(Maurizio Crispi) Il Docklands Museum é stato per me un'autentica scoperta. Pensavo di trovare una cosettina piccola da girare in pochi minuti e, invece, è enorme e a visitarlo, esaminando con cura tutti i reperti in mostra permanente e a leggere tutte le didascalie non basta una giornata sola.
Una chicca da tornare ad assaporare.
Il museo, ospitato all'interno dell'edificio dei West India Dock: un'enorme struttura, un tempo adibita a magazzini, sorretta da enormi travi di legno, ma internamente totalmente ristrutturata, pur nel rispetto della struttura originaria, si propone il compito ambizioso di illustrare 2000 anni di storia londinese, utilizzando come vertice d'osservazione lo sviluppo della zona "portuale".
Un compito complesso, anche perché il "porto" di Londra era nello stesso tempo il fiume Tamigi: e, quindi, se si parla della storia dell'uno, si deve necessariamente anche raccontare della storia dell'altro: un fiume e un porto che hanno fatto da contorno essenziale (o che, dicendo meglio, hanno favorito lo sviluppo di Londra come la conosciamo noi) alla crescita di una città o poi di una metropoli, a partire dalla fondazione del porto commerciale fondato dai Romani e da essi battezzato con il nome di Londinium, la base iniziale da cui essi partirono alla conquista dell'Inghilterra del tempo e della sua popolazione originaria, i Britoni, e da dove esportavano manufatti, come - ad esempio - il Piombo estratto da alcune miniere più a Nord (tra i reperti esposti è possibile vedere un lingotto di piombo del peso di 64 chili, sopravvissuto al naufragio di una nave romana).
Londra, sin dalle sue prime origini, era il punto di convergenza di importanti rotte commerciali e chi controllava Londra, controllava tutto il territorio circostanze: tant'è che le principali invasioni passarono tutte di qui: e, quindi, proprio per questo motivo la storia del porto fluviale e del fiume, sono la storia di Londra e dell'Inghilterra - e poi, ampliando lo sguardo, del Regno Unito.
Si può vedere, per esempio, una ricostruzione in tre dimensioni del primo medievale London Bridge, il primo ponte che attraverso il Tamigi, le cui prime tracce risalgono al tempo dei Romani (e fu probabilmente allora un semplice ponte di barche): un ponte che nel Medievo, sino al Seicento (quando venne ricostruito) fu anch "abitato" dal momento che sorreggeva case ed altri edifici di pubblica utilità, ma che - allo stesso tempo - già al tempo della sua prima costruzione decretò una divisione netta tra navigazione upstream e downstream.
Poi, quando le navi cominciarono ad essere ancora più grandi e le esigenze commerciali si ampliarono a dismisura, si cominciò a risanare la zona est del Tamigi, trasformando le sue rive paludose in dock, dove le grandi navi potevano entrare e stare alla fonda, senza che ci fosse l'alternanza delle maree, dal momento che il livello dell'acqua nei bacini era mantenuto costante, grazie ad un sistema di chiuse (lock).
E naturalmente, assieme alle navi, ai cantieri navali e ai commerci, si sviluppò nell'area dei Dock un intero mondo di magazzini, di strutture di servizio e di mestieri artigianali indotti che ruotavano tutti attorno al funzionamento delle strutture portuali, mastri bottai, calafati, costruttori di casse, costruttori di barche, traghettattori (spesso lavori che ebbero una forte tradizione familiare, come l'ultimo tra quelli elencati).
Fu proprio attraverso il suo porto che Londra iniziò a dominare il mondo commercialmente e da tutto il mondo le mercanzie affluivano nei suoi capaci magazzini.
Vi è, nel Docklands Museum, una sezione dove si può camminare in una "vera" ricostruzione dei vicoletti fatiscenti della zona portuale dell'East End, sbirciando dentro le case minimali e dentro le botteghe.
Come anche vi è una sezione dedicata al commercio della Canna da Zucchero e, inevitabilmente, al triste capitolo della Schiavitù, con tutta la storia della Tratta degli Schiavi, sino alla sua abolizione voluta da un progressista inglese che con un gruppo di pensatori illuminati scrissero e proprosero alla Camera dei Lord the Slavery Abolition Act del 1833.
Si arriva, infine, seguendo un cammino obbligato, disegnato in modo che partendo dal terzo piano si cenda da un piano all'altro, alla storia dei Dock al tempo della II Guerra Mondiale e alla sua funzione, quando il Regno Unito era sotto attacco diretto delle bombe tedesche.
Si tratta di un percorso appassionante che non si può esaurire in una sola visita.
Moltissime le scolaresche che vengono qui a compiere l'intero percorso didattico dal quale cìè veramente tanto da imparare.
E, come in molte istituzioni britanniche di questo tipo, l'ingresso è gratuito.
Mi piacerebbe vedere una cosa del genere anche a Palermo. La storia di Palermo si potrebbe raccontare attraverso il suo porto e non mancherebbero i reperti, i documenti, l immagini e le fto d'epoca.
Da noi - il più delle volte - mancano queste iniziative che valorizzano il passato, consegnandolo alla menoria storia, facendolo vivere nel presente e valorizzandolo.
(da Wikipedia) The Museum of London Docklands (formerly known as Museum in Docklands) is a museum on the Isle of Dogs, east London that tells the history of London's River Thames and Docklands. The museum is part of the Museum of London Group which is jointly funded by the City of London Corporation and the Greater London Authority.
The museum opened in 2003 in a group of grade I listed early 19th century Georgian "low" sugar warehouses built in 1802[1] on the side of West India Docks on the Isle of Dogs, a short walk from the Canary Wharf development.
Collections and exhibits. The nucleus of the collection is the museum and archives of the Port of London Authority. These became part of the port and river collections of the Museum of London in 1976, but largely remained in storage until the new museum was opened.
The museum uses the latest presentational techniques including videos presented by Tony Robinson, known for his involvement with Time Team. There is a large collection of historical artefacts, models, and pictures. It is a substantial museum with 12 galleries and a children's gallery (Mudlarks), arranged over two of its floors. Visitors are directed through the displays in chronological order. The periods covered range from the first port of London in Roman times to the closure of the central London docks in the 1970s and the subsequent transformation of the area with new commercial and residential developments.
Museum of London Docklands includes a lecture theatre and meeting rooms and there are often talks and events connected with the docks. Several dock workers who worked on the docks in the sixties take part in these events, including one from the Pentonville Five. There is also a reading room and the Sainsburys Study Centre where the public are welcome to consult the archives; a restaurant and shop.
Entry to the Museum is now free.
Floor three
Wilberforce Theatre
Quayside Room Function Suite
Thames Highway AD 43-1600
Trade Expansion 1600-1800
Legal Quay 1790s
London Sugar & Slavery 1600 onwards
Floor two
City and River 1800-1840
Sailortown 1840-1850
First Port of Empire 1840-1880
Warehouse of the World 1880-1939
Docklands at War 1938-1945
New Port, New City 1945 onwards
Floor one
Thames Gallery 1930-1940
Sainsbury Study Centre