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18 marzo 2014 2 18 /03 /marzo /2014 18:11

Freud Museum London. L'emozione di entrare dentro la mente di un personaggio la cui statura intellettuale ha forgiato la cultura del XX secolo(Maurizio Crispi) Domenica 9 marzo 2014, ad inizio di giornata ci ha salutato un vivido sole, accompagnato da temperatura mite, cielo azzurrissimo sin dalle prime ore dell'alba, attraversato soltanto da qualche striatura bianca.
La nostra meta è il Freud Museum London, dove io ero già stato in visita qualche anno fa (esattamente nel 1993, poco prima che nascesse Franci). Ma di questa mia prima volta non ho serbato un ricordo altrettanto vivido di quello che mi si è impresso in mente questa volta.
A tutti gli effetti, questa di cui voglio raccontare è stata una visita nuova ed inaspettata, come se - del precedente passaggio - avessi fatto nella mia mente tabula rasa.
La casa dove Freud visse l'ultimo anno della sua vita si trova nel cuore di un ridente quartiere residenziale ad Hampstead, non distante dal cuore della popolare Camden Town, ma Maresfield Gardens è una via tranquilla di belle case in mattoni rossi, tutte con un piccoleo e ridente giardino davanti, in questa stagione dell'anno abbelliti da alberi in piena fioritura e un grande spazio sul retro, un giardino privato, spesso fornito di alberi d'alto fusto, adornato di panchine e contornato da siepi, con in in più un bel prato verde adatto per soffermarsi a sorseggiare un the alla maniera inglese.
"20 Maresfield Gardens, our last adress on this planet" ebbe a scrivere Sigmund Freud, poco dopo il suo arrivo qui, quando - già provato dalla sua malattia (iniziata15 anni prima), ma amorevolmente assistito dai suoi familiari e soprattutto dalla figlia Anna che, come soleva dire il padre, "...era nata con la psiconalisi", visto che la sua data di nascita coincise in pratica con la svolta del pensiero di Freud, segnata dalla pubblicazione di "Studi sull'isteria", era probabilmento consapevole che non avrebbe più rivisto la sua Vienna e che non molto tempo gli restava ancora da vivere.
Freud, sfuggendo alla persecuzione nazista (nella Germania di Hitler i suoi libri erano stati bruciati pubblicamente), arrivò a Londra con una parte della sua famiglia, il 6 luglio 1938 e prese alloggio in una casa d'affitto  al numero 39 di Elsworthy Road. Soltanto il il 27 settembre dello stesso anno si trasferì nell'abitazione nel frattemo acquistata a Maresfield garden, 20 che, a tutti gli effetti, fu la sua ultima dimora.
Freud Museum London. L'emozione di entrare dentro la mente di un personaggio la cui statura intellettuale ha forgiato la cultura del XX secoloIl suo studio venne ricostruito accuratamente con tutto ciò che era stato portato da Vienna dal figlio Ernest e dalla governate Paula Fichtl, ricreando a tutti gli effetti l'ambiente di lavoro e di pensiero che Freud aveva utilizzato per 47 anni consecutivi nella sua casa viennese in BerGasse.
Negli ultimi mesi che gli rimanevano da vivere, pur essendo il suo corpo provato dalla malattia, la sua mente rimase vivida: continuò a scrivere le sue ultime opere (tra queste, il saggio "Mosè e il Monoteismo") e a ricevere i suoi pazienti.

Dopo la morte di Freud, la casa di Maresfield Gardens continuò ad essere abitata da Anna Freud - e dall'amica e collega Dorothy Burlingham - sino al 1982.
Solo alla morte di Anna, per sua volontà, la casa con tutto il materiale che conteneva (libri, arredi, fotografie ed opere d'arte) venne trasformata in museo il "Freud Museum London" che è divenuto nel corso degli anni mausoleo e sacrario, ma anche centro di attività culturali, vivo e pulsante, con l'organizzazione di eventi, mostre tematiche, seminari.

