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13 novembre 2013 3 13 /11 /novembre /2013 22:57

I Libri dei miei ricordi (Elena Cifali)Questo scritto di Elena Cifali si colloca a metà strada tra l'avvistamento e l'amarcord.
La bancarella dei libri con la possibilità di imbattersi n preziosi "reperti", rappresenta l'"avvistamento", ma in questo caso l'oggetto "avvistato" diventa esso stesso trigger dell'evocazione di un ricordo.
I libri in sé (e parlo di quelli cartacei) assolvono molte funzioni, tra le quali soltanto una è la trasmissione della cultura e della conoscenza. I libri (quelli che possiamo sfogliare, odorare, sentire al tatto sotto i polpastrelli delle nostre dita, soppesare) sono attivatori di emozioni e custodi di memorie.
Tutte cose che il libro in formato digitale non potrà mai darci.
Guardando le foto di Elena e leggendo le sue parole mi sono emozionato, innanzitutto perchè condivido con lei il piacere dello stabilire un legame fisico con i libri che porto in casa e che deve essere tenuto tra le mani per sentirne la consistenza e per apprezzare la grana della carta, odorato, palpeggiato (tutte operazioni da fare ancora prima di aprirlo e superare le "soglie" del testo) e, poi, quando lo leggo e dopo, personalizzato con scritte e annotazioni che riguardano sì il libro, ma anche altre cose che,  apparentemente non connesse quando le si scrivono, riprendendo il libro a distanza di tempo rappresentano un "ponte", consentendomi di riconnettermi a ciò che ero quando lo lessi per la prima volta.
Mi piace accarezzare con lo sguardo i libri che ho già letto e che sono disposti sugli scaffali della libreria di casa, come anche riprenderli in mano di quando in quando ed aprirli a caso.
Mi piace scoprire nei libri comprati di seconda mano su una bancarella le annotazioni scritte da altri, avendo a volte la sensazione che, leggendo quelle parole vergate a mano, io stia compiendo una profanazione e stia entrando nella sfera intima d'una persona che mai incontrerò. Cosa che in modo acuto mi è capitato, quando mi capito di comprare in bancarella - di seconda mano - una copia di "Lo Zen e l'Arte della Manutenzione della Motocicletta" (Adelphi). Ma questa è una storia che merita uno spazio a sé e forse la racconterò un'altra volta.
Anch'io da piccolo ho avuto in regalo un'edizione (probabilmente più recente di quella che ebbe in dono la mamma di Elena) de "L'Enciclopedia dei Ragazzi" di Mondadori e anch'io, finiti i compiti, passavo ore a sfogliarne i volumi per soffermarmi su quelle parti che potevo comprendere meglio. E la zia Mariannù (sorella di mio padre) aveva nella sua stanza una splendida "Enciclopedia della fiaba" in più volumi rilegati e di grande formato e, quando ero con lei, ogni volta mi leggeva una nuova storia, facendomi guardare nello stesso tempo, le illustrazioni che letteralmente mi appassionavano.E vorrei tanto poter rivedere quei volumi e aprirli a caso, ma la zia - quando si sposò - li portò con sé in America.
Ma ecco lo scritto di Elena.
 

 

(Elena Cifali) A Catania, in Piazza Giovanni Verga, da che io la conosco c’è sempre stata una piccola e modesta bancarella di libri. Estate ed inverno, 365 giorni l’anno la bancarella coi suoi libri è sempre là, immobile in quell’angolo riparato dagli alberi.
Spessissimo, quando sono in anticipo sull’orario di lavoro mi ci fermo davanti, come attratta da una calamita.
Osservo tutti quei libri accatastati l’uno sull’altro, sono per lo più manuali, atlanti, ricettari, libricini di fiabe ed anche qualche intramontabile classico.
I Libri dei miei ricordi (Elena Cifali) Ma è nell’angolo più remoto che il mio sguardo si attarda e le mie mani rimescolano.
Si tratta d'una sezione di vecchi libri, alcuni ancora incellofanati, altri usati e rivenduti.
Mi diverto sempre tanto a spulciare tra questa moltitudine, preferendo di gran lunga quelli usati perché ritengo che raccontino una doppia storia, una è quella scritta all’interno delle pagine e l’altra è quella vissuta tra le mani del precedente proprietario.
La settimana scorsa, essendo in largo anticipo, mi sono letteralmente "tuffata" in mezzo a quei libri.
Una folata di timido vento autunnale fece muovere le pagine di una decina di essi, come se ognuno di loro avesse voluto salutarmi, sembrava che mi dicessero: “Scegli me, prendi me, portami via con te”.

