Mio figlio Gabriel, pur essendo ancora tanto piccolo, è attratto terribilmente dai libri, benché abbia molti giocattoli
Non so se ciò accada, perché a casa, sia a Palermo, sia qui a Londra ci siano molti libri
Oppure, perché vede sia me sia Maureen, frequentemente, alle prese con dei libri (forse io di più)
Vuole sempre raggiungerli e prenderli dagli scaffali, oppure dal tavolo dove sono posati
Non sempre gli si può impedire di farlo
Li butta giù dag mensoli, da scaffali e dal tavolo e poi li maneggia, li apre oppure fa scorrere le pagine
Qualche volta, specie i volumi brossurati, li gualcisce
Qualche volta ci scappa il piccolo incidente: una sopraccoperta lacerata, l'angolo di una pagina strappata
Qualche volta lo fermo, qualche volta lo lascio stare a baloccarsi: quando ciò accade ne è molto fiero
Qualche volta gli do in sostituzione uno dei suoi: ne ha diversi cartonati, con belle illustrazioni colorate, adatti alla sua età o anche di stoffa antistrappo
Sì, li guarda e li usa per un attimo, ma poi torna sempre a quegli altri
Oggi, mi ritrovavo a pensare che i libri sono degli oggetti potenti, nel senso che hanno qualcosa di magico
Forse lui percepisce proprio quest'aspetto
E da ciò proviene la forte attrazione che hanno i "nostri" libri, più che quelli disponibili per lui
Perché? E' difficile dirlo
sono essere Innanzitutto, c'è nei libri qualcosa connesso con il possesso della parola scritta che di per sè, come erano le antiche rune, ha un che di magico e li rende in qualche misura oggetti di potere
In secondo luogo, é forse perché i libri sono come delle "porte", delle "soglie" che conducono in altri luoghi, geografici e della mente
E questo vale soprattutto per i romanzi - di qualsiasi genere esso siano
Gli scrittori sono sempre dei costruttori di mondi e, nello svolgere questa loro attività, si avvalgono di pezzi della realtà che meglio conoscono o di quelle realtà su cui hanno fatto delle ricerche. Nel loro lavoro di costruzione ci mettono dentro ricordi, frammenti di viaggi compiuti, citazioni di altre letture (e dunque di altri mondi)
Entrare nel mondo della lettura è come entrare in un'infinita Biblioteca di Babele, come dice Borges
Non sono d'accordo sul fatto che le letture debbano essere "seriose"
Una volta un mio collega di specializzazione mi disse che lui leggeva soltanto "trattati" e dotte disquisizioni nell'ambito della psichiatria e della psicoanalisi. Lo disse senza nascondere un malcelato disprezzo nei confronti della narrativa. "Una perdita di tempo! Roba inutile! "- mi sembrò che volesse dire
Ed io mi sentii offeso nel profondo
Invece, dalla lettura si impara tanto di più, se si leggono proprio i romanzi disprezzati da quel mio collega "dotto" (ma anche le narrative e diaristiche di viaggio sono ottime) che parlano della vita degli altri (che, leggendone, diventa anche la nostra) oppure quelli di pura fantasia
Sarà nostro compito, dopo avere usufruito del godimento puro della lettura, procedere ad un lavoro di decostruzione che ci permetta di individuare - se vogliamo farlo - quali siano gli elementi biografici di quell'autori e quali gli elementi della Realtà vera, attivando in fondo quella che è una funzione di "detection" come avviene nel caso dei nostri stessi sogni
In questo senso, la lettura di ogni singola opera, ci introduce in nuovi universi della conoscenza su cui possiamo compiere indagini e ricerche per imparare qualcosa di più o ci porta a leggere altri romanzi
In alcuni casi, a partire da un singolo romanzo letto, potremmo anche intraprendere un viaggio di scoperta dei luoghi in cui è ambientato."Voglio vedere con i miei occhi ciò che ha ispirato l'Autore" - ci diciamo allora
Ecco, per questo, i libri possono essere oggetti di potere
Sono la macchina del tempo che ci fa viaggiare avanti ed indietro in epoche storiche diverse
Sono una macchina che ci conduce in universi fantastici mai visitati prima e che ci fa conoscere personaggi straordinari
Una macchina che ci consente di essere ubiquitari, di percorrere il globo terracqueo in lungo e in largo, di andare sulla luna, di partire per un viaggio d'esplorazione nell'universo, di viaggiare negli abissi sottomarini, e tutto senza muovere un dito dalla nostra stanza (fisica, ma anche mentale) dalle pareti ricoperte di libri.
