Siamo in due sulla sella: mio fratello che è alla guida del cavallo, mentre io sono seduto dietro di lui.
Il cavallo procede al galoppo attraverso un paesaggio selvaggio ed orrido lungo una pista che, a tratti, è poco più di un sentiero sterrato.
Ci sono altri cavalieri davanti a noi: ne posso sentire le voci e il suono degli zoccoli sulle pietre che punteggiano la strada.
Presto cala l'oscurità, densa ed impenetrabile.
Si vedono soltanto le sagome degli alberi più vicini i cui tronchi, resi indistinti dal buio, ci sfrecciano accanto mentre noi procediamo al galoppo.
Mi tengo stretto a mio fratello e scivolo in un sonno profondo.
Quando mi sveglio di colpo, mi rendo conto (è questo il motivo del mio risveglio), che stiamo zizagando pericolasamente e che potremmo andare a schantarci su di uno dei tronchi oppure inoltrarci nel fitto della foresta, perdendo definitivamente il contatto con gli altri cavalieri.
Mi rendo conto che mio fratello si è a sua volta addormentato.
Cerco di protendere le mani avanti, oltre il suo corpo, afferrando le redini e strappandole alla morsa delle sue mani che continuano a tenerle convulsamente.
Alla fine, non senza fatica perchè devo procedere nell'operazione del tutto alla cieca, ci riesco.
E, dopo molto affacendamento con le dita che mi si sono fatte goffe ed impacciate, è fatta!
Ora, in teoria avrei il pieno controllo del cavallo, se soltanto avessi una minima idea su cosa si deve fare per indurlo a mantenere la direzione voluta, tanto più che io devo procedere del tutto alla cieca, poichè la mia visuale è ostacalato dalla schiena di mio fratello.
Il cavallo risponde, ma non nel senso da me desiderato, poichè comincia a saltare, a fare scarti a destra e a sinistra e a ripiegare la testa all'indietro, quasi infastidito dalla pressione che esercito di lui.
Ma poi alla fine ce la facciamo e, mentre mio fratello è ancora inerte, preda del sonno, riusciamo ad arrivare in una casa isolata, nello stile di "Django unchained" e lì cìè un pistolero ad attendermi.
Ma qui il sogno è finito.
Mentre dormivo ero assillato dal capocondominio che doveva entrare in casa per fare vedere al responsabile di una ditta di manutenzione la colonna dell'acqua montante che è di pertinenza condominiale e deve essere sostituita.
Mi ha telefonato e non ho risposto.
Poi ha scampanellato ripetutamente alla porta.
Ma non ho avuto la forza di alzarmi per andare ad aprire la porta e ho continuato a dormire, ma a questo punto tormentato dal senso di colpa.
Tanto più che mio fratello non c'era e, quindi, nessun altro poteva provvedere all'infuori di me.
Mancando mio fratello la premiata ditta Crispi&Crispi traballa: quindi se mi affido fiduciosamente alla guida di mio fratello, cosa succede nell'eventualità che mio fratello si addormenti? Dovrei essere a prendere in mano le redini della situazione.
Ed invece no! Ho continuato a dormire saporitamente.
Ma la mia coscienza mi ha parlato attraverso il sogno.