 

E' un'isttuzione totalmente privata che si regge esclusivamente con le quote d'ingresso (modeste, peraltro) richieste per la visita (oltre che dal ricavato della vendita di libri, gadget vari, riproduzioni fotografiche, disponibili nel fornitissimo e ben tenuto negozio, che non si manca mai di vistare al termine della visita) e, secondo una consuetudine tipicamente britannica con le quote annuali di coloro che vogliono diventarne membri sostenitori, con due quote differenziate che consentono per l'annualità, accessi gratuiti illiimitati, la partecipazione ad eventi, a proiezioni di filmati inediti, nonchl'inserimento in una mailing list, e la possibilità di partecipare all'annuale party estivo nel giardino retrostante.
Freud Museum London. L'emozione di entrare dentro la mente di un personaggio la cui statura intellettuale ha forgiato la cultura del XX secoloPer esempio, in occasione della nostra visita, era allestita una mostra dal titolo "Calman Meets Freud", dedicata al vignettista (cartoonist) britannico Mel Calman che ha realizzato una serie di vignette che hanno come protagonista il suo personaggio "the little man" messo a confornto con il setting psicoanalitico, con arguzia e con spirito fortemente ironico, ma ciò nondimeno costruendo con il suo garbo un grande omaggio alla teoria della mente e alla modalità terapeutica, inventata da Freud che, detto per inciso fu in primo luogo uno psicoanalista fuori dal canone: come fondatore della sua scuola non fu mai un "ortodosso" come oggi si intende un freudiano ortodosso, poichè la sua teoria era costantemente in progress, suscettibile di grandi cambiamenti e di punti di svolta. Lo standard freudiano venne soltanto dopo, quando alcuni criteri della psicoanalisi vennero isolati e usati per costruire un'ortodossia che non fu mai nel pensiero di Freud, compreso quella della "rigidità" del setting psicoanalitico (ma questo discorso non può essere approfondito qui: basti quest'accenno), a partire dalla parziale reinvenzione delle intuizioni freudiane nella più classica e seguita traduzione in Inglese da parte degli Strachey, con la loro "Standard Edition".

La casa di Freud non è stata accessibile nel corso di questa visita in tutta la sua interezza: al piano di sopra in un allestimento provvisorio si può vedere l'ambiente utilizzato come studio professionale da Dorothy Burlingham, mentre la stanza di lavoro di Anna Freud non è stata visitabile perchè in corso di riorganizzazione (per quanto si possa vedere il lettino che lei stessa con i suoi pazienti, come anche il telaio con cui tesseva nel suo tempo libero).
Il pianerottolo intermedio nella fuga di scale che portano al piano di sopra, con un grande bovindo aggettante sul giardino del prospetto, è allietato dalla fioritura sontuosa di un grande albero che sembra quasi irrompere all'interno, attraverso i vetri, creando un effetto di luminosità solare: questo era uno spazio in cui la moglie di Freud e la stessa Anna solevano passare il tempo, in lettura, in conversazione o in altre attività domestiche e rimase sucessivamente il luogo prediletto da Anna per la lettura: una libreria incasssata nel vano sotto la grande finestra è pieno dei suoi libri preferiti, tra i quali molti polizieschi.
Freud Museum London. L'emozione di entrare dentro la mente di un personaggio la cui statura intellettuale ha forgiato la cultura del XX secoloPiù su, nell'ampio pianerottolo del primo piano, si possono esaminare alcune foto di famiglia, un grande pannello, corredato di foto e di incisive didascalie che mostro l'albero genealogico della famiglia e le sue diverse diramazioni, e soprattuto i due piccoli dipinti realizzati da Sergej Costantinovič Pankëev, poi rimasto noto come l'"Uomo dei lupi", il famoso paziente di Freud, descritto nel saggio "Dalla storia di una nevrosi infantile", e che era visitato dal sogno ricorrente "dei lupi": disegni che vennero fatti dal paziente in persona per meglio far comprendere a Freud le caratteristiche del suo sogno.
Una delle due stanze visitabili del piano di sopra è sistemata come sala conferenze e per le proiezioni di filmati: a beneficio dei vistatori, vi viene ordinariamente proiettato un filmato, con una serie di spezzoni realizzati poco dopo l'arrivo della famiglia nella casa di Elsworthy Road e successivamente a Maresfield Gardens.
Emozionanti immagini in movimento che mostrano Freud, circondato dai suoi familiari, infermo, semicoricato su di una sdraio e avvolto nelle coperte, nel ridente prato sul retro.
Altre scene in cui invece cammina, si muove, conversa e, dopo essere stato in compagnia dei visitatori che, in quei giorni, giungevano numerosi, si ritira all'interno della dimora, accompagnato dalla figlia, per prendere un riposo. Sempre con l'immancabile sigaro, che non abbandonò mai, anche se il fumo era esiziale per il carcinoma orale di cui soffrì, a causa del quali subì - eroicamente - una serie di dolorosi e destruenti interventi chirurgici. 
Al pianterreno, si passa attraverso quella che fu la stanza da pranzo della famiglia e che, pur conservando alcuni degli arredi originari, è adesso uno spazio espositivo, con alcuni pannelli didascalici che illustrano i motivi per cui Freud dovette abbandonare Vienna.
E naturalmente, al pianterreno, il punto focale dell'intera visita è rappresentato dal grande salone che si estende dal davanti al retro della casa, e che fu lo studio di Sigmund Freud, il suo "sancta Sanctorum" per così dire.