Tra tutti ne ho scelti tre. 
Tornata a casa non vedevo l’ora di sfogliarli per bene, perché solitamente per sceglierli, oltre al titolo e l’autore, leggo solo qualche rigo nella parte centrale e qualche rigo dell’ultima pagina.
Prendo il primo, un libro di Fabrizio Germani: “Ascoltando il silenzio”. Lo tocco, lo giro e lo rigiro, quasi a impregnarlo del mio odore, per stabilire una volta per tutte un contatto tra me e lui, “Adesso sei mio!”. 
Apro la copertina e subito la prima sorpresa: trovo scritto a penna, con l’inchiostro blu, il nome, il cognome, l’indirizzo, il numero di telefono, il sito e l’e-mail dell’autore. E chi ci avrebbe mai creduto!
Non avevo proprio notato la scritta al momento dell’acquisto. 

Inizio a leggerlo, scoprendo con piacere le poesie ed i vari commenti ed inizio a fantasticare sull’autore, sulla sua vita, sulle sue passioni amorose ed anche sul precedente proprietario dello stesso libro.

 

Ho sempre amato leggere ed ancora di più scrivere.
Quando da bambina vivevo con i nonni e la loro casa era colma di libri. 
Il nonno, uomo dotto e sapiente trascorreva i lunghi pomeriggi da pensionato chiuso nel suo studiolo, leggendo il quotidiano “La Repubblica” mentre si dondolava sulla sedia a dondolo.
Io, terminati i compiti di scuola mi mettevo seduta alla scrivania vicina a lui.
Quando mia mamma era bambina il nonno le regalò l’“Enciclopedia dei ragazzi”.
60 anni fa possedere un’enciclopedia era davvero una cosa straordinaria, ma mamma non se ne curava.
I 12 volumi dovettero aspettare che io sapessi leggere per essere finalmente sfogliati.

Ogni giorno, con la complicità del nonno sceglievo un volume ed iniziavo a sfogliarlo finchè non trovavo qualcosa che mi andasse di leggere ed imparare.
Ore ed ore trascorse su quelle pagine ingiallite dal tempo, sottili e fragili.
I Libri dei miei ricordi (Elena Cifali)Tra tutte, la sezione dedicata alle fiabe catturava maggiormente la mia attenzione, ed il mio interesse.
La fiaba del Gatto Mammone era la mia preferita, tanto che in alcune giornate riuscivo a leggerla anche quattro volte consecutivamente, mentre il nonno borbottava invitandomi ad “Andare oltre il Gatto”.
Leggevamo concentrati, finchè la nonna non ci chiamava per la cena.
Quanti bei ricordi!
Quando nacque mio figlio Luca, il nonno morì tormentato da un'incurabile malattia.
La nonna volle disfarsi di alcuni oggetti per “alleggerire la casa”. Portai a casa mia tutti i volumi di quella splendida enciclopedia per ragazzi. La sistemai come meglio non potevo fare, cercando di non perdere neppure uno dei preziosi fogli che ormai si staccano dal dorso con tanta facilità.
Ogni libro porta con se una storia, ha un odore tutto suo. 
A turno, finchè non finisco di leggerli, i miei libri aspettano il calare della sera perché sanno che quello sarà il momento a loro dedicato, quando li tiro fuori dal cassetto del comodino ed inizio a toccarli con le mani e spogliarli con gli occhi come un amante col suo amato.
Inizio a leggere finchè le palpebre si chiudono ed il sonno prende il sopravvento, portando molto spesso con se le storie ed i personaggi.

Potrei acquistare centinaia di libri nuovi di zecca, eppure non riesciurei mai a resistere al fascino di quella bancarella e dei suo libri usati.

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Come sono arrivato qui

DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


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