Da dove veniamo?
Dove andiamo?
Questi sono gli interrogativi maggiori che ci portiamo per tutta la vita.
E poi...
Cosa farò?
Dove sarò?
Quando eravamo piccoli, spesso chiedevo alla mamma di aiutarmi a fare il calcolo dell'età che avrei avuto nel 2000, quando saremmo transitati - udite, udite! - in un nuovo secolo.
Forse potevo avere 5 0 6 anni ed eravamo dunque attorno al 1955.
Però erano gli anni del "progresso" e delle ultime "conquiste"...
Si apriva - ad infiammare anche la fantasia dei bambini che ascoltavano i discorsi degli adulti - la prospettiva della "conquista" dello spazio e tanto risalto veniva dato alle prime imprese spaziali, come quella compiuta dalla cagnetta Laika, mandata dai Russi in orbita attorno alla terra (povera la cagnetta, però!).
E la mamma, paziente, mi diceva che ne avrei avuti 51 e mio fratello 53.
Io nemmeno potevo capire cosa questa cifra potesse significare, se non il fatto che sarei stato molto, molto vecchio, ben più grande di quanto non mi apparisse mio padre al tempo in cui ponevo questa domanda.
Mi sembrava che dovesse trascorrere un tempo incommensurabile, ma ero anche molto eccitato al pensiero che avrei vissuto a cavallo di due secoli.
Per così dire non vedevo l'ora... Mi sono dovuto rassegnare tuttavia alla lentezza con cui scorreva il tempo.
E poi, quando il gran giorno è arrivato, mi è sembrato tutto quasi banale: ero un uomo di 51 anni!
E con questo? Cosa c'era poi di tanto speciale?
Specie nel momento in cui riconoscevo dentro di me rimpianti e nostalgie.
Specie quando mi rendevo conto che il tempo si faceva stretto ed angusto, che scorreva sempre più accelerato, come un fiume verso le ineluttabili rapide.
Ma la domanda: "Dove sarò tra 10 anni? O tra 20?" Si fa molto più stringente, se tu hai raggiunto già un età sopra ai sessanta e se hai già visto molti morire di malattia o di vecchiaia.
Allora, se ti poni questa domanda, puoi immaginarti scenari cupi, una progressiva ed inarrestabile perdita delle tue forze, il deterioramento fisico e forse anche il deterioramento mentale.
Ma questo accade solo se si è vena di alimentare pensieri negativi.
Se invece ti lasci dominare da un pensiero positivo, allora puoi immaginare che ti attendono molti giorni che cominciano con il sole e con il cielo azzurro, giorni di appagamento e di soddisfazione.
E che non tanto importante "dove" sarai, quanto piuttosto con "chi" sarai.
E se potrai dispensare affetto e riceverne dalle persone che ti sono care.
E, soprattutto, quando hai dei figli, allora tu puoi immaginare che il mondo e la vita continueranno per te attraverso di loro.
E quindi, in definitiva, non importa dare una risposta alla domanda "Dove sarò tra 20 anni?".
In fondo, anche se non lo so per certo per me, so che sarò dove saranno loro.
E quando giungi a questa conclusione, ciò significa soltanto che stai guardando verso una radiosa aurora, anche se procedi a piccoli passi (ma sempre più velocemente, in termini soggettivi) verso la fine della tua vita di uomo.