 

Freud Museum London. L'emozione di entrare dentro la mente di un personaggio la cui statura intellettuale ha forgiato la cultura del XX secoloE' stata grande l'emozione di ritrovarsi davanti al famoso "lettino" dove Freud visitò tutti i suoi paziente nel corso della sua vita professionale e lungo l'emozionante viaggio della scoperta e della fondazione della psicoanalisi come mezzo terapeutico e come strumento per definire il funzionamento della mente.
Dietro la testata del lettino, ricoperto di tappeti multicolori, si vede una poltroncina, rivestita di velluto verde, dove si sedeva Freud durante le sedute di psicoanalisi, totalmente fuori dal campo visivo del suo paziente/cliente.
A un lato del lettino (alla destra di chi vi si accomoda) la scrivania con alcuni dei più amati "pezzi" archeologici da lui raccolti nel corso di un'intera vita: statuine egizie, greche, romane.
Il lettino che si può vedere a Maresfield è quello originale: venne portato assieme a tutti gli altri oggetti dello studio professionale di Freud, quando la famiglia Freud ottenne il permesso - dopo lunghe e laboriose trattative diplomatiche - di uscire dall'Austria (ciò accade nel 1938, poco dopo l'Anschluss), poco meno di un anno prima della sua morte sopravvenuta nel 1939.
Quando la sua malattia si aggravò, in questo studio, venne collocato uno speciale letto per evitare di doverlo obbligare a penosi spostamenti al piano di sopra dove erano le camere da letto, e, qui Egli si spense, davanti al lettino dove si distendevano i suoi pazienti per raccontare dei propri sogni e dei propri turbamenti, tra le cose che aveva amato, i suoi libri, i quadri e le icone che lo avevano sospinto nelle sue avventure intellettuali e tra i fantasmi e le molteplici voci "narranti" dei suoi stessi pazienti. 
All'interno dello studio di Freud ci si aggira come in uno spazio quasi "sacrale" (per quanto laicamente inteso): vedere la stanza di lavoro di una persona, e soprattutto quella di un personaggio eccelso, è come visitare la sua mente, perchè ogni singolo oggetto contiene dei rimandi a ciò che quella persona ha fatto, scritto, pensato, a ciò che ha amato e odiato.
Freud Museum London. L'emozione di entrare dentro la mente di un personaggio la cui statura intellettuale ha forgiato la cultura del XX secoloSi comprende anche come molte e delle intuizioni di Freud siano state sostenute (forse, in taluni casi, avviate) a partire da alcuni oggetti contenuti in questa stanza, laddove il suo sguardo vagante si soffermava, mentre la sua mente compiva dei percorsi associativi e e veniva colpita da straordinarie intuizioni.
La passione per l'archeologia, d'altra parte, ben si connette con la sua vocazione ad indagare nel passato rimosso degli individui, a partire da un'esplorazione parallela compiuta dentro se stesso.
Ma - nello stesso tempo - Freud - con il suo spirito collezionistico ed indagatore - fu figlio del suo tempo, avvolto da una passione profondamente scientista e peintrisa di questa attitudine mentale che la rende anche una WunderKammer, ovvero una "Camera delle Meraviglie".
Se aggiungiamo lo spettacolo degli oltre 1000 volumi che egli riuscì a portare con sé da Vienna (alcune centinaia purtroppo andarono persi nel trasloco), severamente rilegati in cuoio o in tela e allineati negli scaffali, si può immaginare la mente di questo Grande costantemente al lavoro: e mentre si prova questa emozione, aumenta a dismisura la soggezione del visitatore che si ritrova a camminare compunto, quasi in punta di piedi, per non disturbare la pace di un grande pensatore le cui opere continuano a vivere, ad essere lette, interpretate e rielaborate dai suoi esegeti e che, peraltro, hanno anche profondamente influenzato l'espressività artisitica e il vivere quotidiano.

 

 

Freud Museum London. L'emozione di entrare dentro la mente di un personaggio la cui statura intellettuale ha forgiato la cultura del XX secolo

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DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

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