Cammino lungo un sentiero di montagna, impervio, benchè ombreggiato da alcuni alberi secolari.
Più che un sentiero è una scala di roccia.
Nei punti più scoscesi infilo nelle fessure tra un masso e l'altro un grosso bastone e mi ci aggrappo per tirarmi su.
L'ascesa non è facile perchè sono appesantito da uno zaino piuttosto ingombrante e molto, molto pesante.
Vado avanti, tuttavia, sapendo che mi rimangono soltanto le ultime centinaia di ascesa e che poi sarò arrivato alla mia meta.
In effetti, dopo un po' la pendenza si va stemperando e il sentiero si fa più largo e agevole, conducendomi nel cuore di un grande slargo chiuso in fondo da un enorme edificio dalle pareti a picco e sormontato da tetti ricurvi e da guglie, incorniciato da uno sfondo di cime azzurrine aguzze e dentellate (le più alte rivestite di ghiaccio scintillante) che si stagliano contro il cielo di un intenso e insostenibile azzurro.
Varcando l'arco di un grande e maestoso portale, entro con passo stanco in un grande cortile interno.
So che altri sono arrivati qui prima di me.
Ma non posso passare subito.
Si fa avanti un monaco, vestito d'una semplice tunica marrone che scende sino ai piedi scalzi.
E quando arriva vicino a me, azionando un pulsante invisibile o con la sola forza del pensiero, mette in funzione un meccanismo ...
Non capisco dapprima...
Poi guardo meglio... Sì, è un nastro trasportare, come quelli che si vedono negli aeroporti per la riconsegna dei bagagli, ma è di piccole dimensioni.
Sul dispositivo mobile che sembra originari dalle viscere insondabili dell'edificio viaggia un unico oggetto: una cassettina metallica di piccole dimensioni e ammaccata da molteplici urti e cadute, smaltata di bianco un tempo, ma con lo smalto tutto scheggiato.
La cassettina mi passa davanti ed io non capisco cosa debba fare...
Dopo un' attesa che sembra interminabile eccola arrivare di nuovo...
Il monaco mi guarda intensamente...
Ed io capisco... Forse, per potere entrare nel convento devo prima mettere un piccolo obolo nella cassettina.
Mi pare giusto.
Comincio una ricerca frenetica nelle diverse tasche del mio zaino...
Non è facile, anche perchè non ricordo l'esatta disposizione delle cose... Ho viaggiato tanto a lungo senza aver bisogno di alcune cose e quindi mi manca la naturelezza derivante dall'uso quotidiano di ogni oggetto. In più le mie mani sono impacciate e prive di ogni sensibilità.
Rovisto a vuoto alla ricerca di un portafoglio, di un borsellino: non riesco a cavare un ragno dal buco.
La ricerca è resa più complicata dal fatto che, avendo posato lo zaino sul nastro trasportatore, devo continuamente inseguirlo, man mano che viene sospinto in avanti.
Sono affannato, come se per questa mia ricerca ci fosse una scadenza, dopo la quale le porte del monastero per me si chiuderanno per sempre.
Eccolo alla fine! Ma, guardandolo, ho una sensazione di estraneità, come se non lo vedessi da tanto tempo: mi appare tutto stropicciato, quasi raggrinzito e vizzo.
Lo apro con dita nervose ed ecco che dentro c'è una banconota da 10 sterline che mi sembra l'obolo perfetto per la cassetta delle offerte che, nel frattempo, è passata un numero apparentemente infinito di volte.
Ora non mi resta che attendere il suo prossimo passaggio per inserire la mia piccola offerta, al suo interno, mi sarà concesso di entrare.
Per questa volta ce l'ho fatta...