Oppure ancora possono essere delle macchine "ucroniche" o delle macchine altrettanto meravigliose che ci conducono in universi alternativi
Tutto diventa possibile, anche l'impossibile, a volte
Un singolo libro, in un certo mondo, può anche contenere tutti quelli che abbiamo letto e quelli che ancora non conosciamo, ma nei quali ci imbatteremo.
Una volta dissi scherzosamente ad una mia amica libraia: "Come potrei fare se fossi confinato su di un isola deserta, dopo essere scampato ad un naufragio? Forse, se ne avessi i mezzi - anche un taccuino piccolo piccolo - fosse persino un semplice pezzo di carta - proverei a scrivere io stesso un mio libro da leggere di quando in quando"
I libri sono come una porticina che improvvisamente vedi aprirsi in un muro di mattoni o di pietre rivestite di muschio.
I libri sono "doors in the wall", come nel famoso racconto di un visionario Herbert George Wells
Le letture sono le nostre scappatoie e vie di fuga, di salvamento, di evasione, di costruzione e decostruzione di molti mondi possibili. Anche se sempre occorre fare ritorno da queste escursioni per poterne parlare, per poter raccontare e condividere
Firmino, scritto da Sam Savage (Einaudi, 2008) è una grande parabola allegorica proprio su questo aspetto: la lettura è meravigliosa ed apre la porta di una miriade di mondi diversi ed inaspettati - come è nel caso del topo Firmino che nutrendosi della carta dei libri impara a capire le parole che vi sono scritte - ma ad un certo punto proprio perchè si sono aperti vertiginosi vertici di osservazione - si fa struggente la necessità di comunicare e di parlare, di raccontare a qualcuno ciò che si è visto e si è sentito, condividerlo. Ma il povero Firmino arrivato alla fine della sua lunga vita di topo lettore (e solitario), non avendo il dono della parola parlata, alla fine muore senza aver potuto trasmettere ad alcuno ciò che ha imparato attraverso le sue letture e oppresso da una schiacciante solitudine. E' una storia che nel suo finale mi ha fatto piangere.
Nella foto, un graffito a tecnica mista (alcune parti sono realizzate con il découpage) situato all'angolo tra Buxton Street e Brick Lane: un opera che, data la sua modalità di realizzazione, già a distanza di poche settimane dalla sua comparsa, mostra segni di decadimento.
Io l'ho intitolata "La scimmia lettrice".
E, in parte, il vedere questo "writing" frequentemente nelle ultime due settimane, mi ha ispirato in questa miscellanea di pensieri.
Che - tra l'altro - mi ha fatto pensare - nello sfondo - ad un libricino che lessi qualche tempo fa che dagli scaffali della libreria di fiducia mi attrasse per la singolarità del suo titolo che era: "La mirabolante storia del Signor Scoppiavaso babbuino istruito", opera prima di Cornelius Medvei (Salani Editore, 2009), in cui si racconta della storia di una famiglia di babbuini savant che, per poter vivere tranquillamente del mondo degli umani, per non suscitare allarmismi e rifiuti, imparano a travestirsi da Umani.
Una scimmia se ne sta comodamente in poltrona a leggere L’Isola del tesoro.
Seduto di fronte, l’asino la guarda un po’ scettico e, mentre smanetta al pc, la mitraglia di domande:
«Ci vai su Twitter?»
«Ci fai lo scroll?»
«Hai bisogno della password?»
E la scimmia, ogni volta paziente, nonostante forse non chieda di meglio che essere lasciata in pace, risponde:
«E’ un libro».
Scritto e illustrato da Lane Smith, in maniera godibile, brillante, fulminante, incisiva, questo albo mette in scena il duello, proprio dell’era digitale, tra il libro e i supporti tecnologici e-reader.
La scimmia, insomma, terminerà di leggere L’Isola del tesoro o, messa alle strette dall’incalzare dell’asino, non potrà non riconoscere che in fin dei conti un libro è talmente antiquato da non essere neanche analogico?
Da leggere assolutamente (con la speranza di non essere interrotti). Per bambini dai cinque anni, ma consigliato anche ai grandi e, soprattutto, alle scimmie e agli asini ipertecnologici.
Questo è il sito di Lane Smith e questo il book trailer del libro che in America sta spopolando..
Lane Smith, E' un libro, Rizzoli 2010