(Maurizio Crispi) Proprio in questi giorni, si vede per le strade di Palermo un'affiche di grandi proporzioni che promuove il gioco d'azzardo con le slot machine.
Oltre alle varie diciture che dicono dove si può giocare e a quale gioco in particolare, acompagnate dallo slogan "La fortuna è a un tiro di slot. Vieni a giocare", vi si vede l'immagine di un contesto che si presume di gioco, in cui una giovane donna è ritratta in un atteggiamento di esultanza, del tipo "E vaiiiiii!, con tutta la mimica e la gestualità del caso: le braccia lievemente levate in alto e con i pugni stretti, la bocca, contornata da labbra di un rosso acceso per via del rossetto, spalancata, si dà mostrare una generosa porzione di dentatura (sbiancata, ovviamente).
La donna esulta perchè ha beccato la famosa "cascata di monetine",che nel campo delle slot machine rappresenta la preda più ambita: anche se sappiamo bene che non è così, perchè sono molto di più le perdite che non le vincite.
Inoltre, la postura della donna rimanda, in una certa misura, alla gestualità dei tifosi calcistici, in modo tale da far sì che l'esultanza ostentata possa con facilità agganciarsi alle esperienze personali di molti potenziali fruitori, già seguaci del Calcio, dei suoi riti e manierismi: si creano così ulteriori affinità esperienziali e si lancia il messaggio che si parla lo stesso linguaggio che si parla in altri contesti, che si sperimenta la stessa euforia del goal della propria squadra del cuore, che si può vincere!
Il poster vorrebbe essere di stimolo ad avventurarsi in una situazione di gioco d'azzardo con il messaggio subliminare: "Siamo giovani e belli, vieni a giocare anche tu. Potrai vincere, ma potrai anche condividere le tue vincite con una bella donna così. Vedi: anche le donne giocano ...e vincono!"
Potrebbero essere questi gli intenti del pubblicitario che ha dato vita a questo cartello, ma a me (che non faccio testo, perchè osservo con occhio critico) questa combinazione produce soltanto fastidio e repulsione.
La foto della donna così ritratta produce un effetto quasi osceno e pornografico: ma forse era proprio questo l'intento del pubblicitario, spingere al gioco d'azzardo, sollecitando altri piani comunicativi ed altre voglie.
Tra l'altro, l'affiche pubblicitaria, by-passa scioltamente la prescrizione di aggiungere a qualsiasi messaggio pubblicitario concernete le diverse forme di Gambling che il Gioco d'Azzardo può generare forme di dipendenza patologica o, se non si arriva alla dipendenza patologica, può semplicemente divenire "problematico"
E' davvero sorprendente come, con il patrocinio dei diversi Governi che si sono susseguiti il Gioco d'Azzardo in Italia, sia diventato un business che viene solo facilitato praticamente senza più nessuna regola, ma quasi mai seriamente ostacolato: in sostanza, il Governo - meglio lo Stato - fa affari con i biscazzieri, perchè le entrate nelle casse dello Stato sono cospicue e sono divenute irrinunciabili.
Per un approfondimento su questi temi si veda il volume di Antonella Beccaria ed Emiliano Liuzzi, Giochi non proibiti. Viaggio nell'industria del gioco d'azzardo. Chi ci guadagna e perché, Imprimatur Editore (Collana Saggi), 2012.
Tutto è cominciato con il terremoto in Abruzzo e con la necessità di reperire fondi per la "ricostruzione"... ma il libro che ho citato spiega tutto lucidità e in modo documentatissimo, offrendo un panorama davvero sconfortante, se si guarda allaspesa media pro capite devoluta nei giochi d'azzardo e pronostici.
Il gioco d'azzardo è di fatto una delle cause della perdita secca nel potere di spesa degli Italiani.
Ancora più sconfortante il fatto che la maggior parte delle sale da gioco sono controllate dal malaffare che in questo modo si crea una facciata di rispettabilità.