Cammino lungo un sentiero di montagna, impervio, benchè ombreggiato da alcuni alberi secolari
Più che un sentiero è una scala di roccia
Nei punti più scoscesi infilo nelle fessure tra un masso e l'altro un grosso bastone e mi ci aggrappo per tirarmi su
L'ascesa non è facile perchè sono appesantito da uno zaino piuttosto ingombrante e molto, molto pesante.
Vado avanti, tuttavia, sapendo che mi rimangono soltanto le ultime centinaia di ascesa e che poi sarò arrivato alla mia meta
In effetti, dopo un po' la pendenza si va stemperando e il sentiero si fa più largo e agevole, conducendomi nel cuore di un grande slargo chiuso in fondo da un enorme edificio dalle pareti a picco e sormontato da tetti ricurvi e da guglie, incorniciato da uno sfondo di cime azzurrine aguzze e dentellate (le più alte rivestite di ghiaccio scintillante) che si stagliano contro il cielo d'un intenso e insostenibile azzurro
Varcando l'arco di un grande e maestoso portale, entro con passo stanco in un vasto cortile interno
So che altri sono arrivati qui prima di me
Ma non posso passare subito
Si fa avanti un monaco, vestito d'una semplice tunica marrone che scende sino ai piedi scalzi
E quando arriva vicino a me, azionando un pulsante invisibile o con la sola forza del pensiero, mette in funzione un meccanismo
Non capisco dapprima di cosa si tratti
Poi guardo meglio
Sì, è un nastro trasportare, come quelli che si vedono negli aeroporti per la riconsegna dei bagagli, ma è di piccole dimensioni
Sul dispositivo mobile che sembra originarsi dalle viscere insondabili dell'edificio viaggia un unico oggetto: una cassettina metallica di piccole dimensioni e ammaccata da molteplici urti e cadute, smaltata di bianco un tempo, ma con lo smalto tutto scheggiato
La cassettina mi passa davanti ed io non capisco cosa debba fare
Dopo un' attesa che sembra interminabile eccola arrivare di nuovo
Il monaco mi guarda intensamente
Ed io capisco
Forse, per potere entrare nel convento devo prima mettere un piccolo obolo nella cassettina
Mi pare giusto
Comincio una ricerca frenetica nelle diverse tasche del mio zaino
Non è facile, anche perchè non ricordo l'esatta disposizione delle cose
Ho viaggiato tanto a lungo con semplicità francescana, senza aver mai bisogno di alcune cose, e, quindi, mi manca la naturalezza derivante dall'uso quotidiano di ogni oggetto. In più le mie mani sono impacciate e prive di ogni sensibilità
Rovisto a vuoto alla ricerca d'un portafoglio o di un borsellino: non riesco a cavare un ragno dal buco
La ricerca è resa più complicata dal fatto che, avendo posato lo zaino sul nastro trasportatore, devo continuamente inseguirlo, man mano che viene sospinto in avanti
Sono affannato, come se per questa mia ricerca ci fosse una scadenza, dopo la quale le porte del monastero per me si chiuderanno per sempre
Eccolo alla fine! Ma, guardandolo, ho una sensazione di estraneità, come se non lo vedessi da tanto tempo: mi appare tutto stropicciato, quasi raggrinzito e vizzo
Lo apro con dita nervose ed ecco che dentro c'è una banconota da 10 sterline che mi sembra l'obolo perfetto per la cassetta delle offerte che, nel frattempo, è passata un numero apparentemente infinito di volte su quel nastro trasportatore
Ora non mi resta che attendere il suo prossimo passaggio per inserire la mia piccola offerta, al suo interno, mi sarà concesso di entrare
Per questa volta ce l'ho fatta