuta - come ben spiegano gli antropologi in numerosi saggi, a partire da quello - celebre - di Mauss - una ambivalenza di fondo. Il dono viene fatto con ambivalenza (scaturisce da una commistione di amore/odio) e viene ricevuto con ambivalenza perchè se, da un lato suscita riconoscenza, dall'altro - proprio per via dell'obbligo - che genera nell'animo del ricevente suscita un pari (e forse più forte) movimento di aggressività nei confronti del donatore: un sentimento che, secondo le regole civili che disciplinano il dono - può essere sedato soltanto elargendo al donatore un dono di pari valore, in altri termini sdebitandosi (disobbligandosi), ma questo porta all'ovvio risultato della interazione simmetrica sino alle manifestazioni più estreme, studiate dagli antropologi, tra cui l'usanza del potlach tra alcuni popoli del Nord America.
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