Forse non ci sono giorni della nostra adolescenza vissuti con altrettanta pienezza di quelli che abbiamo creduto di trascorrere senza averli vissuti, quelli passati in compagnia del libro prediletto (Marcel Proust).
(Maurizio Crispi) Aggiungerei a questa bella riflessione proustiana che chi ama i libri e cha passato molto tempo della sua vita nutrendosene come cibo per la mente, per il cuore e per l'anima, vive costantemente su un crinale, sul quale cammina, se vogliamo immaginare la vita come un percorso lungo una via o un sentiero che si va dipanando da un punto di origine verso una possibile fine.
Il cammino lungo il crinale, implica il continuo confronto con la Realtà, con le sue richieste, con le sue sfide, con i suoi impegni, con gli incontri fortuiti ed occasionali, mentre da un lato e dall'altro c'è la china rappresentata dai ciò che abbiamo appreso dai libri che abbiamo letto e dalle fantasticherie che essi hanno attivato dentro di noi e dalle potenti fantasie che essi sono capaci di attivare.
E, in ogni momento della nostra vita, è possibile che mentre camminiamo in avanti, si possa verificare un lieve (o grande) scivolone a destra o a sinistra dello stretto sentiero su cui procediamo che ci conduce a vivere questa o quella storia che non abbiamo mai vissuto prima e di cui abbiamo solo letto.
E' questa la vera ed intrinseca potenza della lettura, quella di introdurci a mondi e a potenzialità di vita e di conoscenza che altrimenti non potremmo mai sperimentare in una sola vita.
E da questi inattesi scivoloni riemergiamo sempre e riprendiamo il nostro cammino ma con un enorme arricchimento interiore perchè si è verificata una felice sintesi tra gli accadimenti della nostra vita e quelli fictional che ci ha offerto la lettura...
Se questo non accade, leggere è stato un'attività sterile, perché non è stata intimamente assorbita nella nostra vita, masticata, digerita e metabolizzata.
E questo è anche il motivo per cui alcune persone non riescono veramente ad amare la lettura e si attengono soltanto alla lettura di libri "tecnici", come qualche volta mi hanno confidato alcuni miei colleghi di lavoro.
Spesso potresti sentire costoro dire (in molte forme diverse, è ovvio): "Io, leggere i romanzi? Non ho tempo per farlo... Le uniche cose che leggo sono quelle che mi servono al mio aggiornamento professionale e mi sembra che leggere d'altro sia solo tempo perso".
Altri semplicemente non leggono _ anche se magari ciò non riescono nemmeno a confessarlo a se stessi con un chiaro pensiero - perchè sono intimamente disturbati dall'ampliamento e dal moltiplicarsi dei possibili orizzonti che la frequentazione dei libri è in grado di offrire.