(Maurizio Crispi) In certi social network si osserva una battaglia di Eros versu Porno. E, decisamente, l'Eros soccombe e muore, mentre il Porno si esalta attraverso falsi simulacri.
Ci sono dei siti - ed anche dei social network - fatti su misura per "porcelli" e "porcelle". Ma non starò qui a dare indicazioni esplicite. Sono sicuro che ognuno di coloro che hanno una sufficiente pratica di navigazione in rete abbiano fatto delle osservazioni per proprio conto.
Statisticamente, quasi tutto coloro che si trovano al loro primo approccio con internet fanno delle esplorazioni in queste direzioni .... just out of curiosity, peraltro, senza mai insistere.
Vi è come recente evoluzione della rete un'esplosione di siti di questo genere, come anche di quelli dove è possibile visionare spezzoni di film hot se non addirittura i film per esteso, sempre gratuitamente.E questo iper-sviluppo sta mettendo in crisi l'industria del Porno tradizionalmente intesa.
La strategia (vincente) di alcuni di questi siti è quella di condurre potenziali utenti ad altri siti "a pagamento" oppure agganciarli attraverso quei programmini che insidiosamente si installano nel proprio PC per far funzionare la connessione con il sito visitato e per mantenerne la memoria.
In questi "spazi", senza censure, ognuno può postare delle foto esplicite, anche di se stesso.
De gustibus... Senza voler entrare nel merito delle scelte e delle preferenze, rimane il fatto che in questi spazi vige una totale perdita della fantasia e della dimensione del gioco che sono alla base, assieme ad altri elementi, dell'Eros.
Le immagini postate i, i link ai video, provocano commenti che, il più delle volte scontatissimi e ripetitivi (e non sto qui a citarne nemmeno uno, per decenza) spaziano dall'apprezzamento spinto dei "soggetti" che si sesibiscono o dai singoli dettagli anatomici presentati per immagini alla frasi decisamente porno, del genere dichiarazione d'intenti: "Data l'immagine presentata, questo è quello che farei" (seguono descrizioni tanto puntuali, quanto prive di immaginazione e fantasia).
E, il più delle volte si tratta - in foma schematica - di evocazioni di quadretti porno, a testimonianza del fatto che il porno ha in qualche maniera insidiosa colonizzato l'immaginario di molti e le attitudini generali, provocando la cosiddetta "pornification of life", come fenomeno in corso segnalato da studiosi di sociologia e del costume (cfr. lo studio-inchiesta di Pamela Paul, Pornopotere. Come l'industria del Porno sta trasdfomando le nostre vite, Orme Editore, 2007: anche se ormai (a distanza di quasi 10 anni dalla pubblicazione di quel saggio, non c'è più l'industria porno che preme, ponendosi nel ruolo di motore primo del processo di pornification, come segnalato dalla Paul, ma uno stato diffuso e condiviso, a volte in modo implicito e latente ed anche nelle forme più insopsettabili, o altre volte con il pieno beneplacito dei media del mondo ordinario).
Ognuno, nella rete, diventa produttore di porno in proprio, nel proprio piccolo, come segnalato nel volume di Federico Ferrazza (Personal Porno. Come diventare pornostar in rete e manager si se stessi (senza farsi fottere), Fazi Editore, 2008) - già peraltro superato dall'evoluzione più recente del porno in rete.
Quello che va avanti sembra essere un gioco erotico, che gioco non lo è per nulla, poiché non possiede né le qualità dell'Eros, né quelle che si richiedono all'Homo Ludens.
Per giocare, per essere ironici, per poter parlare d'altro occorre essere se stessi, in primo luogo.
Ma la maggior parte delle persone che affollano queste pagine e questi social network (anche Facebook posiede un suo latooscuro, con profili personali totalmente secretati e nomi fake che però rimandano genericamente alla trasgressione) sono, il più delle volte, semplicemente degli avatar (dei simulacri) e presentano spesso delle foto "fake", spacciandole come proprie.
C'è in corso, in maniera evidente, una continua trasmutazione dell'identità di genere.
Dietro una donna, c'è un uomo; dietro una donna c'è un trans; dietro una coppia c'è un singolo che, così facendo spera di agganciare delle coppie o delle donne avvenenti.
Se c'è qualcuno(a) che presenta autenticamente se stesso lo fa unicamente per scopi commerciali e per attrarre utenti in webcam, per la pratica di sesso virtuale (a quel punto a pagamento): il più delle volte, i casi di autenticità riguardano soltanto "webcam girl".
In realtà, nulla accade veramente: si rimane fermi alla dimensione vagamente voyeuristica, all'appagamento di proprie tenedenze esibizioniste, al gusto ripetitivo del commento salace e cochon.
Una noia totale.
Non c'è nessuno - per ovvi motivi (tra cui quello di essere smascherato) - che scriva qualcosa di sè oppure che proponga qualche riflssione sulla sessualità e sull'eros, che parli di film visti e di libri letti (anche se confinati esclusivamente alla dimensione dell'Eros).
Nessuno che tenti un approccio più personale con il cuore in mano, per così dire.
Immediatamente cascherebbe l'asino, se così si facesse.
L'inganno di fondo sarebbe subito evidenziato.
Ma quelli che partecipano a queste forme di scambio, rimanendo confinati solo ed unicamente a questa forma relazionale, in cui gli unici tati sono rappresentati dal turpiloquio e dall'esibizionismo, praticati quotidianamente e in modo ossessivo, rischiano un appiattimento: per dirla con Abraham Maslow, che ebbe ad elaborare un'interessante Teoria della personalità, se l'unico strumento che hai a disposizione è un martello, tutto quello che ti circonda comincia a somigliare maledettamente ad un chiodo.
Per fortuna, alcuni non accettano il gioco e se ne distanziano.
Altri cadono nella trappola e vi rimangono avvinti: catturati dalla rete come le mosche in una tela di ragno.